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Il centro oli di Viggiano

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POTENZA – E’ l’area «a ridosso del Centro olio Val d’Agri» che va «da sud a nord comprendendo Viggiano» quella dove l’incidenza di mortalità e ricoveri associati alle emissioni dell’impianto Eni, tra il 2000 e il 2014, ha raggiunto i livelli maggiormente «significativi». E’ quanto evidenzia il gruppo di lavoro Ifc – Cnr, Università di Bari, Ise – Cnr, Isac – Cnr e Dep Lazio, nel «rapporto di sintesi», consegnato a fine giugno, sul progetto di Valutazione d’impatto sanitario del Centro olio dell’Eni, commissionato nel 2014 dai comuni di Viggiano e Grumento Nova.

LO STUDIO SHOCK SULLE MALATTIE DELLE DONNE

La realizzazione di un modello di diffusione delle sostanze immesse nell’aria dall’impianto è stato il primo passo per definire i livelli di esposizione della popolazione residente, e riscontrare come l’andamento di mortalità e ricoveri ospedalieri per una serie di patologie, dal 2000 al 2014, si colleghi alla maggiore o minore esposizione alle stesse. «Nel complesso dei due comuni – spiega lo studio costato 1.100.000 euro – l’aumento di mortalità risulta significativo per il sistema circolatorio e non significativo per i tumori allo stomaco e per il tumore al polmone. A livello comunale è significativa la mortalità per tutte le cause e per il sistema circolatorio a Viggiano. Questi valori sono ai limiti della significatività a Grumento Nova. Inoltre sono significativi gli eccessi per tumore al polmone a Viggiano e di tumore allo stomaco a Grumento Nova».

IL COMMENTO: IN VAL D’AGRI VA ESTRATTA LA VERITA’

Ma è soltanto sulle malattie cardiovascolari e respiratorie che gli esperti ritengono di aver individuato un probabile nesso causale con l’inalazione di sostanze inquinanti. Proprio perché i picchi di incidenza coincidono con zone particolarmente esposte ai fumi dell’impianto. Con «un eccesso di mortalità» in particolare «per malattie del sistema circolatorio nelle donne residenti a Viggiano, rispetto sia al livello medio di mortalità regionale sia a quello del complesso dei 20 comuni della Val d’Agri», che «depone a favore di un ruolo eziologico di esposizioni ambientali». Come pure «un rischio di sintomatologia respiratoria più pronunciato», sempre in prossimità del Centro olio.

Ieri mattina, dopo le notizie pubblicate dal Quotidiano del Sud, sono state ufficializzate le date in cui i risultati della Valutazione d’impatto sanitario verranno presentati alla cittadinanza: il 22 settembre a Viggiano e il 23 a Grumento Nova. In quella sede gli esperti del gruppo di lavoro guidato dal Fabrizio Bianchi dell’Ifc – Cnr di Pisa, mostreranno le mappe in cui hanno si evidenzia quanto scoperto. Poi spetterà alle amministrazioni decidere il da farsi, dopo le incertezze degli ultimi mesi e un’ultima riunione, il 1 agosto, della commissione Vis istituita con la partenza del progetto, in cui la compagnia petrolifera, messa di fronte ai dati, avrebbe chiesto e ottenuto tempo per contro-esaminare il lavoro svolto.

Anche per evitare confusione tra i rischi misurati, e delimitati geograficamente, e quelli percepiti. Una parte del progetto infatti, che è la prima vera indagine epidemiologica realizzata in Val d’Agri dall’avvio delle estrazioni, ha riguardato proprio l’atteggiamento psicologico rispetto al problema della popolazione di Viggiano e Grumento, rilevando «un’elevata percezione del rischio per ambiente e salute in tutta l’area» e una «scarsa fiducia nel ruolo informativo della pubblica amministrazione».

Motivo per cui gli esperti suggeriscono l’adozione di un «piano di comunicazione e di partecipazione che dovrebbe coinvolgere media, associazioni, pubblica amministrazione ed includere attività di formazione volte a migliorare l’informazione» sui pericoli. Il gruppo di lavoro consiglia anche di potenziare il sistema di monitoraggio, in particolare degli idrocarburi volatili, «a partire dalla realizzazione di una torre meteorologica affidabile», raccogliendo informazioni persino con «dosimetri personali» consegnati ai residenti nelle zone più a rischio. Quindi di aggiornare le valutazioni su emissioni e dati sanitari su base annuale, per tenere sotto controllo l’evoluzione della situazione.

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