X
<
>

La presentazione del Rapporto Svimez ieri a Roma

Condividi:
4 minuti per la lettura

Nel mercato del lavoro la regione è l’unica del Mezzogiorno ad avvicinarsi ai livelli pre-crisi del 2008

POTENZA – Di pochissimo (3 euro) ma in crescita. Nel 2015 il Pil pro capite del Mezzogiorno torna ai livelli di metà anni Duemila: 17.887 euro rispetto ai 17.884 del 2006, pari al 56,5% del resto del Paese. E qui – spulciando nel Rapporto Svimez presentato ieri a Roma in cui si segnala un Pil che al Sud torna a crescere dell’1% dopo 7 anni – ecco la prima felice sorpresa: «Un aumento rilevante è registrato in Basilicata (+5,5%), ma anche nel Molise, sebbene con un ritmo più moderato (+2,9%)». Dunque la seconda migliore regione viene quasi doppiata dal Prodotto interno lordo pro capite dei lucani: dato ancora più significativo se confrontato con il generale impoverimento delle regioni confinanti («La Sicilia e la Calabria, a causa dei risultati eccezionali ottenuti dal settore agricolo, crescono rispettivamente dell’1,5% e dell’1,1% – si legge nel Rapporto –. Molto più contenuta, solo lo 0,2%, è l’incremento registrato in Campania, Puglia e Sardegna, debolezza parzialmente attribuibile alla persistenza di alcune crisi industriali»).

 LAVORO E SERVIZI Dunque torna il refrain della “Basilicata isola felice”. Non può mancare il boom del turismo già segnalato nell’ultimo rapporto Bankitalia ma nemmeno l’eccellenza export, una conferma legata alle automobili: in uno scenario in cui «le esportazioni sono cresciute nel 2015 più nel Mezzogiorno che nel resto del Paese», Svimez segnala che «aumenti particolarmente elevati si sono registrati in Basilicata (145,7%), con la ripresa dell’export di automobili» e perciò ancora con lo stabilimento Fca di Melfi a fare da traino – i numeri, essendo riferiti all’anno scorso, non tengono conto della crisi della linea della Punto con l’avvio di tre cicli di cassa integrazione nelle ultime settimane.

Addirittura vicina ai livelli pre-crisi se si parla di mercato del lavoro, la Basilicata in fatto di livelli occupazionali è l’unica regione del Sud «ad avvicinarsi ai valori del 2008» ovvero un -2,7% a fronte di valori mediamente doppi o tripli nelle altre regioni (tra il -10% di Calabria e Molise al -5,7 della Campania): «L’andamento del 2015 è particolarmente positivo per questa regione (+3,5%), una crescita significativa avviene anche in Sardegna (+3,1%), Puglia (+2,4%) e Sicilia (+2,3%) mentre è più contenuta in Molise (+1,4), Campania (+1%) ed Abruzzo (+0,6%)».

Dove la Basilicata arranca è nell’occupazione terziaria – anche grazie al Jobs Act, questo tipo di impiego «aumenta in tutte le regioni con l’eccezione di Basilicata, Puglia e Molise» – mentre un miglioramento si può leggere in filigrana se si guarda al rischio povertà: «L’aumento della povertà assoluta nel Mezzogiorno nel 2015 si è verificato soprattutto nei Comuni di più grande dimensione, dove nel 2014 il 18,5% dei residenti è a rischio di povertà. Nel 2014 il rischio di povertà è aumentato in quattro delle otto regioni meridionali, peggiorando in maniera evidente in Campania, Abruzzo e Sardegna; migliorano la Puglia e la Basilicata. Differenze evidenti esistono anche all’interno del Mezzogiorno: in Sicilia e Campania i cittadini a rischio povertà superano il 39%, mentre in Abruzzo sono di poco superiori al 20%». E se «rimane un vulnus la qualità dei servizi sociali nel Mezzogiorno, decisamente inferiore a quelli erogati nel resto del Paese», con un peggioramento in particolare in Abruzzo, nel Molise, in Puglia e in Calabria, migliorano in Basilicata  (oltre che in Campania, Sicilia e Sardegna).

Restando ai servizi e nella fattispecie a «uno dei comparti più critici per il quale l’Italia è sottoposta al controllo dell’Unione europea» cioè quello dello smaltimento dei rifiuti, la Basilicata occupa il podio nello smaltimento in discarica (52%, dopo il 53 della Puglia e l’84,3 della Sicilia).

VERSO MATERA 2019 Il Rapporto fa infine riferimento al filone lucano del Masterplan renziano: «Il Patto per lo sviluppo della Basilicata tra Presidenza del Consiglio dei Ministri e Regione Basilicata, prevede obiettivi e impegni di natura finanziaria che riguardano anche l’accessibilità del territorio, i collegamenti interni e il programma di “Matera 2019”. Di fondamentale importanza sono gli interventi del Patto che rientrano nell’Agenda Digitale per un totale di 170 milioni di euro. Ulteriori risorse sono stati riservate direttamente dal Governo al programma di «Matera 2019», sia dalla Legge di Stabilità 2016 che da uno specifico programma del MiBact. Una tempestiva attuazione di questo importante programma di interventi può rendere l’occasione di Matera 2019 un’opportuna strategica per uno sviluppo trainato dalla cultura per l’intera regione».

GIUSTIZIA E CRIMINALITÀ E se la parola «Basilicata» è invece assente nel capitolo “Criminalità”, la regione è maglia nera nella durata dei processi: «In Italia permane un gap di funzionamento rispetto agli altri Paesi membri dell’U, in parte dovuto proprio al differenziale tra Nord e Sud. Nel 2015 la durata media dei procedimenti, con riferimento ai procedimenti civili di «contenzioso puro» in tribunale, è di 976 giorni. Si tratta di un dato che rivela una riduzione dei tempi, rispetto ai 1.134 del 2000, anche se negli anni di crisi (2008-2014) il processo sembra sia rallentato. Anche nell’ambito della giustizia ci sono profondi divari tra Nord e Sud: dal 2000 nel Centro-Nord il numero medio di giorni per un procedimento di cognizione ordinaria si è ridotto da 1.001 giorni a 777 giorni; nel Mezzogiorno il miglioramento è inferiore, dai 1.377 giorni nel 2000 agli attuali 1.194 giorni. Si distingue l’Abruzzo, dove la durata media è di 869 giorni; la durata medie più elevata si rileva in Basilicata (1.569 giorni) e in Puglia (1.375 giorni)». 

Condividi:

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

EDICOLA DIGITALE