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POTENZA – E’ stata lasciata alle cure della badante moldava nonostante da giovedì scorso si sapesse che quest’ultima era positiva al covid 19 (LEGGI LA NOTIZIA). Risultato? Come prevedibile è stata contagiata anche l’assistita, che a 90 anni rientra nella categoria dei soggetti più a rischio. Quindi ricovero per entrambe, da ieri, al San Carlo di Potenza.

Disastro a Moliterno. Positiva la 90enne lasciata (incredibilmente) alle cure di una delle due moldave infette. Entrambe adesso sono ricoverate al San Carlo di Potenza. Il Comune rassicura

Assomiglia a un piccolo, ma significativo, disastro sanitario quello che si è materializzato nelle ultime ore a Moliterno, dove è stato appena registrato il primo contagio locale in regione da quello della scorsa settimana di un’altra novantenne, a Matera, testata prima dell’ingresso in una casa di riposo.

La notizia della positività dell’anziana di Moliterno è arrivata ieri mattina, con l’esito degli esami sui tamponi prelevati martedì anche a lei e al nipote 40enne, che frequentando l’abitazione della zia aveva avuto contatti a sua volta con la badante, e una collega-connazionale di quest’ultima, pure positiva al covid e ospitata in un appartamento attiguo dal loro arrivo in paese (10 giorni fa). Tamponi di controllo, per la precisione, dopo quelli prelevati a entrambi venerdì scorso che erano stati inviati a Foggia, nel laboratorio dell’Istituto zooprofilattico di Puglia e Basilicata, ma erano stati processati soltanto lunedì (con un certo disappunto generale per il ritardo), ed erano risultati negativi. Facendo tirare un respiro di sollievo a mezza Moliterno.

L’uomo è risultato ancora una volta negativo e tanto è bastato all’amministrazione comunale per escludere «rischi di contagio esterni relativi a questo focolaio». Scongiurato quindi, almeno all’apparenza, il rischio di un nuovo picco di contagi in paese come quello che a metà marzo ha trasformato il centro valdagrino nella prima zona rossa lucana. E’ chiaro, tuttavia, che l’accaduto ripropone con forza il dibattito sull’opportunità di aprire strutture tipo lazzaretto per ospitare i pazienti con sintomi lievi o asintomatici per evitare i contagi domestici. Come pure sull’accoglienza in ambienti attrezzati di pazienti soltanto sospetti ma comunque bisognosi di assistenza continua, quale era l’anziana dopo la conferma sul contagio della sua badante. Quale che sia il decorso della loro malattia. Basti pensare che martedì sera, dopo il ricovero della badante (inizialmente asintomatica e peggiorata col passare dei giorni), a prendersi in carico la novantenne, che attendeva ancora di conoscere l’esito del secondo tampone (e ieri è stata ricoverata in via prudenziale), era stata l’altra moldava, positiva a sua volta. Sicché nel caso che fosse scampata al contagio con la prima sarebbe potuta incorrerci facilmente con la seconda, mentre veniva aiutata a lavarsi o a mangiare.

Ieri sul caso sono intervenuti anche i segretari regionali di Cgil, Cisl e Uil Basilicata, Angelo Summa, Enrico Gambardella e Vincenzo Tortorelli, chiedendo al governatore Vito Bardi un censimento sugli arrivi dai paesi non Ue.

«Anche nella nostra regione (…) sussiste un problema circa il tracciamento dei cittadini stranieri dei paesi fuori dal contratto di Schengen che fanno ingresso in Basilicata anche per motivi lavorativi». Hanno spiegato i sindacalisti. «Ci risulta che queste persone non vengono censiti».
«Ricordiamo che oltre ad essere tenute alla quarantena, queste persone possono eventualmente essere sottoposte a tampone per provenienza da aree a rischio. Il presidente Bardi – concludono i sindacalisti – intervenga con provvedimenti adeguati per normare questa situazione».

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