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Un impianto eolico

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POTENZA – E’ illegittimo il “no” della Regione Basilicata al nuovo impianto eolico progettato da E2i Energie (F21 – Edison – Edf) tra i comuni di Potenza, Pietragalla e Vaglio Basilicata.

Lo ha deciso il Tar Basilicata bocciando il parere negativo della Soprintendenza archeologica belle arti e paesaggio della Basilicata, e la determina con cui l’ufficio Energia del Dipartimento ambiente della Regione ne aveva preso atto. Cestinando il progetto in questione.

I giudici del collegio presieduto da Fabio Donadono (Pasquale Mastrantuono consigliere, e
Benedetto Nappi, primo referendario ed estensore della sentenza) hanno evidenziato una serie di lacune ed errori nei pareri della Soprintendenza.

«Risulta apodittica – scrivono i magistrati – l’affermazione secondo cui parco eolico insisterebbe su un’area “già compromessa paesaggisticamente” per la (sola) presenza contestuale di altri e numerosi aerogeneratori “di grande e mini eolico”».

Il Tar ha evidenziato anche il contenuto di un elaborato grafico presentato dalla E2i, che a Vaglio possiede già 6 mega pale e 20 pale più piccole, che di recente ha deciso di sostituire con 8 impianti del primo tipo.

Da questo elaborato, infatti, si evincerebbe il rispetto dei criteri fissati dalla pianificazione regionale per evitare l’effetto “selva di pale”, e si esclude la visibilità delle quattro mega-pale progettate dai siti archeologici di Cozzo Staccata e di Serra San Bernardo.

«Il fatto che due degli aerogeneratori ricadano «all’interno dei buffer di 5.000 metri dal perimetro di zona A – centro storico – del comune di Pietragalla» (…) non riveste di per sé carattere preclusivo dell’intervento». Aggiungono i magistrati.

«Nella fattispecie – spiega ancora il Tar -, è evidente che la Soprintendenza si è limitata a un apodittico richiamo alla distanza minima del progettato impianto eolico dal centro storico del Comune di Pietragalla, senza tener conto dell’elevata distanza (quattromilacinquecento metri) e del fatto che parte ricorrente ha sostenuto, senza confutazione, che «dal Comune di Pietragalla (e in particolare dal Palazzo Ducale, a circa 4,2 chilometri dall’aerogeneratore WTG1) le macchine del parco Vaglio Nord non sono visibili».

I giudici amministrativi hanno superato, infine, «l’ulteriore elemento di criticità» che era stato sottolineato dalla Soprintendenza, che riguardava la presenza della cappella di San Michele Arcangelo, ubicata in località San Francesco, «piccolo nucleo abitativo nella zona nord del capoluogo lucano». Cappella «datata fine XIX secolo e dunque costituente vincolo architettonico (…) e ricadente all’interno del buffer dei 3.000 metri dai beni architettonici».

«Sul punto, la deducente ha versato in atti una apposita relazione tecnica che si deposita, dalla quale emerge come da tale chiesetta non sia visibile alcun aerogeneratore». Hanno concluso i magistrati.
Ora la Regione, quindi, dovrà tornare a esprimersi sulla richiesta di autorizzazione alla costruzione delle 4 nuove mega pale.

Intanto è stata già condannata anche al pagamento delle spese legali.

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