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MARATEA (POTENZA) – Percepiva il reddito di cittadinanza, ma lavorava “in nero”: un uomo è stato scoperto e denunciato dai militari della tenenza di Maratea della Guardia di Finanza. Le Fiamme Gialle hanno scoperto il lavoratore durante controlli effettuati su un’impresa di trasporto merci: oltre all’uomo denunciato, ne è stato scoperto un altro “completamente in nero” e, di conseguenza, al titolare della ditta è stata applicata una sanzione amministrativa.
Le Fiamme gialle della cittadina tirrenica hanno scoperto che il titolare della ditta impiegava due lavoratori completamente in “nero” – uno poi prendeva il reddito di cittadinanza – in quanto, dall’esame della documentazione esibita e dalle dichiarazioni rese dal personale intento in attività lavorativa, non risultava alcun rapporto contrattuale con il datore di lavoro, inadempiente anche in ordine agli obblighi di natura previdenziale ed assistenziale.

Più nel dettaglio, i finanzieri hanno sottoposto a controllo una ditta individuale che, dopo aver consegnato ad un acquirente privato un ingente quantitativo di legna da ardere, ometteva il rilascio della ricevuta fiscale. Durante le operazioni di servizio, venivano identificati 2 lavoratori che collaboravano con il titolare della ditta nelle operazioni di scarico e consegna della merce, risultati essere completamente in nero. I successivi approfondimenti delle posizioni relative ai lavoratori dipendenti, eseguiti attraverso la consultazione delle banche dati, consentivano di appurare che uno dei lavoratori risultava essere beneficiario del “Reddito di cittadinanza”. A carico del datore di lavoro, sono state applicate sanzioni amministrative da un minimo di 2.460 euro a un massimo di 26.260, comprensive di una maxi-sanzione non sanabile prevista nel caso di impiego irregolare di lavoratori percettori del reddito di cittadinanza e la conseguente segnalazione agli Uffici competenti.

Il lavoratore, invece, è stato segnalato alla locale Autorità Giudiziaria, ai sensi dell’art. 7, comma 2, del decreto legge n. 4/2019, convertito dalla legge nr. 26/2019, norma che sanziona, con la reclusione da uno a tre anni, l’omessa comunicazione della variazione del reddito o del patrimonio nonché di altre informazioni dovute e rilevanti ai fini della revoca o della riduzione del beneficio e, laddove intervenga una condanna definitiva, prevede la revoca del beneficio con effetto retroattivo.

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