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POTENZA – L’intervento della Procura della Repubblica e della Regione Basilicata – affinché quest’ultima istituisca una «commissione qualificata» – è stato chiesto, in una lettera, dal padre di un assistito nell’Istituto di riabilitazione dei Padri Trinitari di Venosa, dove nei giorni scorsi è emerso un focolaio di covid con decine di contagiati nonostante la campagna vaccinale svolta (ieri nella struttura altri controlli su tutti gli ospiti e gli operatori).


L’uomo ha riepilogato le tappe della vicenda, da quando ha appreso, «da un assistente sociale, non in grado di precisare altro», che il figlio «presentava sintomi da Sars Covid 19», fino alla «notifica che avrei mai voluto giungesse» del «ricovero d’urgenza nell’ospedale di Potenza», ma – ha scritto, riferendo le parole di un medico del pronto soccorso – «senza uno straccio di documentazione».


Nella lettera il padre del paziente dell’istituto ha ricordato che «tutta la struttura, assistiti, assistenti, operatori, dirigenti, tutti, senza eccezioni, hanno ottenuto la doppia dose vaccinale» ma, nonostante ciò, «il ceppo virale è stato in grado di bypassare una protezione vaccinale dovunque protettiva e lì, solo lì, inefficiente e inefficace».


Per tale motivo, la lettera contiene la richiesta al ministero della Salute, alla Regione Basilicata e all’Azienda sanitaria di Potenza di istituire una «commissione qualificata, terza ed obiettiva», per «accertare e dare risposte», dal momento che «sono numeri che insospettiscono dal punto di vista epidemiologico, sconcertano sotto l’aspetto matematico-statistico, terrorizzano dal punto di vista umano». L’autore della lettera ha quindi chiesto all’autorità giudiziaria di intervenire per «effettuare, con urgenza estrema, i necessari accertamenti. Fornire dati veritieri e solleciti alle famiglie, difendere gli ospiti, proteggere gli operatori è dovere», ha concluso.
«Sconcerto e preoccupazione» intanto, dai consiglieri comunali di opposizione Antonella Fatone, Rocco Di Tommaso, Francesco Mollica, Angelo Antenori, Giovanni Colangelo e Rocco Bitetta: «La situazione è critica al punto che il numero eccessivo di contagiati ha reso necessaria la riapertura del reparto Covid dell’Ospedale di Venosa, ciò ha di fatto bloccato il ripristino di tutti quei servizi che da tanto tempo sono stati tolti procurando disagi alla intera comunità del Vulture alto Bradano. Le promesse fatte nel consiglio comunale aperto di qualche settimana fa dall’assessore Leone alla presenza della dirigenza dell’Asp sono state, ancora una volta, puntualmente disattese; e noi, ancora una volta, ci troviamo a dover chiedere che arrivi una pronta risposta dal sistema sanitario e che ci sia un tempestivo intervento, anche duro, da parte dell’amministrazione comunale di Venosa. Non si può sempre soccombere, non si possono gestire le situazioni con lo stesso strabismo amministrativo con cui da una parte si vietano (solo alcune) manifestazioni e dall’altra si consente che in Venosa (con oltre 100 contagiati acclarati) si possano tenere fiere e mercati con il rischio di esportare contagi e, contemporaneamente, con il rischio che nuovi casi arrivino con gli ambulanti o avventori dei comuni vicini».


Inoltre, «se le notizie date da alcuni genitori dei ragazzi ricoverati (che parlano della mancanza di Dpi) sono vere, le parti responsabili della tutela della salute in primis e l’amministrazione comunale in secondo luogo devono pretendere che chi di dovere agisca velocemente per comprendere a fondo dove e in che modo un sistema che dovrebbe ormai essere tarato ha invece, purtroppo, fallito. Non si può pensare di abbandonare a se stessa un’intera struttura con tanti ragazzi fragili e al contempo abbandonare un intero paese, considerato che tra una settimana riapriranno tutte le scuole. Due campagne di screening sono state fatte in momenti forse meno critici e la risposta dei cittadini è stata esemplare, ci sono nuove alternative per effettuare tamponi rapidi, insomma non mancano i mezzi per una riapertura più sicura e per rassicurare le famiglie in questo frangente ma ci sembra che si brancoli nel buio inermi».


Dall’Istituto annunciano nelle prossime ore verifiche sulle procedure oltre agli esiti di circa 200 tamponi: «L’opposizione non perde occasione per rappresentare quanto sia inopportuna, strumentale e deleteria per la comunità».

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