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L'incidente a San Rocco ai primi di novembre: investiti mamma e figlio

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Necessità urgenti: segnaletica, illuminazione e buche. Resta grave al San Carlo il pedone investito in viale Marconi (il quinto in meno di un mese)


POTENZA – Il sacrificio del piccolo Donato Santarsiero, 5 anni, che perse tragicamente la vita su una strada di questa città il 29 luglio del 2015 (LEGGI LA NOTIZIA), non ha insegnato niente a nessuno, non ha neanche suscitato una serie riflessione su ciò che stava accadendo sulle nostre strade.
E nel 2016 la città di Potenza raggiunge la vetta delle statistiche nazionali sulla incidentalità della rete viaria urbana. Il silenzio e il disinteresse istituzionale corrono di pari passo alla incapacità di comprendere il fenomeno e di provare a cercare soluzioni. E gli eventi continuano ad accadere, quasi quotidianamente. E’ ricoverato in gravi condizioni al San Carlo di Potenza un pedone investito, lunedì scorso, vicino al sottopasso di viale Marconi (LEGGI LA NOTIZIA E I PRECEDENTI). In neanche un mese 5 persone investite in città, per non parlare dei sinistri che vedono coinvolte vetture.
Bisognerebbe cambiare l’atteggiamento che, di solito, si usa nei confronti di queste problematiche, ovvero studiare il fenomeno, analizzarlo. Che non significa solo andare alla ricerca dei colpevoli e delle molteplici cause che possono scatenarlo, bensì avere la capacità di capirlo e, di conseguenza, adottare almeno le misure minime che occorrono. Non si venga sempre a parlare di difficoltà di budget a disposizione. La precedente amministrazione si era barricata sulla mancanza di fondi relativi alla fase di dissesto economico.
Questi argomenti non avevano alibi allora e non ne hanno ora, hanno carattere di urgenza e necessità per chi vive a Potenza, magari, su questioni così importanti e urgenti non guasterebbe una collegialità istituzionale apartitica di consiglio e giunta, sarebbe un gran bel segnale.
La sicurezza urbana, nella quale le strade occupano posto rilevante, è un concetto che copre tanto altro (furti, atti vandalici, furbetti dell’immondizia, infrazioni ai regolamenti) e riguarda tutti, dal primo all’ultimo cittadino, sindaco compreso.
Nella città di Potenza questo concetto ha interazione forte e dipendenza diretta con il concetto di educazione urbana, ovvero con il rispetto delle regole che riguardano la condivisione degli spazi urbani, l’interazione corretta con il territorio, la convivenza civile. Non ci sono solo aspetti strutturali o infrastrutturali di rischio, esistono anche comportamenti umani non corretti e la loro impunità, troppo tollerata e sottovalutata, che genera al contempo imitazione da un lato e demotivazione e rabbia dall’altro. Quindi, cosa fare? Cose da fare ce ne sono: creare le condizioni minime di sicurezza per le strade ed il territorio significa: ristrutturare il manto stradale su tante arterie cittadine, in alcuni casi veramente vergognoso; ristrutturare la segnaletica orizzontale e verticale, in alcuni casi assente.
Magari evitare di realizzare nuove strisce bianche su rotture, buche e avvallamenti del manto stradale.
E illuminare in modo decente strade e annessi infrastrutturali. Non si chiede nuova illuminazione, si chiede di far funzionare quella esistente.
Già questo sarebbe un inizio. Riguardo al controllo del territorio urbano, le forze dell’ordine, locali e istituzionali, per personale e mezzi disponibili, non bastano a garantirne un controllo capillare. Occorre avvalersi di tecnologia avanzata.
E a questo proposito, il cartello posto all’ingresso autostradale Potenza Sud, “Potenza – Comune videosorvegliato” io voglio prenderlo come un auspicio. Dotarsi di un unico sistema urbano di videosorveglianza, integrato, tecnologicamente avanzato e correttamente gestito ed utilizzato, è la soluzione che può dare una seria risposta a tanti problemi. Una considerazione finale, un segnale che può essere importante.
La Galleria Unità d’Italia per me è già da tanto la Galleria Donato Santarsiero, faccio appello al sindaco, alla giunta, a tutto il consiglio comunale perché il suo “sacrificio” non venga dimenticato.
Deve essere un monito perenne all’attenzione e alla prudenza di chi è al volante ed, al contempo, un monito per le istituzioni per la cura costante della prevenzione sui fattori di rischio della sicurezza stradale e del territorio. Voler bene a una città significa voler bene a chi ci vive, a cominciare dai più piccoli.

Sebastiano Lamattina

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