X
<
>

Condividi:
2 minuti per la lettura

POTENZA – La copertura del PalAlberti di Lauria, che il 13 dicembre dell’anno scorso è stata sollevata dal vento ed è precipitata sui capannoni attigui, uccidendo la 28enne Giovanna Pastoressa e ferendo una decina di altre persone, sarebbe stata montata male, senza piegare i ferri per agganciarla al resto della sruttura, ma anche «in assenza di autorizzazione», a febbraio del 2017. Due anni e mezzo prima del deposito di tutta la documentazione richiesta dagli uffici comunali e regionali per concedere il via libera a una variante progettuale che ne avrebbe reso «più snella» la struttura. Quando in realtà era già al suo posto da un pezzo.

C’è anche questo “giallo” nella relazione dei consulenti incaricati dal gip di Lagonegro Ennio Trivelli per l’incidente probatorio a carico dei 9 indagati per l’accaduto, tra progettisti, costruttori e responsabili del cantiere, che ora rischiano di finire a processo per omicidio, disastro e lesioni colpose.

Il professor Luciano Rosati, della Federico II di Napoli, l’ingegnere Giuseppe Giannattasio e da Cristoforo Demartino, assistente professore della Zhejiang University/University of Illinois, ne parlano a lungo in più punti della relazione spiegando come «circa 3 mesi prima della consegna del progetto di variante strutturale al progetto originario, in data 18 maggio 2007, la nuova copertura fornita dalla Ditta Habitat Legno spa e progettata dall’ingegnere Giovanni Grazioli fosse stata non solo già montata (…) ma anche contabilizzata e pagata alla ditta esecutrice».

I consulenti spiegano che alla base della modifica progettuale ci sarebbe stato un «parere da parte dei vigili del fuoco che aveva ridotto il grado di sicurezza al fuoco delle strutture della copertura», e questo avrebbe «consentito un sensibile alleggerimento delle travi principali».

Quanto al perché di questa anticipazione del montaggio i consulenti parlano di «motivi che non è stato possibile appurare», e di una situazione oltremodo «singolare» che ha portato, due anni dopo, a un’autorizzazione «puramente formale, in quanto la copertura del PalaAlberti era stata materialmente realizzata due anni prima». Come formali devono essere stati i controlli sul cantiere mentre venivano realizzate queste operazioni non autorizzate.

Nel mirino dei pm di Lagonegro ci sono: l’architetto Francesco Mitidieri di Latronico; l’ex sindaco di Lauria, Gaetano Mitidieri (progettista strutturale), i responsabili comunali del cantiere Pasquale Alberti (attualmente in comando alla Regione Basilicata) e Francesco Cerbino (in pensione), l’ingegnere Attilio Grippo («progettista di fatto»), gli imprenditori cosentini Giacomo De Marco, della ditta esecutrice dei lavori, e Antonio Fernando Garofalo (cemento armato, e Giovani Grazioli e Natale Albertani, progettista della copertura e legale rappresentante della Habitat Legno di Edolo.

Condividi:

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

EDICOLA DIGITALE