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Si tratta di addetti alle pulizie, ausiliari e dipendenti di San Carlo, Crob e Asp. I sindacati: «Il settore degli appalti pubblici rischia di diventare una polveriera sociale»

POTENZA – «Rischia di diventare una polveriera sociale il settore degli appalti pubblici in sanità. Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil di Basilicata – si legge in una nota – hanno proclamato lo stato di agitazione dei circa 360 addetti ai servizi di pulizia e ausiliariato all’Ospedale San Carlo e al Crob, dopo che nei giorni scorsi le stesse organizzazioni sindacali avevano proclamato lo stato di agitazione di altri 200 lavoratori circa impegnati nelle strutture sanitarie dell’Asp. La decisione dei sindacati è arrivata a seguito delle infruttuose riunioni con le direzioni dei due nosocomi nelle quali è emerso – denunciano i sindacati – un taglio del 30 per cento del monte ore, taglio che mette a rischio secondo i sindacati occupazione e salari. Stiamo parlando di lavoratori inquadrati prevalentemente con contratti part time a meno di 18 ore settimanali che rischiano di perdere il posto di lavoro o di vedere ulteriormente ridotta la propria busta paga». 

L’ennesima tegola per la sanità lucana, già segnalatasi tra le peggiori performance su scala nazionale se si guardano indicatori come l’emigrazione sanitaria o l’aspettativa di vita. Per non parlare del tempo medio di attesa se si chiama il 118: 27 minuti, dato che consegna alla Basilicata la maglia nera tra le regioni italiane (il tempo limite è fissato in 18 minuti). 

Nel mirino di Filcams Fisascat Uiltucs finiscono la stazione unica appaltante e la stessa Regione Basilicata, accusata dalle tre sigle sindacali di non vigilare come dovrebbe sul rispetto delle leggi, dei capitolati d’appalto e dei contratti nazionali di lavoro. I sindacati, che avevano denunciato criticità sugli appalti già nel 2015, contestano in particolare le modalità di assegnazione dei lavori che non tengono conto del criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa stabilita nei capitolati, col risultato paradossale che di fatto i lotti vengono assegnati secondo il tradizionale criterio del massimo ribasso con la conseguente compressione dei diritti dei lavoratori. 

Filcams, Fisascat e Uiltucs, nel rivendicare la convocazione urgente di un tavolo di confronto regionale su tutta la partita degli appalti pubblici e la costituzione della task force ad hoc promessa dall’assessore regionale alla Salute, Flavia Franconi, e mai implementata, invocano il rispetto delle regole, a maggior ragione in un settore particolarmente delicato, quale quello della sanità, che impone standard di qualità rigorosi a tutela della salute dei cittadini e degli utenti dei servizi sanitari”. 

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