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Roberto Cifarelli

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POTENZA – I giudizi della commissione esaminatrice sui quattro finalisti della selezione per il posto da direttore generale del Crob di Rionero: «sono stati segretati, ovvero non sono stati proprio espressi su richiesta del dipartimento regionale?» È il quesito scottante rivolto ieri dal capogruppo Pd in Consiglio regionale, Roberto Cifarelli, al presidente della commissione Affari istituzionali, il leghista Pasquale Cariello, e indirettamente al giunta e al governatore Vito Bardi.

Martedì, come raccontato dal Quotidiano nell’edizione di ieri, la commissione aveva negato per la seconda volta la presa d’atto della nomina a dg del romano Gerardo Di Martino, giudicando non soddisfacenti i chiarimenti richiesti alla giunta, in base alle prerogative riconosciute al Consiglio dallo Statuto regionale, sul possesso dei requisiti professionali previsti per l’incarico. A distanza di qualche ora, quindi, Cifarelli ha voluto ribadire, nero su bianco, le sue perplessità. «Quali sono le ragioni – si domanda il capogruppo dem – per cui in difformità dalle previsioni di legge, nella delibera di nomina del nuovo dg, a conclusione del procedimento di selezione non risultano indicati i giudizi di valutazione della commissione esaminatrice (…) sui singoli candidati, ma semplicemente appare la indicazione della idoneità del candidato».

Cifarelli ricorda la sentenza del Tar degli inizi di agosto, «che ha annullato la nomina del dg Massimo Barresi per assenza di specifica motivazione nella scelta effettuata dalla giunta regionale che, in quel caso, si era limitata a riprodurre il giudizio della commissione, senza motivare le ragioni della scelta». Quindi incalza la giunta chiedendo: «per quali ragioni nella nomina del nuovo dg del Crob di Rionero, ancorché in assenza di espressi giudizi di valutazione della commissione sui singoli candidati idonei, la giunta ha omesso ogni specifica motivazione nella scelta del dg nominando Gerardo Di Martino?» In ultima istanza, quindi, il consigliere dem chiede «di poter prendere visione dei verbali della commissione esaminatrice e dei curriculum dei candidati idonei», sollecitando un riscontro «quanto prima e nella maniera più consapevole ed esaustiva possibile». Si ricorda che da Statuto il Consiglio può chiedere chiarimenti alla giunta sul «possesso dei requisiti professionali previsti» da parte di chi è stato nominato alla guida di enti e aziende regionali.

Inoltre, «ove la giunta non fornisca i chiarimenti richiesti entro il termine perentorio di trenta giorni», lo Statuto prevede che «la nomina deve ritenersi inefficace». Nella “carta” regionale, però, non si spiega quale sia l’effetto della mancata presa d’atto di un incarico perché i chiarimenti offerti nei tempi previsti, come avvenuto in questo caso, vengono ritenuti «insoddisfacenti».

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