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POTENZA – Persone scelte «a casaccio» spinte a sottoporsi ai test della campagna epidemiologica che dovrebbe concludersi oggi nell’ex zona rossa di Tricarico. Un’imperizia che rischia di rendere «distorto e deficitario l’intero studio».

E’ la denuncia indirizzata ieri mattina da un’insegnante di Tricarico, Angelo Scaiano, al direttore amministrativo dell’Azienda sanitaria di Potenza, Giuseppe Spera, su quanto sta avvenendo nella cittadina arabo-normanna. Il secondo centro lucano oggetto di indagine sulla diffusione del covid dopo Moliterno, dove i 1004 cittadini esaminati sono risultati, a sorpresa, tutti negativi e mai entrati in contatto col virus. La polemica, innescata dall’opposizione in consiglio comunale venerdì, si è riaccesa mentre la Basilicata, per il terzo giorno consecutivo, si conferma regione a contagi zero. Anzi addirittura a contagi negativi, dal momento che il numero dei falsi pazienti covid è salito a 18, riducendo a 387 i casi complessivi con 153 pazienti attualmente positivi e 202 guariti.

Ieri in serata, infatti, il Comune di Accettura ha segnalato il caso di una signora, che potrebbe essere risultata contagiata da un primo tampone per una banale «interferenza» con i farmaci che assume. Mentre i test successivi hanno escluso la sua positività. D’altro canto, da Matera, è arrivata anche la notizia della 27sima vittima lucana: un 80enne di Bernalda che era ricoverato nel reparto di terapia intensiva. Lì dove resta ancora un ultimo paziente a combattere tra la vita e la morte.

Nella lettera al direttore generale dell’Asp, la professoressa Scaiano spiega di aver registrato la telefonata con una consigliera comunale che l’avrebbe chiamata «dal Comune» per convocarla nella palestra dove si stanno svolgendo gli esami della campagna epidemiologica in corso a Tricarico. «Alle mie domande per sapere chi e perché ha deciso di interpellarmi – spiega -, mi viene risposto che il mio nominativo è stato fornito dalla Regione, ma che poi deve ritornare alla Regione se decido di accettare, senza alcuna delucidazione su come il tampone debba essere effettuato, se devo andare io, tutta la famiglia o chi».

«Questa surreale comunicazione – aggiunge – non è stata riservata soltanto a me, ma da questa mattina la medesima consigliera, coadiuvata anche dagli assessori (che hanno contattato telefonicamente altri miei familiari) ha ricercato in tale maldestro (per usare un eufemismo) modo i cittadini di Tricarico da inviare al palazzetto per arrivare al numero dei 1100 del campione».

«Che criterio statisticamente e scientificamente valido è questo?» Si domanda allora la professoressa. «L’imperizia con cui qui a Tricarico si stanno ricercando, rincorrendo, acchiappando a casaccio 1100 persone, non avrà alcuna attendibilità scientifica, anzi, a mio parere, renderà distorto e deficitario l’intero studio sulle zone rosse lucane. E ciò a fronte di un ingente investimento economico che è a carico di tutti noi». «La traduzione delle specifiche in un elenco è stata demandata alle amministrazioni comunali». Così il direttore amministrativo dell’Asp ha risposto a stretto giro a Scaiano, spiegandole che la scelta dei cittadini da sottoporre a tampone è stata demandata dai comuni interessati delle indagini epidemiologiche in questione.

Al Quotidiano, Spera ha poi aggiunto di aver interloquito col primo cittadino di Tricarico, Vincenzo Carbone, che gli avrebbe assicurato che le telefonate «dell’ultimo minuto» sono state limitate alle «sostituzioni di persone incluse in elenco ma non presentatesi, con profili analoghi, in maniera da evitare di perdere l’opportunità dell’indagine». l.a.

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