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POTENZA – Salta la “fase 1” del «potenziamento» del reparto di terapia intensiva del San Carlo di Potenza, annunciato sabato sera dal governatore Bardi (LEGGI LA NOTIZIA). Dopo il clamore suscitato dal decesso di alcuni pazienti affetti da covid 19, rimasti troppo a lungo in attesa di un tampone. Nel frattempo, però, muove i primi passi anche l’inchiesta della procura del capoluogo, che intende far luce sull’accaduto. Con l’autopsia sul corpo del blogger Antonio Nicasto, fissata per domani mattina, e gli avvisi di garanzia ai medici che l’hanno avuto in cura.

Si è risolto con un nulla di fatto il primo giorno del nuovo corso della rianimazione dell’azienda ospedaliera regionale, variamente inteso come un «potenziamento», non richiesto, o un «commissariamento», di fatto, a seconda che degli occhi con cui lo si guarda.

A intralciare il piano della direzione generale del San Carlo e della task force regionale incaricata di gestire la crisi sanitaria scatenata dall’epidemia di coronavirus è stata l’indisponibilità manifestata, dal primario anestesista di Melfi, Felice Severino. Motivata, ancora una volta, da insondabili ragioni personali.

Proprio Severino, infatti, era stato individuato per guidare il gruppo dedicato ai pazienti affetti da covid 19 all’interno della terapia intensiva in luogo di Giuseppe Guarini. Benché l’ordine di servizio a firma del dg Massimo Barresi, con cui è stato chiamato a Potenza, parlasse solo di «supporto logistico-operativo».

Col suo ritorno a Melfi, quindi, anche Guarini dovrebbe restare al suo posto. Mentre il ritorno dell’ex primario in pensione Luigi De Trana pare aver perso quel carattere “ostile”, con cui si era palesato all’indomani dell’esplosione delle polemiche per una serie di decessi registratisi a stretto stretto giro all’interno del reparto. Su tutti quelli dell’imprenditore potentino Palmiro Parisi, morto due domeniche fa, e del presidente del Paterno calcio, Donato Russo. Seguiti dal dramma per il 38enne di Rapolla, Pino Larotonda, e dalla sollevazione collettiva per il tragico destino di Nicastro, che per primo aveva denunciato pubblicamente i ritardi nell’effettuazione dei tamponi.

Il “flop” del cambio della guardia annunciato tra gli anestesisti del San Carlo sarà al centro, con ogni probabilità, della riunione della task force regionale incaricata di gestire la crisi sanitaria prevista per oggi. Assieme alle richieste di una correzione di rotta che continuano ad arrivare da più parti e alla proposta di introdurre anche in Basilicata, come il Lombardia e in Toscana, l’obbligo di indossare le mascherine (anticipata sull’edizione di ieri della Gazzetta del Mezzogiorno).

Sul fronte giudiziario, invece, la tensione è tutta rivolta all’autopsia di domani, a cui potranno partecipare i consulenti di parte dei medici che hanno avuto in cura Nicastro, da quando era a casa alle sue ultime ore in ospedale. Inclusi quelli che lo hanno “respinto” dal pronto soccorso del San Carlo, senza effettuargli nemmeno un tampone, una settimana prima dell’aggravamento delle sue condizioni e dell’ingresso nella terapia intensiva. Lì dove ha trovato la morte, e si è abbattuta subito la reazione dei vertici di via Verrastro.

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