X
<
>

La questura di Potenza

Condividi:
3 minuti per la lettura

Mentre era in questura per allontanarlo ha ricevuto una foto in cui lui aveva una corda in mano: un poliziotto ha intuito il dramma in atto e ha avviato i soccorsi. È accaduto a Potenza

POTENZA – Era in questura per allontanarlo dalla sua vita, dopo otto mesi di violenze continue. E invece è stata proprio lei, la vittima, a salvarlo da morte sicura.
E’ una storia, quella accaduta ieri nel capoluogo, a cui stenta ancora a credere anche chi l’ha vissuta in prima persona. Ma è una storia che permette di ridare fiducia nelle istituzioni alle donne vittima di violenze.
Inizia otto mesi fa questa storia. Lei ha 44 anni, lui 42, un divorzio alle spalle e dei figli piccoli. Scelgono di andare a vivere insieme ma, da subito, dall’amore nasce l’inferno. Otto mesi di violenze continue che raggiungono la punta più alta sabato scorso. Le urla della donna sono così forti che i vicini, allarmati, chiamano la polizia. Non è facile allontanare quell’uomo dalla casa della convivente. I poliziotti faticano non poco a calmarlo. Lei però non vuole denunciarlo, gli vuole bene. Lo vuole lontano dalla sua vita, ma – così dice ai poliziotti – non vuole rovinarlo. E per evitare denunce non va neppure in ospedale per farsi medicare. Ha paura però. Il violento convivente ha ancora le sue chiavi di casa. Quindi qualcosa deve fare e sceglie la strada dell’ammonimento del questore. Un intervento – previsto dalla legge – finalizzato a dissuadere lo stalker dal compiere ulteriori azioni persecutorie.
Così ieri pomeriggio la donna si è presentata in questura, chiamata da un attento funzionario di polizia, per formalizzare la richiesta. Ed è stata un’intuizione del funzionario, poi, a essere decisiva. Perchè, mentre il verbale veniva redatto, alla donna continuavano ad arrivare messaggi. Un rumore continuo a cui la donna non presta attenzione. E invece il poliziotto la invita a controllare: se è il suo persecutore, lo si può bloccare in flagranza di reato. A mandare quei messaggi è proprio lui. Sono diversi: messaggi di minaccia, poi audio in cui professa alla donna tutto il suo amore. Poi una foto, con una corda in mano. Come a dirle: senza di te la faccio finita.
Lei non gli dà peso, probabilmente non è neppure la prima volta. Solo che, dopo qualche minuto, la donna riceve una telefonata allarmata della ex moglie di lui. Ha telefonato anche alla ex, salutando tutti, bambini compresi. E allora il poliziotto intuisce che bisogna agire subito e dà l’allarme. L’uomo vive in un comune dell’hinterland, così si deve allertare la locale stazione dei carabinieri. Nel frattempo la vittima viene invitata ad andare sul posto, insieme a un’amica e all’ex moglie che ha le chiavi di casa.
Sono attimi, ma sembrano ore. Le donne lo trovano in casa, già cianotico in volto. Allora la vittima diventa salvatrice: non perde il controllo, lo tira giù e inizia a fargli le manovre salvavita. Il 118 arriva poco dopo. Gli operatori ci metteranno un’ora e 10 minuti per rianimarlo ma, se non ci fosse stato quel primo intervento, ora l’uomo sarebbe morto. Ora è fuori pericolo, anche se è stato ricoverato al San Carlo. E deve la vita all’intuizione di un poliziotto e alla donna che per mesi ha picchiato.

Condividi:

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

EDICOLA DIGITALE