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POTENZA – Due sorelle coi rispettivi consorti, rientrati nei giorni scorsi dalla Sardegna a Lauria, e già risultati positivi al test rapido effettuato allo sbarco nel porto di Civitavecchia. Più una donna di Potenza che era tornata poco dopo Ferragosto da una visita ai suoi parenti a Napoli, e da circa una settimana avrebbe iniziato a manifestare sintomi sospetti. Quindi si è isolata nella sua abitazione del quartiere di Bucaletto.

E’ salito di altri 5 casi il conteggio complessivo dei pazienti affetti da covid 19 in Basilicata. Un incremento che, unito ai 15 casi comunicati giovedì dalla task force regionale incaricata della gestione della crisi sanitaria, i 7 del giorno successivo, e i 12 di sabato (7 riferiti ai tamponi effettuati venerdì e 5 a quelli del giorno dopo), ha fatto salire a 93 il numero dei contagiati sicuramente presenti in regione.

Il loro numero, in realtà, sale facilmente oltre i 100 se ai 59 residenti segnalati dalla task force regionale, incaricata della gestione della crisi sanitaria, si aggiungono i 48 non residenti indicati dalla stessa task force. Ma nei conteggi ufficiali risultano ancora, formalmente, sul territorio lucano anche un numero cospicuo di richiedenti asilo e almeno 2 lavoratori stagionali che hanno fatto perdere le loro tracce dopo aver saputo della positività al covid 19, o sono stati trasferiti nell’ospedale militare del Celio, a Roma. Per questo la cifra reale dei contagiati presenti dovrebbe attestarsi a 93 in attesa del prossimo bollettino epidemiologico e del riscontro di almeno un altro caso segnalato, a Policoro, dove un cittadino straniero si è sottoposto al tampone in un centro privato ed è risultato positivo.

E’ arrivata da un centro privato anche la notizia dell’ultimo contagio nel capoluogo, dove si teme un nuovo focolaio dopo quello dei 6 che sarebbero stati infettati un gruppo di amici rientrato dalle vacanze fuori regione. L’ultimo dei quali, in particolare, sarebbe stato raggiunto a Roma dall’esito del tampone effettuato a Moliterno, lungo la strada per tornare nella capitale dalla Calabria, dove aveva lasciato i genitori appena rientrati a casa e attualmente in quarantena.

Tra gli ufficiali sanitari addetti al tracciamento epidemiologico, tuttavia, il livello di allarme pare basso, in considerazione del livello di socialità ridotto della paziente, che non lavora e si è isolata alla comparsa dei primi sintomi.

Dovrebbero essere effettuati oggi, invece, i tamponi necessari per provare a circoscrivere eventuali contagi tra i contatti del richiedente asilo ghanese ricoverato da sabato nel reparto Malattie infettive del Madonna delle Grazie di Matera. Ed è qui che si teme il peggio, dal momento che l’uomo era ospite di un programma di accoglienza che gestisce vari appartamenti in città e non è chiaro dove abbia potuto contrarre il covid 19. Un’incertezza che alimenta il sospetto di una circolazione particolarmente intensa del virus all’interno della città dei Sassi, di cui oggi è dato osservare soltanto la minima parte.

Ieri anche il sindaco di Lauria, Angelo Lamboglia, ha voluto confermare i quattro nuovi casi nel suo paese.

«Trattasi di soggetti sottoposti in un primo momento a test rapido, non appena rientrate a Roma, e poi a tampone non appena giunti a Lauria dove stanno osservando, sin dal rientro, l’isolamento». Ha spiegato il primo cittadino, che si è mostrato stizzito per non aver ricevuto una comunicazione telefonica dell’esito dei tamponi venendo anticipato dalla Tgr nella comunicazione alla cittadinanza.

Lamboglia, che era comunque a conoscenza dell’effettuazione dei tamponi e avrebbe potuto apprendere in tempo reale il loro esito dal sistema informatico riservato ai sindaci, ha sottolineato le «specifiche responsabilità in termini di ordine e sicurezza pubblica» del suo ruolo istituzionale. «Soprattutto con una pandemia in atto – ha aggiunto – quale quella attuale che sta mettendo a dura prova la tenuta sociale di interi territori».

«Forse qualcuno – ha concluso Lamboglia – dovrà rispondere di un tale atteggiamento, molto diffuso, che può avere riverberi anche da un punto di vista dell’ordine e della sicurezza pubblica». Infine ha invitato tutti, ancora una volta, a non far partire le solite, infami, «cacce agli untori».

Poco prima di ferragosto, a Lauria era stata registrata una falsa positività in riferimento ad una donna di 87 anni, sottoposta al prelievo in previsione di entrare in una Rsa. Il primo vero infetto residente, invece, era stato registrato ad aprile: un autotrasportatore che viaggiava molto, in particolare nell’Italia settentrionale. A questo, nel mese di maggio, era seguito il secondo caso di un operaio rientrato ancora dal nord. Entrambi, per fortuna, sono guariti da tempo.

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