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Domenico La Colla (frame dal Tgr Basilicata)

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La tavola calda di Domenico La Colla, “Dom’s”, si trova a 200 metri dall’Arena teatro dell’esplosione. Per lui le lodi del governatore e un premio

POTENZA – È partito 23 anni fa da San Chirico Raparo, nel Potentino, per realizzare il sogno di un ristorante italiano Oltremanica. Quel sogno si è realizzato ma lunedì sera per Domenico La Colla ha assunto i connotati dell’incubo, dopo l’esplosione che alle 22,30 ha causato la morte di oltre 20 persone – per lo più ragazzi – che stavano assistendo al concerto di Ariana Grande, idolo planetario dei teenagers, nell’Arena di Manchester. «Dom’s tavola calda», il ristorante di La Colla, si trova a 200 metri dall’Arena, sulla strada che dal palasport più grande d’Europa (21mila posti) conduce al centro della città inglese.

«Ho visto un fiume di gente che scappava e all’inizio non ho capito perché – ha raccontato a Repubblica –. Poi ho incontrato ragazze coperte di sangue e ho compreso». È a quel punto che La Colla decide di non chiudere il locale ma di “convertirlo” in una sorta di pronto soccorso: offre da bere e da mangiare e medica chiunque si trovi a passare nella fuga da quel luogo dell’orrore. «Me ne sono andato all’alba, non  dimenticherò questa nottata».

IL PLAUSO DEL GOVERNATORE  “La generosità e l’impegno dei lucani a sostegno di chi è in difficoltà non si fermano neanche davanti alle più grandi e imprevedibili tragedie. L’ennesimo esempio arriva da Domenico La Colla, originario di San Chirico Raparo, partito 23 anni fa dal paese lucano per aprire un ristorante a Manchester, proprio a 200 metri dall’Arena dove lunedì si è consumato l’ennesimo attentato terroristico. La Colla, con coraggio e generosità, subito dopo l’esplosione invece di chiudere il suo ristorante ha aperto le porte dell’esercizio commerciale trasformandolo in una sorta di ospedale da campo, offrendo assistenza e un ricovero sicuro a tutti coloro che fuggivano da quell’orrore. A La Colla va il plauso e il sentito ringraziamento mio personale e di tutti i lucani, sia per aver aiutato tanti ragazzi e i loro genitori con grande senso di generosità e responsabilità, ma soprattutto per aver rappresentato con quel gesto la faccia migliore della nostra regione, umile, coraggiosa, aperta e generosa. Mi farebbe piacere incontrarlo appena possibile, per ringraziarlo di persona e porgergli le più vive congratulazioni a nome di tutti i lucani che vivono dentro e fuori la Basilicata”. Lo ha detto il presidente della Regione Basilicata, Marcello Pittella.

SUBITO UN PREMIO  «Domenico La Colla  è il più bell’esempio di impegno prima di tutto civile e sociale degli operatori turistici lucani»:  è quanto sostiene il Centro Studi Turistici Thalia che ha deciso di conferire a La Colla il Premio Thalia 2017, il riconoscimento ogni anno assegnato ad operatori della “cultura dell’ospitalità” (di qui il simbolo della Musa Thalia) che si distinguono per la propria attività e per la passione con cui interpretano il mestiere di ristoratore o albergatore o agente di viaggio. «Aver prontamente trasformato il proprio ristorante nella città inglese, considerato il “tempio del vero gusto lucano ed italiano in Gran Bretagna”, in luogo di assistenza a quanti sono scampati all’attentato – sottolinea la nota del Cs Thalia – è un comportamento che va sottolineato e che nobilita con lui tutta la categoria di operatori che fanno della propria impresa o professione innanzitutto una missione di vita. Il Premio – dice Piero Scutari, presidente del Centro Studi – è soltanto un riconoscimento formale ma che al tempo stesso ha un valore di attaccamento di tanti professionisti lucani che in regione o fuori di essa praticano quotidianamente la “cultura dell’ospitalità”. Siamo felici di aver un nuovo “testimonial” di questa cultura».

Al riconoscimento del Cs Thalia si è associata Federalberghi-Confcommercio Potenza che attraverso il presidente Michele Tropiano si è detta onorata di poter incontrare quanto prima La Colla per esprimergli direttamente la gratitudine dell’intera categoria imprenditoriale. I valori etici e solidaristici che sono nel dna dell’impresa ricettivo-turistica lucana – dice Tropiano – sono esaltati dal gesto del nostro collega di San Chirico Raparo che come tanti ha avviato una sua attività all’estero sino a diventare un luogo del mangiare bene italiano.

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