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Alcune delle merci sequestrate dalla Gdf tra Melfi e Lavello

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Articoli di bigiotteria, materiale elettrico e giocattoli erano privi di etichette di conformità alle leggi in vigore e senza l’indicazione dei materiali utilizzati

POTENZA – Oltre 140mila prodotti non sicuri sono stati sequestrati dalla Guardia di Finanza di Rionero in Vulture in due negozi di Melfi e Lavello, in provincia di Potenza, gestiti da imprenditori di origine asiatica.

Articoli di bigiotteria, materiale elettrico e giocattoli erano privi di etichette di conformità alle leggi in vigore e senza l’indicazione dei materiali utilizzati.

Il maxi-sequestro a Rionero e Lavello ad opera della Guardia di Finanza di prodotti di vario genere, risultati essere non conformi alle prescrizioni in materia di sicurezza e di autenticità dei marchi di fabbrica, conferma il “messaggio” che Confcommercio Imprese Italia ha lanciato in occasione della recente Giornata Nazionale della Legalità: “il deficit di legalità è deficit di crescita”. A sottolinearlo è Confcommercio Potenza evidenziando che specie per i giocattoli e materiale elettrico a rischio è la sicurezza di bambini e persone come per i cosmetici e la bigiotteria a rischio è la salute delle donne che si affidano ad esercizi commerciali che non rispettano la legalità. Fattori ancora più rilevanti alla vigilia della stagione degli acquisti natalizi. 

A commercio e pubblici esercizi nel 2017 – afferma Fausto De Mare, presidente Confcommercio Potenza – secondo stime fatte dall’Ufficio Studi Confcommercio e diffuso in occasione della Giornata nazionale di Confcommercio “Legalità mi piace!”, l’illegalità è costata in tutto 28,4 miliardi, il 3,3% in più dell’anno precedente. Nel dettaglio 21,5 miliardi da imputare ad abusivismo, contraffazione e taccheggio, e 6,8 miliardi di costi da imputare a criminalità e cybercriminalità. Secondo l’indagine Confcommercio–GfK Italia sui fenomeni criminali circa un imprenditore su tre percepisce un peggioramento nei livelli di sicurezza per la propria attività rispetto all’anno scorso. Una sensazione forte soprattutto nel Centro Italia (43% del campione) e tra i venditori su aree pubbliche (46%, seguiti dai benzinai al 39%). A inquietare sono soprattutto l’abusivismo (in aumento per il 52% degli imprenditori) e i furti (in aumento per il 47%), seguiti da contraffazione (per il 40%) e rapine (per il 33%). Più contenuta la crescita percepita per i crimini tipicamente collegabili alla criminalità organizzata come usura (in aumento per il 18%) ed estorsioni (per il 16%). 

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