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Un panorama di Moliterno

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POTENZA – «Divieto di allontamento dal territorio comunale da parte di tutti gli individui ivi presenti»; «divieto di accesso nel territorio comunale»; e «sospensione delle attività degli uffici della pubblica amministrazione, fatta salva l’erogazione dei servizi essenziali e di pubblica utilità».

Sono le principali prescrizioni imposte dal governatore Vito Bardi per Moliterno, il centro della Val d’Agri dove è stato individuato il primo vero focolaio di coronavirus lucano, con 5 casi sui 20 accertati fino a ieri mattina in tutta la regione, saliti ancora a distanza di poche ore, con l’esito dei test sui primi degli oltre 70 tamponi di casi sospetti portati in giornata al laboratorio di microbiologia del San Carlo di Potenza.

Nell’ordinanza del governatore che dispone l’«isolamento» del centro valdagrino, si dà atto che al momento della sua emissione «il 25% dei contagi in parola provengono dal comune di Moliterno». Per questo si dispone il blocco in entrata e uscita dal suo territorio eccezion fatta per «operatori sanitari e socio-sanitari», «personale impegnato nei controlli e nell’assistenza nelle attività relative all’emergenza», nonché «esercenti delle attività consentite sul territorio e quelle strettamente strumentali ad esse, con obbligo di utilizzo dei dispositivi di protezione individuale». Ferma restando la possibilità di «rientro presso il proprio domicilio, abitazione o residenza», per chi si fosse trovato fuori paese al momento di entrata in vigore delle nuove disposizioni.

Il provvedimento di Bardi ricorda le sanzioni previste per chi viola quanto prescritto «arresto fino a tre mesi o con l’ammenda fino a duecentosei euro».
Quanto ai controlli però, dopo le resistenze del ministro dell’Interno Luciana Lamorgese, viene soppressa la previsione contenuta in una precedente ordinanza dello stesso Bardi, che demandava ai prefetti il compito.

La decisione del generale è arrivata dopo una lettera con cui i sindaci dell’Alta e Media Val d’Agri (Marsicovetere, Grumento Nova, Viggiano, Tramutola, Sarconi San Chirico Raparo, San Martino D’Agri, Montemurro, Spinoso, Moliterno, Paterno e Marsico Nuovo) chiedevano a lui, al presidente del Consiglio regionale, il viggianese Carmine Cicala, e al prefetto di Potenza Annunziato Vardè, restrizioni ancora maggiori per tutto il comprensorio.

In particolare, veniva chiesto di «vietare tassativamente lo spostamento delle persone e mezzi da un paese all’altro», consentendo la circolazione solo a «veicoli che transitano per l’approvvigionamento e distribuzione di beni di prima necessità e farmaci», personale sanitario, e chi è obbligato a spostarsi per «comprovate ragioni di lavoro (forze dell’ordine, Protezione civile, personale del Servizio sanitario nazionale, servizi essenziali, comunali, eccetera)».

I sindaci chiedevano anche la «chiusura di tutte le attività lavorative all’interno dei suddetti comuni ad eccezione delle attività di produzione e distribuzione di beni di prima necessità (generi alimentari, agrozootecnici, farmaci, eccetera), nel rispetto delle precauzioni dettate dalla normativa nazionale e già rese note», e la «chiusura o sospensione delle attività dell’area industriale della Val d’Agri».

Un’ulteriore richiesta riguardava «l’allestimento di un laboratorio per il trattamento dei tamponi» all’ospedale di Villa d’Agri. Una vera «necessità», secondo i sindaci valdagrini, «visto il numero di accertamenti che nei prossimi giorni potrà riguardare un copioso numero di persone».
Sempre ieri, ma sul fronte campano costituito dai paesi del Vallo di Diano da dove potrebbe essere entrato in Basilicata il contagio appena scoperto, sono state inasprite le limitazioni per i residenti a Polla, Sala Consilina, Atena Lucana e Caggiano. A Caggiano e Sala, in particolare, sono state chiuse le strade secondarie collegate ai centri vicini. E sempre a Caggiano gli acquisti necessari si possono effettuare una sola volta a settimana mentre i distributori di sigarette resteranno attivi solo dalle 8:00 alle 18:00.

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