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Il sindaco di Potenza Mario Guarente

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POTENZA – Al suo primo mandato il sindaco di Potenza, Mario Guarente, si è trovato a dover fare i conti non solo con le problematiche che contraddistinguono l’amministrare una città, ma soprattutto per ben dodici mesi l’ha dovuto fare fronteggiando anche un’emergenza sanitaria mondiale.

Ed ecco allora un bilancio di quelli che sono stati gli ultimi dodici mesi del suo mandato tra beghe politiche, ordinaria amministrazione della cosa pubblica ma soprattutto gestione della pandemia. Anche se nelle ultime ore, dopo che il consigliere regionale Tommaso Coviello è passato ha lasciato la Lega ed è approdato in Fratelli d’Italia, ci sarebbero fermati anche in consiglio comunale dove il consigliere Rocco Bernabei ha mollato il partito del sindaco ed è approdato anche lui nelle file del partito della Meloni.

Un passaggio che comunque va a scompaginare un po’ di equilibri visto il malpancismo nella corrette pro Caiata di Fratelli d’Italia in consiglio comunale già da tempo reclamava per sé un assessorato visto che Galella e Giuzio (Ambiente e Bilancio) sono della corrente che fa capo all’assessore regionale all’Ambiente, Gianni Rosa.

Insomma una nuova grana si è abbattuta sulla testa del primo cittadino del capoluogo di regione.

Sindaco come commenta, se vuole commentare, questa fuga dalla Lega e se teme ci possano essere ripercussioni in giunta?
«Auguro al consigliere Barnabei di trovarsi bene in Fratelli d’Italia. Per quanto riguarda la giunta comunale non temo nessuna ricaduta. La politica cittadina, è bene che si sappia, non può essere oggetto di spostamento di pedine politiche a convenienza».

Questo appena trascorso è stato un anno terribile a causa della pandemia da Sars Covd-19 come è stato amministrare la città in questi dodici mesi dall’inizio della pandemia soprattutto alla luce del fatto che al suo primo mandato si è trovato a dovere gestire una situazione che ha messo in crisi amministratori con più esperienza rispetto alla sua?
«È stato un anno terribile, appunto. E lo è stato ancor di più nella prima fase quando, alla fine di febbraio, questo maledetto virus si è improvvisamente palesato nella nostra città iniziando a mietere vittime senza che nessuno sapesse come affrontarlo, come gestire il terrore delle persone, come affrontare economicamente quella che da lì a poco avremmo scoperto essere una delle più terribili pandemie nella storia dell’umanità. Avevo non solo la responsabilità di gestire l’emergenza, ma il dovere di trasmettere sicurezza e speranza nel futuro a tutti i cittadini anche quando – ora possiamo dirlo – di paura e scarsa fiducia nel futuro ne avevo tanta anche io».

Lei, prima ancora che il governatore Bardi emanasse il suo primo decreto regionale, lo aveva battuto sul tempo emanando un’ordinanza. Quale è stato il grande campanello d’allarme che l’ha spinta a muoversi così tempestivamente?
«Si, prima del governatore Bardi (e di tanti amministratori italiani ) ho emanato due ordinanze che imponevano la chiusura dei parchi e dei mercati. Il campanello d’allarme furono proprio i primi casi e la consapevolezza che una parte della comunità non aveva ancora compreso la gravità della situazione pensando, forse in maniera scaramantica e per esorcizzare la paura, che qui si dovesse continuare a vivere normalmente perché il virus non sarebbe arrivato. Ricordo un giorno in particolare, in cui il parco del Basento era colmo di persone come mai accaduto prima. Lì capii che era arrivato il momento di passare alle “maniere forti”».

Durante i mesi più difficili del lockdown quale è stato, ove mai fosse possibile in una tragedia come quella che ci ha travolto stilare una classifica, il momento più difficile e doloroso?
«Dividerei la domanda, perché ci sono stati momenti più difficili ed altri più dolorosi: tra i primi annovero quella famosa notte in cui – erano da poco passate le due e in preda all’insonnia che mi ha accompagnato a lungo in quel periodo, stavo guardando i tg – trapelò l’indiscrezione di un imminente Dpcm che avrebbe trasformato la Lombardia in zona rossa. In quel momento vidi le immagini , in diretta, di decine di migliaia di persone che avevano invaso le stazioni per rientrare nel Mezzogiorno. In quel momento capii che molti sarebbero arrivati in Basilicata e a Potenza quindi bisognava allestire velocemente postazioni in tutte le stazioni e i terminal non solo della città ma anche dei paesi limitrofi, per censire gli arrivi e prendere le generalità di tutte le persone che in quel momento dovevano essere “invitate” alla quarantena. Mi interfacciai immediatamente con la Prefettura, la Protezione civile la Polizia locale e in pochissime ore riuscimmo a presidiare e a monitorare tutti gli arrivi. Fu davvero difficile perché organizzare un sistema così complesso in pochissime ore non è stato affatto un gioco da ragazzi. Quanto ai momenti dolorosi, senza ombra di dubbio, tra questi ci sono state le numerose morti a Potenza e in Italia. Credo che non dimenticherò mai più le immagini di Brescia con i camion dell’esercito e i tanti amici di Potenza scomparsi».

