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POTENZA – Fino a quando anche il secondo tampone non confermerà la negatività ben 25 agenti del Reparto prevenzione crimine, che ha la sua sede nella caserma Zaccagnino di via Lazio, dovranno rimanere in quarantena fiduciaria dopo che un altro agente, non residente a Potenza, è risultato positivo al Covid-19.

Una positività che probabilmente potrebbe essere legata al focolaio nella Rsa.

L’agente non è ricoverato e si trova nella sua abitazione. Le sue condizioni non desterebbero preoccupazioni.

Immediatamente i colleghi, come detto, sono stati messi in quarantena fiduciaria (il primo tampone ha già dato esito negativo) e si è proceduto alla sanificazione non solo degli uffici, ma anche della mensa e degli alloggi destinati agli agenti. Mensa, uffici e alloggi che si trovano all’interno della “Zaccagnino”.

Nessun problema, fortunatamente, nella sede della Questura di viale Marconi dove comunque si è proceduto alla sanificazione degli spazi. Né il questore, né i dirigenti né gli agenti in servizio in Questura sono stati sottoposti a tampone visto che non hanno avuto contatti diretti con il collega trovato positivo. E questo perché l’Ufficio prevenzione crimine ha sede nella caserma Zaccagnino ed è alle dirette dipendenze del ministero dell’Interno.

Diverso ovviamente il discorso per i 25 colleghi che con l’agente risultato positivo hanno condiviso comunque gli spazi riservati ad uffici che si trovano nello stabile di via Lazio.

Venticinque agenti che dopo essere risultati negativi al primo tampone attendono l’esito del secondo.

Secondo tampone a cui sarebbero stati già sottoposti in un laboratorio privato e che avrebbe dato esito negativo anche se si attende la contro verifica da parte del laboratorio di Microbiologia, diretto da Antonio Picerno, dell’ospedale “San Carlo di Potenza”.

E dire che la maggior parte degli agenti oggi in quarantena fiduciaria sono stati impiegati nei mesi caldi dell’emergenza a Codogno, il comune lombardo in provincia di Lodi, dove il 20 febbraio scorso fu ricoverato Mattia, ovvero il cosiddetto Paziente 1 ad avere contratto il Covid-19 in Italia.

Agenti che davvero si trovarono in prima linea in quella Lombardia devastata dal virus. Virus che ha mietuto vittime su vittime nelle Rsa.

E oggi il destino beffardo ha voluto che proprio il focolaio nella Rsa di Marsicovetere contagiasse un agente in servizio all’ufficio prevenzione crimine facendo sì che gli altri 25 colleghi, compreso il dirigente, venissero messi in quarantena fiduciaria.

E su quanto accaduto è intervenuto il segretario regionale del Siulp Basilicata, Remo Buonsanti.

«La crisi dell’organico della Polizia di Stato – ha dichiarato in una nota – è tale che anche i medici non ci sono» e nonostante «negli ultimi 10 anni siano stati banditi 8 concorsi, i numeri dei neo “dottori” è stato così basso da non garantire un adeguato turn-over». E così la Questura di Potenza non «ha più nemmeno un medico in servizio permanente» visto che quello che c’era è andato in pensione. «Una situazione questa, ampiamente preventivata e sicuramente ben documentata dall’amministrazione locale a quella centrale anche a seguito delle preoccupazioni espresse dalla segreteria provinciale del Siulp di Potenza».

E «proprio in questi giorni è stato deciso che il medico della Polizia di Stato di un’altra provincia e di altra regione sarà presente un solo giorno a settimana a Potenza, per non paralizzare le molteplici ed importanti incombenze che tale ruolo riveste, le visite mediche, le commissioni, la medicina del lavoro ma, soprattutto per l’attuale criticità sanitaria derivante dall’emergenza da Covid-19 per cui il Questore di Potenza necessità quotidianamente di interloquire con il sanitario della Polizia di Stato al fine di attuare le linee guida sulle procedure da adottare nei casi prescritti».

Come la situazione dei «26 agenti del Reparto prevenzione crimine “Basilicata” posti in quarantena domiciliare» che di fatto ha anche «fermato un reparto operativo della Polizia di Stato».

Almeno «speriamo – ha concluso Remo Buonsanti – che le autorità competenti visto anche l’aumento dei contagi che stiamo registrando a livello nazionale anche tra le fila delle Forze di polizia e del soccorso pubblico aiutino a mettere in sicurezza chi è più esposto in questa lotta contro un nemico invisibile ed estremamente insidioso e pericoloso ma che si può sconfiggere se tutti ci aiutiamo a rispettare le regole che occorrono e che ci siamo dati».

Il Siulp ha anche ribadito che da tempo ha denunciato la situazione e chiesto «l’invio di nuovo personale medico in pianta stabile, ritenendo che l’attuale soluzione adottata, non possa soddisfare le necessità della Polizia di Stato della provincia di Potenza ma, tutto al più fa’ comprendere che il “centro” è del tutto distaccato dalla “periferia”».

In pratica «serve una soluzione definitiva e strutturale perché è evidente anche ai profani, che la presenza “par-time” del sanitario della Polizia di Stato di altra provincia o regione non rende un servizio adeguato».

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