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I controlli anti-caporalato della Polizia di Potenza a contrada Matinelle (Palazzo San Gervasio)

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Convalidato l’arresto 32enne sudanese fermato venerdì. Sequestrata la contabilità dell’intermediario

POTENZA – Un foglio con i nomi di «91 cittadini extracomunitari» e le retribuzioni dovute per la raccolta dei pomodori nei campi di un secondo misterioso imprenditore.
E’ una «vera e propria contabilità» quella sequestrata dagli agenti della squadra mobile di Potenza al 32enne sudanese Hussin Abdelrahman, arrestato venerdì mattina per concorso in «intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro» con Domenico Ottaviano, imprenditore agricolo di Banzi.

Le paghe: solo 4 euro per ogni cassone di pomodori

Ieri mattina il gip Lucio Setola ha convalidato l’arresto del presunto bracciante-caporale, e il sequestro dell’auto che utilizzava per portare i compagni sui campi. Ma ha anche ridimensionato il suo ruolo «nel contesto complessivo dei fatti», puntando il dito contro un altro intermediario di manodopera rimasto nell’ombra e lo stesso Ottaviano. Per questo ha evidenziato l’opportunità di «un approfondimento» sui loro rapporti e la «contabilità» sequestrata nello zainetto del 32enne, che, a dire di quest’ultimo, farebbe riferimento al lavoro svolto nel 2016 per un secondo imprenditore della zona «con cui lavorava da anni, ma di cui non faceva il nome». Infine ha convertito la misura degli arresti domiciliari con l’obbligo di firma in caserma ogni due giorni, «negli orari e nei giorni che saranno individuati (…) tenendo presenti le esigenze di lavoro dello stesso».
I braccianti alloggiati nelle baracche di contrada Matinelle di Palazzo San Gervasio, per il gip, sarebbero stati tutti «chiaramente illecitamente sfruttati», benché regolarmente assunti, in quanto pagati non più di 4 euro per ogni cassone da 3 quintale di pomodori raccolti, e costretti a lavorare oltre sei ore al giorno senza «servizi igienici» né il «necessario per il primo soccorso», e «neanche un riparo dal sole e/o un luogo dove potersi rinfrescare». Di qui la conferma dei gravi indizi di colpevolezza a carico di Abdelrahaman che avrebbe svolto «sistematicamente tale attività di bracciante/gestore di braccianti».
Di diverso avviso l’avvocato del 32enne, Stefania Fiore, che nei prossimi giorni ha annunciato ricorso al Tribunale del riesame.
«Mi sembra anomalo – ha dichiarato Fiore al Quotidiano – che uno sfruttato possa essere considerato allo stesso tempo uno sfruttatore».  

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