Cosa l’ha aiutata ad andare sempre avanti?
«La forza l’ho trovata nell’istinto di difendere e “salvare” (mi sia consentito questo termine un po’ da supereroe, anche se non mi sento tale) la mia famiglia e i miei concittadini. Ho passato mesi senza dormire o dormendo poco, girando la città da solo per controllare che non ci fossero assembramenti, facendo il giro delle persone in difficoltà per capire di cosa avessero bisogno».

Come se non bastasse la pandemia a un certo punto si è trovato a dovere affrontare una crisi politica all’interno della sua giunta che poi ha portato alla revoca del mandato assessorile a Marika Padula e all’ingresso di Vittoria Rotunno. Il tutto condito da polemiche da parte della minoranza che l’hanno accusata di avere adottato due pesi e due misure rispetto all’assessore Guma visto che il tutto è esploso dopo la vicenda legata alla richiesta di bonus per le partite Iva.
«Più che di una crisi politica in maggioranza parlerei di questioni interne a un partito che si sono tradotte, purtroppo, in un atto di sfiducia nei confronti di un assessore. Nessuna adozione di due pesi e due misure, quindi, ma solo problemi interni a un partito, quello di Idea».

Altra bega è quella legata alla questione della nomina dell’amministratore unico di Acta “imposto” da Forza Italia. In molti hanno pensato alla “solita” politica che si piega agli interessi di parte. Cosa pensa di questo e più in generale della tenuta della tenuta di questa maggioranza che la sostiene.
«Non c’è stata alcuna bega o imposizione per la nomina dell’amministratore unico di Acta anche perché chi mi conosce sa quanto non ami le imposizioni. L’avvocato Naborre ha presentato la sua candidatura con un curriculum di tutto rispetto, per formazione ed esperienza. E sfido chiunque a dimostrare il contrario. La maggioranza è solida, sana e compatta, nonostante qualche battibecco che di tanto in tanto alimenta il dibattito, ma viva Dio, il confronto è il sale della democrazia e aiuta a crescere».

Quali sono stati, pur nelle difficoltà dettate dalla pandemia, gli obiettivi raggiunti in questo 2020?
«Gli obiettivi raggiunti sono stati tanti e provo a citarne qualcuno: apertura degli asili nido estesa al 31 luglio; campagna di riqualificazione del verde urbano ( compresa la potatura degli alberi ); conclusione delle procedure di gara e acquisto di 23 nuovi autobus ( 3 elettrici già arrivati e 20 diesel euro 6 che arriveranno il prossimo marzo); demolizione di prefabbricati in eternit presenti in centro e in periferia; ristino di circa 3000 punti luce della città spenti da anni; realizzazione parco di Macchia gGiocoli; potenziamento del sistema dei servizi sociali e degli uffici comunali (ancora in corso); realizzazione di numerosi eventi culturali e approvazione di un regolamentò che disciplina i rapporti con le associazioni; “Potenza città europea dello sport” e riqualificazione di alcuni impianti sportivi (si pensi al campo scuola, alla Caizzo, alla piscina comunale); attivazione di 54 nuove telecamere; riqualificazione di Bucaletto e costruzione di nuovi alloggi che partirà a brevissimo; progettazione e aggiudicazione dei lavori per la riqualificazione di numerose strade cittadine e periferiche che partirà in primavera; progettazione di piste ciclabili che saranno realizzate in primavera insieme alle strade; e tanto, tanto altro ancora è stato fatto e faremo»

E quelli che pensavate di raggiungere dove avete incontrato maggiori difficoltà?
«Stiamo riscontrando un po’ di problemi burocratici su Bucaletto (ma saremo più forti della burocrazia ) e sui “Contratti istituzionali di sviluppo” (Cis ) nei quali avevamo candidato 90 milioni di interventi nella città di Potenza ma che dopo una serie di interlocuzioni con l’allora presidente del Consiglio Conte, si sono bloccati per motivazioni che ancora oggi non ci è dato sapere».

Come se non bastasse la Sars Covid-19 ci sono stati scioperi e rimostranze da parte dei sindacati e dei lavoratori della Trotta. Oggi come è lo stato del trasporto pubblico locale?
«Il trasporto pubblico locale è in netta evoluzione: oltre ai nuovi mezzi e alle piste ciclabili è in fase di progettazione un intervento di riqualificazione e restyling delle scale mobili, stiamo procedendo all’acquisto di biciclette e monopattini per il bike sharing e lavorando a un nuovo piano delle linee che terrà conto di un aumento di chilometri tutto a favore delle aree rurali».

