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La Cassa edile di Potenza

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POTENZA – Avrebbe sottratto centinaia di euro al mese, per almeno dieci anni, accumulando un tesoretto che al momento viene stimato in 280mila euro, ma nelle prossime settimane potrebbe crescere non poco.

Sono le accuse per cui nei giorni scorsi è stato denunciato un contabile della Cassa edile di Potenza, che eroga gli assegni per 13sime, ferie, malattia e infortuni ai 6mila lavoratori del settore costruzioni della provincia del capoluogo. A raccontare l’accaduto ai carabinieri sono stati il presidente e il vicepresidente dell’ente, Antonio Giuzio e Vincenzo Iacovino, accompagnati dall’avvocato Giovanni Salvia.

Tutto è iniziato a fine marzo, quando la società di revisione incaricata di certificare il bilancio 2016, la Baker Tilly Revisa di Torino, ha comunicato ai vertici della Cassa di aver scoperto qualcosa che non andava. Una scoperta quasi casuale, perché le anomalie non si annidavano nei circa 10milioni di euro di prestazioni regolarmente erogate a lavoratori e imprese, ma nelle spese per il funzionamento dell’ente. Tanto che negli anni precedenti la stessa società non si era accorta di nulla. Analizzando quella voce, che da sola non vale più del 3% di tutto il bilancio, i revisori hanno messo in fila i costi sostenuti per personale, francobolli, fotocopiatori e quant’altro.

Così si sono accorti che le cifre non tornavano di circa 20mila euro, e, una volta segnalato l’ammanco ai vertici dell’ente, l’aria attorno al contabile si è fatta irrespirabile. Da Potenza è partita la richiesta di riprendere in mano il bilancio 2015, e i controlli hanno riscontrato la presenza delle stesse anomalie, per un totale di 41mila euro.

A quel punto il contabile è stato convocato dal direttore della Cassa, Francesco Marcone, e si è difeso negando ogni addebito. Ma il 5 aprile è stato licenziato in tronco, mentre veniva disposto il riesame anche degli anni precedenti, fino al 2007. A distanza di 2 mesi i risultati dell’inchiesta interna non sono ancora stati presentati, ma una prima stima parla di 280mila euro “spariti” da 10 anni a questa parte. Solo che resterebbero da valutare riscontri bancari e altre anomalie emerse strada facendo, quindi i conteggi potrebbero salire fino ai 450mila euro di cui si vocifera.

Stando a quanto ricostruito finora, il contabile in questione avrebbe intascato mensilmente piccole somme, variabili dalle poche centinaia ai mille e rotti euro, prelevandole direttamente dal cassetto dove passano i versamenti in contanti effettuati da diverse imprese. Quindi avrebbe gonfiato di una cifra equivalente le spese sostenute dall’ufficio.

Uno stratagemma difficile da scoprire, che gli avrebbe permesso di raddoppiare abbondantemente lo stipendio percepito per il suo lavoro. La Cassa edile di Potenza raccoglie circa 6mila lavoratori e un migliaio di imprenditori. In quanto ente paritetico è gestito assieme da sindacati e datori di lavoro. Si finanzia, come da contratto nazionale collettivo, con le ritenute sulla buste paga e oltre a erogare 13sime, ferie e assegni per malattia e infortuni (quest’ultimi “girati” attraverso le ditte) contribuisce alla spese mediche certificate degli iscritti e dei loro familiari, borse di studio per i figli e vari trattamenti assistenziali.

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