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POTENZA – C’è preoccupazione tra il personale dell’Acta, soprattutto tra una ventina di persone che erano state assunte con un contratto interinale lo scorso maggio e che oggi termineranno il loro lavoro, dopo la positività di un addetto ai mezzi. La ventina di lavoratori che potrebbero essere venute in contatto con l’uomo, addetto ai mezzi, temono che visto che oggi sarà il loro ultimo giorno di lavoro possano venire esclusi dai tamponi. Ma in Acta la preoccupazione sta riguardando un po’ tutto il personale addetto ai servizi in strada.

L’addetto ai mezzi, da quanto si è appreso, sarebbe stato contagiato dalla moglie. E tutto sarebbe collegato al focolaio di Avigliano dove si era tenuta la festa a cui avevano partecipato le ostetriche. A quel focolaio sarebbero collegati, così si ipotizza, anche le positività nell’Istituto comprensivo “Busciolano” – dove lavorerebbe la moglie del dipendente Acta – e nella scuola media “Luigi la Vista”.

La notizia della positività del dipendente dell’Acta – tampone che sarebbe stato effettuato già sabato scorso – non sarebbe stata comunicata ufficialmente a nessuno all’interno della municipalizzata. Sarebbe stato il passaparola tra colleghi e far emergere quanto accaduto. Da qui il timore, soprattutto dei lavoratori interinali, di non essere sottoposti a tampone anche perché a loro oggi scadrà il contratto.

Si doverebbero, invece, conoscere oggi i risultati dei tamponi a cui sono stati sottoposti i 60 ospiti e i 15 operatori della residenza per anziani “Betlemme” di Potenza dopo che un’ospite – una novantenne di Vaglio – è risultata positiva al Covid-19.

La positività dell’anziana è stata accertata al “San Carlo” di Potenza dove la donna era stata accompagnata per essere sottoposta a una visita medica. Prima delle visita, come da protocollo, la donna è stata sottoposta a tampone che ha dato esito positivo. Sono così subito scattati tutti i protocolli sanitari per gli altri sopiti della residenza “Betlemme” e anche per gli operatori.

Insomma si teme che l’Acta e la residenza per anziani “Betlemme” – dove le visite sarebbero state sospese già da un po’ – possano essere dei focolai.

E ieri mattina si è proceduto alla sanificazione del quarto piano del Palazzo del Consiglio regionale a seguito della positività al Covid-19 di un collaboratore di un consigliere regionale.

E nonostante questo il presidente Cicala ha confermato per oggi la seduta, in presenza, del consiglio nonostante più di qualche dipendente gli avrebbe chiesto di non farlo.

STRETTA SUI CONTROLLI – Una stretta sui controlli – sull’uso della mascherine, sul distanziamento e sugli orari dei locali – è la decisione più importante presa ieri dal comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica, che si è riunito a Potenza a poche ore dal nuovo Dpcm del presidente del Consiglio con le restrizioni per affrontare il ritorno di una fase di vera emergenza.

Ad annunciare l’intensificazione dei controlli è stato lo stesso prefetto di Potenza, Annunziato Vardè, dopo una riunione sulla quale hanno pesato anche il malcontento dei sindaci per i contenuti del decreto del Premier. Non lo ha nascosto il sindaco di Potenza, Mario Guarente (Lega), che ha definito «inopportune» le responsabilità affidate ai sindaci di chiudere strade e piazze perché si creerebbero «disparità di trattamento tra città diverse».

Sulla stessa linea del sindaco salviniano del capoluogo – per una volta – anche il centrosinistra: «Nel momento più delicato della gestione dell’emergenza sanitaria con la seconda ondata che apre scenari preoccupanti per la tenuta del sistema economico e sociale del Paese, il Governo non può scaricare sui sindaci tutte le responsabilità locali» dichiara il vicepresidente del Consiglio regionale della Basilicata, Mario Polese di Italia Viva a margine dell’ultima conferenza stampa del presidente del Consiglio, Giuseppe Conte e del Dpcm del 18 ottobre.

«Al netto della improvvisa sterzata contro il Mes – prosegue il dirigente locale di Italia Viva – è inaccettabile un provvedimento nazionale che divide il Paese appesantendo chi come i sindaci continuano a essere l’ultima frontiera delle istituzioni verso i cittadini”. E ancora sottolinea Polese: “Mi trovo perfettamente d’accordo con il presidente nazionale dell’Anci e sindaco di Bari, Antonio Decaro che ‘denuncia’ una norma che sembra avere il solo obiettivo di scaricare sulle spalle dei primi cittadini la responsabilità del coprifuoco agli occhi dell’opinione pubblica. Le amministrazione locali in una fase come questa andrebbero tutelate e accompagnate e non strumentalmente lasciate sole”.

“Per fortuna i sindaci – aggiunge ancora Polese – hanno le spalle forti e sapranno anche in questa fase dare del loro meglio, ma resta una situazione incomprensibile con un Governo nazionale che prova a migliorare la norma solo dopo molte insistenze. A tal proposito faccio i miei migliori auguri al sindaco più votato d’Italia, Ciro Buonajuto di Ercolano che proprio oggi è stato nominato vicepresidente nazionale dell’Anci. Si tratta dell’ennesima conferma che dove c’è qualità c’è Italia Viva”. Tornando sulla vicenda del Mes, Polese spiega: “Diventa ancora più importante in questo momento sostenere la petizione nazionale proposta nei giorni scorsi dai nostri Davide Faraone, Maria Elena Boschi e Luigi Marattin a favore della nuova linea di credito europea”.

“Non si tratta di una scelta politica fumosa. Si chiede semplicemente di dire sì alla possibilità concreta di avere subito a disposizione oltre 30 miliardi di euro per la spesa sanitaria nazionale e ovviamente per la Basilicata”, conclude il vicepresidente del Consiglio regionale della Basilicata”.

I NUMERI AGGIORNATI – Polemiche politiche a parte, resta la fase di vera emergenza che in Basilicata è tuttavia ancora contenuta, anche se i numeri non sono proprio rassicuranti: nel fine settimana 80 dei 1.330 tamponi esaminati sono risultati positivi (22 i nuovi casi se si sottraggono i 58 già riportati ieri dal Quotidiano del Sud) e il conto delle vittime è salito a 39 (ieri l’ufficializzazione da parte della task force regionale).

Attualmente, sono 52 i lucani positivi al covid-19 ricoverati: all’ospedale “San Carlo” di Potenza 17 persone sono ricoverate nel reparto di Malattie infettive, 18 nel reparto di Pneumologia, 3 nel reparto di Medicina d’Urgenza, 1 nel reparto di Terapia Intensiva; a Matera 13 persone si trovano nel reparto di Malattie infettive dell’ospedale “Madonna delle Grazie” (il fatto che solo uno dei ricoverati sia in terapia intensiva lascia credere che il sistema sanitario lucano non sia ancora sotto pressione, anche se già impegnato al massimo nella lotta all’epidemia).

Ieri la task force regionale ha comunicato che i lucani in isolamento domiciliare sono 543 e che, sempre per le giornate 17-18 ottobre, le guarigioni sono state 9 (2 a San Severino Lucano, 3 a Potenza, 1 a Bella, 2 a Policoro, 1 a Gorgoglione). Dall’inizio dell’emergenza sanitaria sono stati analizzati 89.021 tamponi.

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