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Henry John Woodcock e Francesco Curcio ai tempi in cui lavoravano assieme a Napoli

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Tornano in Tribunale 3 investigatori scelti della Polizia municipale: si occuperanno soltanto di indagini sulla pubblica amministrazione

POTENZA – La Procura della Repubblica di Potenza riavrà una squadra anti-corrotti come ai tempi del pm Henry John Woodcock.

E’ la svolta impressa dal procuratore capo Francesco Curcio e dal procuratore generale della Corte d’appello Armando D’Alterio, che ha giugno hanno inviato una lettera al Comune di Potenza per chiedere l’applicazione di 3 investigatori scelti della Polizia municipale, il vicecomandante Maria Carmela Senatore e gli ispettori Michele De Felice e Giusi Torre.

I due magistrati hanno evidenziato lo «sforzo di attuare un incisivo contrasto alle infiltrazioni criminali all’interno della pubblica amministrazione e di reprimerne i fenomeni d’illegalità all’interno degli enti e degli uffici pubblici». Per questo hanno annunciato l’intenzione di destinare una delle aliquote di polizia giudiziaria della Procura «esclusivamente allo svolgimento delle indagini in tema di reati contro la pubblica amministrazione». Di qui la richiesta di applicazione dei 3 investigatori della municipale, «già distintisi in passato per attività investigative svolte (…) nell’ambito della sezione di polizia giudiziaria della Polizia locale, oggi non più esistente», a causa della mancanza di un numero «sufficiente e adeguato» di personale «in possesso dei titoli culturali e dell’esperienza necessaria».

Il procuratore capo di Potenza rimette assieme dopo 11 anni il gruppo di Woodcock: loro l’inchiesta da cui partirono il Savoiagate e Vallettopoli

Il via libera della giunta comunale guidata dal sindaco Dario De Luca è arrivato giovedì, ma la squadra dovrebbe diventare operativa non prima del 1 gennaio, per permettere all’amministrazione di trovare dei sostituti, stante il divieto, causa dissesto, di assunzioni a tempo determinato, che scade il 31 dicembre. 

Senatore e De Felice torneranno in servizio a tempo pieno in Tribunale 11 anni dopo il loro burrascoso rientro in Comune, su cui accese i riflettori anche l’allora pm Luigi De Magistris.

All’epoca, infatti, si stavano occupando con la Squadra mobile delle inchieste più delicate coordinate da Woodcock, scaturite proprio da una verifica della municipale sui soldi versati da un’anziana signora a un sedicente dipendente comunale per l’assegnazione di un abitazione a Bucaletto.

Da quella vicenda, grazie a una serie di intercettazioni mirate, sarebbero venuti fuori i principali colpi investigativi del pm anglo-napoletano, con alterne fortune processuali, dall’arresto di Vittorio Emanuele di Savoia (assolto), a quello di Fabrizio Corona (il primo), passando per Vallettopoli e il Totalgate.

Per questo a Catanzaro sospettarono che dietro il loro rientro in Comune ci fosse la volontà di “azzoppare” il lavoro di Woodcock (ipotesi in seguito archiviata). Mentre l’allora procuratore generale segnalò al Ministero della giustizia il loro impiego privilegiato al posto dei tradizionali corpi investigativi di Polizia, Carabinieri e Guardia di finanza, facendo scattare un’ispezione in Procura.

Più di recente, nonostante il trasferimento di Woodcock a Napoli e il tempo risicato a disposizione, la firma di Senatore, De Felice e Torre è comparsa anche nell’inchiesta sui falsi ciechi e le mazzette all’oculista dell’Asp, Massimo Pagliara. Oltre che negli atti del filone “pulizie” delle indagini sul dissesto del Comune.

Nei mesi scorsi il procuratore capo di Potenza Francesco Curcio, insediatosi a marzo, ha proposto l’istituzione anche di una squadra speciale contro il crimine organizzato, con l’apertura di una sezione della Direzione investigativa antimafia, assente soltanto in Basilicata e in altre 4 regioni italiane: Valle d’Aosta, Marche, Abruzzo e Molise.

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