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Campione di acqua prelevato il 24 febbraio in contrada Spartifava, Pertusillo (foto da analizebasilicata.altervista.org)

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Immagini eloquenti dopo il sopralluogo di “Cova Contro”: «Pozzo Eni a un chilometro dall’invaso». Le foto testimoniano l’inquinamento, la carpa è stata prelevata dagli agenti della Forestale

POTENZA – Saranno pure alghe ma a vedere a occhio nudo le acque del Pertusillo, qualche dubbio si insinua. Il sopralluogo effettuato dall’associazione “Cova Contro” prontamente riportato sul loro sito, lascia pochi dubbi all’interpretazione: acqua torbida e soprattutto una carpa morta – poi prelevata dagli agenti della forestale – trovata sulla riva del lago nei pressi di contrada Spartifava (LEGGI LE RASSICURAZIONI DI ENI E REGIONE sulla MAREA NERA FOTOGRAFATA DAI DRONI).

«A tre giorni di distanza dal primo campionamento – è spiegato sul sito analizebasilicata.altervista.org – abbiamo notato un cambiamento visivo marcato nell’acqua campionata e per la prima volta abbiamo rinvenuto una carpa morta che stagnava all’interno della marea marrone in località “Torrente Spartifava – Pertusillo”. Con stupore – aggiungono nella nota – abbiamo altresì notato che un pozzo petrolifero Eni del cluster (gruppo) “Monte Alpi” dista dall’invaso 1 km. A prescindere dall’esito delle analisi, le foto ritraggono i risultati di una pessima programmazione territoriale, ove nei medesimi contesti convivono: agroalimentare di qualità, petrolio e bacini idrici ad uso potabile, quindi con le pressioni antropiche la cui sommatoria porta un invaso a forti condizioni di stress e quindi anche alla potenziale formazioni di alghe/batteri, anche molto tossici».

Immagini eloquenti dopo il sopralluogo di “Cova Contro”: «Pozzo Eni a un chilometro dall’invaso»

 Si intensifica dunque la polemica attorno al lago Pertusillo. Venerdì scorso il governatore Pittella ha cercato di tranquillizzare la popolazione locale circa la presenza di petrolio nell’invaso. «Non ci sono idrocarburi nelle acque del Pertusillo – ha postato sul suo profilo facebook –. Questo ci dicono ad oggi i campionamenti effettuati. Ci sono diverse ipotesi che spiegherebbero il formarsi di chiazze scure, tra cui quella della presenza di alghe. Ipotesi che sono oggetto di studio da parte dei tecnici di Arpa insieme al coordinatore di Ispra. Abbiamo intensificato i controlli per mettere una volta per tutte un punto a questa vicenda incresciosa». Ha infine annunciato l’ennesima diffida ad Eni «perché – ha spiegato – tutto sia nella più totale sicurezza e tempestiva trasparenza». La presa di posizione del presidente non convince i cittadini. Visti i commenti al suo post, in pochi credono che si tratti di alghe.

Le foto testimoniano l’inquinamento, la carpa è stata prelevata dagli agenti della Forestale

 L’Eni dal canto suo ha “replicato” a stretto giro fornendo la sua versione dei fatti. «Nelle acque del lago Pertusillo non è stata riscontrata traccia di idrocarburi provenienti dal Cova, come confermano anche le analisi effettuate da Arpab. Le verifiche poste in essere, infatti – ha spiegato in una nota –, hanno accertato che si tratta di fenomeni di produzione di alghe. Eni ribadisce che non è emersa alcuna evidenza della possibile presenza di idrocarburi a valle dei pozzetti interessati nella zona industriale di Viggiano». Eni «conferma che sono attualmente in corso gli interventi necessari alla messa in sicurezza delle aree coinvolte, anche solo marginalmente, dalla fuoriuscita di greggio e che tutte le operazioni sono svolte nella massima cooperazione con la Magistratura, le Autorità e gli Enti competenti». Insomma i prossimi giorni saranno fondamentali per capire davvero cosa stia succedendo nella zona. Una zona che nell’ultimo mese è stata sotto i riflettori tra la fuoriuscita di idrocarburi da un serbatoio del Centro Olio Val d’Agri e quelle strane chiazze nel Pertusillo riprese da un drone qualche giorno fa.

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