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DA accettabile a insufficiente. Neanche il tempo di incassare il giudizio negativo sui livelli essenziali di assistenza 2019 (Basilicata tra le 7 regioni con il punteggio compreso tra 200 e 160, considerato «livello minimo accettabile»), ed ecco che gli standard minimi lucani arretrano anche nella simulazione coi nuovi parametri: a partire dall’analisi dei dati del 2020, infatti, entrerà in vigore il “Nuovo sistema di garanzia” dei Lea, basato su 88 indicatori e con una suddivisione in 3 macro-aree (ospedale, distretto, prevenzione).

Affinché una regione sia «adempiente», queste tre macro-aree dovranno riportare tutte punteggi superiori alla sufficienza (fissata nel valore di 60 su 100): i risultati dell’ultima sperimentazione effettuata dal ministero della Salute – pubblicati ieri dal QuotidianoSanità – vedono la Basilicata tra le regioni con un indicatore negativo su tre, in uno scenario che vede un generalizzato miglioramento: 15 le regioni che risultano promosse rispetto alla prima sperimentazione del 2016, quando solo 9 regioni avevano raggiunto la sufficienza in tutte e tre le aree.


Al pari della Valle d’Aosta, la Basilicata nel 2019 risulta, invece, ancora insufficiente nell’area distrettuale (50,23): un dato che balza all’occhio più di altri dal momento che secondo la vecchia Griglia Lea entrambe le regioni risultavano adempienti; nel gruppo delle “migliori tra le peggiori” figurano anche il Molise (altrettanto insufficiente ma nell’area ospedaliera) e la Sicilia (insufficiente nell’area prevenzione).

DOVE SONO LE INSUFFICIENZE


La macro-area in cui la Basilicata si dimostra insufficiente è, dunque, quella dell’attività distrettuale e riguarda in particolare indicatori come il tasso di ospedalizzazione di adulti per diabete, Bpco (broncopneumopatia cronica ostruttiva) e scompenso cardiaco, tasso di ospedalizzazione di minori per asma e gastroenterite.
Altri parametri interessano le performance (anch’esse insufficienti nel caso lucano) in fatto di intervallo tra chiamata e arrivo mezzi di soccorso, tempi d’attesa, consumo di antibiotici, percentuale re-ricoveri in psichiatria, numero decessi da tumore assistiti da cure palliative, anziani non autosufficienti nelle RSA.

Poche le regioni che fanno peggio della Basilicata, o meglio solo una ovvero la Calabria: due indicatori negativi su tre inguaiano infatti la Provincia autonoma di Bolzano (che conferma il dato della Griglia Lea avendo sia l’indicatore della prevenzione che quello dell’area distrettuale negativi) mentre la Calabria, come detto, è maglia nera con tutti e tre gli indicatori negativi (come evidenziato anche dalla Griglia Lea).
Quella appena diffusa dal ministero della Salute è la quarta e ultima sperimentazione condotta: è relativa all’anno 2019, mentre il “Nuovo sistema di garanzia Lea” – approvato nel dicembre 2018 in Conferenza Stato-Regioni – entrerà in vigore effettivamente a partire dai dati relativi al 2020.

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