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Il luogo dell'omicidio di Angela Ferrara a Cersosimo (foto Vincenzo Diego)

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Le parole di don Giacinto Giacobino. I pensieri erano rivolti soprattutto al povero bambino rimasto senza genitori

CERSOSIMO (PZ) – Ieri pomeriggio, alle 16 in punto, dopo giorni di straziante attesa, si sono svolti i funerali di Vincenzo Valicenti, il 41enne che sabato scorso, in un momento di follia e disperazione, ha ucciso la moglie Angela Ferrara e poi l’ha fatta finita a sua volta, premendo per l’ottava volta il grilletto della sua arma.
Tanta la folla e la commozione. Il piccolo paese, ai piedi dell’antica acropoli lucana, si è stretto attorno ai familiari, distrutti dal dolore, un dolore immenso, difficile da spiegare. Nella chiesa madre ha officiato don Giacinto Giacobino, che nell’omelia ha sottolineato  il dramma vissuto  dalla comunità: «Vincenzo amava Angela ma poi quell’amore è diventato possessivo, ossessivo, malato fino ad arrivare a un tragico epilogo. Mentre la domanda che ci poniamo da giorni e che ci fa interrogare è sempre la stessa: cosa potevamo fare per evitarlo? Una domanda che ci viene anche posta ma che non trova risposte».
Intanto, la madre piange la perdita del giovane figlio. Gli occhi spiritati nel vuoto, persi, un vuoto riempito da un dolore grande. Le rughe del viso diventano rivoli pieni di lacrime, che segnano il tempo e lo strazio. Una donna che ha conosciuto sacrificio e lavoro duro, per garantire un futuro migliore, di gioie, di feste, che pure ci sono state.
L’OMICIDA NEL RICORDO DEI COLLEGHI
Da queste parti nessuno ti regala niente. Tra queste colline il sacrificio nasce con il primo vagito, ma non ci si lamentava, è così per tutti. Oggi, invece, solo pianto, dolore e disperazione accompagnano il cammino, bagnato da un po’ di pioggia che scende giù dal cielo, lo stesso che accoglierà l’anima di Vincenzo. Ma più in là, a pochi passi dalla chiesa, sono le grida strazianti a rompere il silenzio, un silenzio irreale che mette i brividi, mentre gli occhi umidi di tanti non riescono ad incrociarsi: bassi, chiusi nel ricordo. Una terribile storia si è consumata velocemente. Si scuotono le teste, le mani si incrociano, le spalle tirate, le voci che da giorni continuano a ripetere la stessa cosa: non è possibile, è un brutto sogno. Eppure la bara è lì, davanti all’altare. Un cuscino di fiori e una croce coprono il mistero dell’uomo, oscuro, difficile da capire. La chiesa madre è gremita. Altra gente: amici, parenti, nella strada davanti al sagrato, non si danno pace. Ci si interroga sul fato, sul senso della vita e della morte. Poi il pensiero corre lontano, si pensa al figlio, solo al mondo, un mondo avaro che non ha dato ciò che ha promesso.
Sul fronte delle indagini, intanto, la Procura di Lagonegro ha dato il nulla osta per la restituzione delle salme su cui non è stata disposta l’autopsia poiché la dinamica è stata chiara sin dal primo momento. Angela Ferrara è stata uccisa con sette colpi di arma da fuoco esplosi dalla pistola di servizio dal marito. Aveva deciso di lasciarlo a luglio ed era andata a vivere dalla madre. Sabato mattina era con lei in auto davanti alla scuola dove il figlio di sette anni era appena stato accompagnato. Valicenti l’ha raggiunta ed ha sparato, ferendo in modo non grave anche la suocera  (IL RACCONTO DEI TESTIMONI)  che ha già lasciato l’ospedale di Potenza dove era stata inizialmente ricoverata.
Angela Ferrara era molto amata nella sua Cersosimo, appena 600 abitanti, ed in tante località della Basilicata dove la sua poesia e la sua scrittura erano apprezzate.  
Oggi a Cersosimo l’ultimo saluto ad Angela, la poetessa e scrittrice di libri per l’infanzia: per lei il sindaco di Cersosimo, Antonio Armando Loprete, ha proclamato il lutto cittadino.
Il primo cittadino ha invitato i cittadini e le attività commerciali ad osservare momenti di riflessione e fermarsi durante il rito delle esequie che si terrà alle ore 16 nella parrocchia dell’Assunzione della Beata Vergine Maria, la stessa dove ieri si sono svolte le esequie di Valicenti.  
La decisione di proclamare il lutto cittadino solo per l’addio ad Angela Ferrara è stata una chiara volontà, espressa dal paese.
Anche se sono due le famiglie che soffrono, è Angela la vittima.

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