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POTENZA – Le assunzioni di personale non programmato, ma anche appalti «triplicati», «giacenze fittizie» in farmacia, buchi enormi nell’inventario dei beni mobili, e una dati contabili inaffidabili.
E’ una stroncatura in piena regola quella emessa giovedì scorso dalla Corte dei conti sul rendiconto di bilancio 2019 dell’azienda ospedaliera regionale San Carlo.


La sezione di controllo presieduta da Michele Oricchio (consiglieri Rocco Lotito e Luigi Gianfranceschi, e relatore Michele Minichini) ha concesso all’azienda 60 giorni di tempo per «adottare i provvedimenti idonei a rimuovere le irregolarità e criticità riscontrate». «Molteplici situazioni di irregolarità e criticità», per la precisione, che l’attuale direttore generale, Giuseppe Spera, si è detto comunque fiducioso di riuscire a disinnescare. A partire dai rilievi sull’assunzione di personale al di fuori di quanto previsto nel piano dei fabbisogni, vale a dire senza una preventiva copertura della relativa spesa, per cui i magistrati paventano il rischio di un blocco delle assunzioni, e responsabilità disciplinari a carico dei vertici aziendali, oltre che erariali per il possibile danno arrecato alle casse dell’ente.


«Si tratta di segnalazioni su atti del 2019». Ha spiegato Spera, che è subentrato ad agosto del 2020 alla guida dell’azienda ospedaliera, dopo la decadenza del suo predecessore Massimo Barresi, in carica da gennaio del 2019. «Ma l’anno scorso, non appena si è insediata quest’amministrazione abbiamo aggiornato propri il piano dei fabbisogni e adesso ci muoviamo all’interno di questo».
Spera ha poi attribuito al passaggio da una piattaforma informatica a un’altra anche le incongruenze segnalate nella gestione della farmacia aziendale.
«Quando viene cambiata la piattaforma l’allineamento dei dati richiede un po’ di tempo». Ha spiegato il dg. «E questo può portare, come in questo caso, a delle criticità».


Più complessa, invece, la questione degli appalti triplicati o dell’abuso delle proroghe degli appalti esistenti che riguarda, che stando a quanto accertato dai magistrati contabili, segnalerebbe «una significativa criticità nei rapporti intercorrenti tra l’azienda sanitaria e la Stazione unica appaltante della Regione Basilicata (Suarb)».
In diversi casi, infatti, mentre la Stazione appaltante portava avanti con difficoltà e ritardi le procedura di affidamento, come per i servizi di vigilanza e lavanolo, o la fornitura di dispositivi medici per anestesia, «contemporaneamente è stato attivato da parte dell’azienda ospedaliera l’affidamento diretto in via di urgenza per evitare l’interruzione del servizio». Ma «in seguito la stessa azienda ha provveduto a indire una procedura aperta per l’affidamento temporaneo (in genere un anno) dei menzionati servizi».


«Tutto ciò nelle more della conclusione della gara afferente agli stessi servizi da parte del committente unico regionale», evidenzia la Corte dei conti. «Con evidente distonia rispetto alla concreta applicazione del principio di economicità».
In altri casi invece, per le stesse ragioni, al San Carlo avrebbero optato per le proroghe dei contratti esistenti.
«E’ un elemento di fatto». Ha ammesso Spera. «Alla scadenza dei contratti non abbiamo quasi mai un nuovo contratto disponibile».
Complessivamente l’istruttoria sul bilancio 2019 del San Carlo ha confermato una perdita di poco più di 2milioni di euro «in controtendenza rispetto all’utile di 13.500 euro ipotizzato nel bilancio preventivo». Come pure un valore della produzione è pari a 293.757.933 euro in crescita di 1.926.179 euro rispetto al 2018 , ma non abbastanza per sopperire all’aumento di 4.574.647 euro dei costi di produzione.


Di qui un ultimo monito dei magistrati sull’«importanza di perimetrare con maggiore precisione i bilanci preventivi, in considerazione del significativo ruolo che gli stessi assumono nei processi di programmazione, pianificazione e controllo degli equilibri economici della gestione».

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