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Il vescovo di Potenza, Salvatore Ligorio

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POTENZA – La Regione Basilicata ha chiesto provvedimenti disciplinari nei confronti dei sanitari che hanno somministrato il vaccino anti covid 19 al vescovo di Potenza, Salvatore Ligorio.

L’intervento di via Verrastro si è reso necessario dopo le immagini diffuse dalla Gazzetta del Mezzogiorno, mercoledì, in cui si vede il prelato nell’atto di ricevere un’iniezione del preparato. Un privilegio evidente, quello di scavalcare le liste di prenotazione per le poche dosi disponibili, che al momento risultano riservate a personale medico e ospiti e operatori delle residenze sanitarie assistite. Basti pensare che a oggi, tra i vaccinati sul suolo della penisola, non risultano ancora né il papa né il presidente della Repubblica.

Contattato dal Quotidiano del Sud il direttore generale del Dipartimento salute, Ernesto Esposito, non ha voluto rilasciare dichiarazioni sull’accaduto.

E’ proprio dai vertici del Dipartimento, però, che ieri mattina risultano partite comunicazioni al direttore generale dell’Asp Lorenzo Bochicchio, su questo episodio, e al suo omologo del Crob di Rionero, Gerardo Di Martino, su un altro caso simile che si sarebbe verificato nei giorni scorsi. Con tanto di indicazione del termine perentorio di mercoledì 13 per fornire un riscontro su eventuali azioni disciplinari avviate nei confronti di chi ha somministrato le dosi in questione disattendendo le disposizioni ministeriali.

Comunicazioni inoltrate, per conoscenza, anche all’assessore regionale alla Salute Rocco Leone, al governatore Vito Bardi, e al coordinatore dell’unità di crisi anti virus della Regione, Michele Labianca.

Palpabile l’imbarazzo per la situazione nella curia potentina, che ha declinato ogni richiesta di commento al riguardo.

Fonti vicine al vescovo, ad ogni modo, escludono categoricamente che sia stato lui a chiedere di essere vaccinato.

In altri termini, stando sempre a quanto riferito al Quotidiano, nella giornata di mercoledì Ligorio si sarebbe trovato in visita, per ragioni di servizio, al complesso sanitario ex Don Uva di Potenza. Qui si sarebbe imbattuto negli operatori inviati dall’Asp per avviare la somministrazione del vaccino a operatori e ospiti della struttura, che un tempo era gestita dalle suore dell’ordine delle Ancelle della Divina Provvidenza, e di recente è stata rilevata dal gruppo imprenditoriale Universo salute. Così sarebbe nata l’idea di una specie di spot pro-vaccino. Anche se non è chiaro né come né da chi. Tanto che Ligorio si è persino concesso per un’intervista, in cui ha parlato della speranza di vedere quanto prima la fine dell’emergenza.

D’altro canto, nei mesi scorsi non erano mancate iniziative simili, dal distinto sapore pubblicitario, da parte dei vertici locali del Don Uva. Con tanto di passerelle per telecamere concesse all’interno nei locali del complesso che ospitavano i pazienti covid trasferiti dalle case di riposo di mezza Basilicata. Su disposizione della Regione.

In Italia sono già diversi i casi di somministrazioni arbitrarie dei vaccini come quello che ha coinvolto il vescovo di Potenza.

A Modena, nei giorni scorsi, ha fatto particolarmente scalpore la vicenda di alcune dosi che sarebbero state inoculate a parenti di operatori sanitari. Al riguardo i responsabili si sono già difesi spiegando che essendo state esaurite le liste degli aventi diritto si rischiava di perdere parte del preparato. Dall’azienda sanitaria, ad ogni modo, sono arrivate le scuse e i carabinieri del Nas hanno avviato verifiche.

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