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L'intervento di Claudio Descalzi ieri a Ravenna per l’apertura della fiera biennale dell’oil&gas (“Offshore Mediterranean Conference”)

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Tra maggio e giugno l’ad sarà nel “Texas d’Italia” per una serie di incontri faccia a faccia «con la gente e i comuni» con cui dialogare per «lavorare in armonia»

RAVENNA – «E’ chiaro che in Val d’Agri si possono investire miliardi, sì, si può raddoppiare, triplicare la forza lavoro, sicuramente sì». Ma solo senza «attacchi continui». Quindi l’obiettivo è «riuscire a parlare con il territorio per capire se possiamo trovare un accordo per investire come facciamo nel ravennate, o non possiamo trovarlo».
E’ quanto ha dichiarato ieri mattina l’amministratore delegato di Eni Claudio Descalzi, a Ravenna per l’apertura della fiera biennale dell’oil&gas (“Offshore Mediterranean Conference”), rispondendo sulla situazione in Basilicata, dove – ha ribadito – «non abbiamo mai avuto incidenti gravi».

«La forza lavoro in Val D’Agri può triplicare. Ma non investo se ogni giorno ci sono attacchi»

Descalzi ha annunciato un nuovo «piano» che tra maggio e giugno dovrebbe portarlo nel Texas italiano per una serie di incontri faccia a faccia «con la gente e i comuni». Perché è «chiaro che come italiano, come capo dell’Eni, il mio desiderio più grande e quello di riuscire a lavorare in armonia, in maniera credibile, facendomi credere, guardando in faccia ogni persona». Ma «non si possono mettere 5 miliardi» senza un clima favorevole. Così ha risposto a chi gli chiedeva delle cifre che sarebbero circolate nei mesi scorsi a via Anzio.
«La Regione, le istituzioni sono importanti», ha dichiarato l’amministratore delegato del cane ai sei zampe. Da sole però non bastano.
«Io investirò e darò libero accesso all’investimento – ha aggiunto – se riusciremo a trovare un accordo reale un dialogo reale con la popolazione».
Sulle critiche e le censure ricevute anche nelle ultime ore, a livello locale, Descalzi ha fatto una parziale autocritica. «Non dico che è colpa di chi ci attacca – ha aggiunto -, probabilmente è colpa nostra che non siamo stati in grado di non farci attaccare».
Per questo nei prossimimesi l’impegno della compagnia sarà quello di raccogliere «consenso sul territorio», di «avere maggiore credibilità», e «dimostrare (…) che possiamo fare le cose come abbiamo fatto negli ultimi 16 anni. Poi se su questo verrà trovato un accordo e ci sarà un consenso non un dissenso potremmo investire».

Al centro del nuovo «patto» c’è sicuramente la concessione per l’estrazione di petrolio e gas in Val d’Agri, in scadenza a ottobre del 2019, 21 anni dopo la firma degli accordi del ‘98 tra Stato, Regione ed Eni, mai del tutto attuati. Sia a livello di capacità produttiva, ferma a 90mila barili rispetto ai 101 autorizzati e ai 130 a lungo “auspicati”, che oggi sembrano sempre più un miraggio. Sia a livello di compensazioni per i territori interessati.

Al centro del nuovo «patto» c’è sicuramente la concessione per l’estrazione di petrolio e gas in Val d’Agri, in scadenza a ottobre del 2019

In questo ambito si inserirebbe il progetto di un’iniziativa importante in Val Basento sul tema delle energie rinnovabili. Quindi un nuovo incubatore d’imprese a Viggiano sul modello di quello realizzato con successo a Ravenna dalla Fondazione Mattei.
Quanto all’allarme specifico per lo sversamento di greggio dal Centro olio di Viggiano scoperto a fine gennaio, Descalzi ha riconosciuto l’esistenza di un problema, ancorché «limitato». Ha fatto riferimento ai controlli avviati dall’azienda e da Arpab all’interno e all’esterno dell’impianto. Quindi ha aggiunto che anche se «due dei tre serbatoi sono intatti faremo lo stesso il doppio fondo». Venendo incontro alle richieste della Regione Basilicata, che ha chiesto di accelerare la realizzazione di un’ulteriore misura di sicurezza.

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