Durante la campagna elettorale lei era tra quelli che ha sempre ribadito che bisognasse estromettere la Trotta. Perché non è stato fatto e cosa ha intenzione di fare?
«Io ero e sono un sostenitore del potenziamento dei servizi offerti dalla nostra municipalzzata Acta e tra questi immaginavo anche la gestione del trasporto pubblico locale. Tuttavia il piano regionale dei trasporti, in corso di realizzazione, vieta ai Comuni di bandire nuove gare e impone la proroga dei contratti esistenti».

In tanti lamentano lo stato di degrado in cui versano gli impianti meccanizzati del capoluogo e non a caso saranno eseguiti interventi di manutenzione straordinaria. Ci può spiegare quanto spenderà il Comune e che tipologia di interventi verranno realizzati?
«Per adesso è previsto un intervento di circa 400mila euro che guarderà alla riattivazione delle rampe ferme da anni, ma a questo si aggiungerà un altro intervento che guarderà alle infiltrazioni e al restyling degli impianti. Vedrete, diventeranno bellissimi».

In merito ai lavori si è parlato di spacchettamento degli affidamenti. Lo conferma?
«Nessuno spacchettamento e invito chi insinua questi dubbi e chi ritiene che siano messe in campo azioni poco chiare, a rivolgersi direttamente alle autorità competenti».

Durante l’ultima seduta del consiglio comunale del 2020 lei ha annunciato che procederà con un nuovo bando di gara per l’attivazione dell’infomobilità. Quando avverrà?
«Si, stiamo lavorando con gli uffici per bandire una nuova gara ed affidare nuovamente il servizio di fornitura di paline dopo il flop della fornitura che abbiamo trovato in eredità».

A che punto è il doppio contenzioso giudiziario che vede due procedimenti aperti: da una parte il Comune che ha denunciato per frode l’azienda e dall’altro l’azienda che ha citato l’amministrazione comunale.
«A che punto è? Non saprei risponderle anche perché, conoscendo i tempi della giustizia italiana a causa delle numerosissime cause e dell’esiguo numero di magistrati, i tempi sono sempre piuttosto incerti».

Altra questione riguarda Bucaletto dove ora si interverrà per realizzare altri 70 alloggi e anche in questo caso come amministrazione siete stati accusati di non avere fatto nulla di nuovo rispetto a quanto già predisposto dalla vecchia amministrazione e per di più di non avere ancora adottato il progetto per la realizzazione di altri 53 alloggi.
«Se non aver fatto nulla significa aver adottato i piani operativi e aver consentito che nel giro di pochissimo inizieranno a costruire mi chiedo perché chi ci accusa di questo non ha realizzato gli alloggi a Bucaletto quando ha governato la città. Sarà il tempo a parlare e tireremo le somme alla fine di questa consiliatura».

E’ partito un grande programma di “pulizia” della città: differenziata anche nelle zone periferiche, taglio degli alberi vecchi, interventi sul verde pubblico. A che punto siamo?
«Siamo a buon punto e stiamo lavorando alla realizzazione di nuovi impianti e all’estensione del “porta a porta” anche nelle contrade più aggredite della città. A questo aggiungiamo le telecamere che saranno installate per contrastare l’abbandono di rifiuti ed un nuovo piano e censimento del verde, mai fatto prima, che ci aiuterà a migliorare sempre più la qualità dei servizi offerti. Dobbiamo ambire alla perfezione».

Potenza città europea dello sport. L’impegno dell’assessore Guma e della sua giunta ha prodotto effetti importanti dando spazio soprattutto alle cosiddette discipline minori. Ma sui macro impianti come siamo messi? Riferimento evidente a stadio (se n’è parlato molto), piscina olimpionica e palazzetto. Diventerebbero fondamentali anche per pensare a una presenza migliore di Potenza nello sport nazionale (oggi solo il Potenza calcio è in un torneo professionistico)
«Stiamo lavorando davvero alacremente per dotare la città di nuovi impianti sportivi e di impianti sportivi rinnovati. Questa è una delle sfide più ambiziose e per realizzarla stiamo davvero percorrendo ogni strada possibile, valutando sia finanziamenti pubblici che privati».

Potenza e il Potenza: idee e prospettive specie in relazione alle dichiarazioni di Caiata che manifesta l’intenzione di lasciare il prossimo giugno. Come aiutarlo e come si possono coinvolgere le forze produttive della città a diventare corpo unico con la squadra espressione della comunità?
«Non rispondo in questo momento, lo farò poi».

Ora come vede il futuro e cosa ancora rimane da fare rispetto al suo programma elettorale?
«Tanto è rimasto da realizzare e cercheremo di non tralasciare neanche un punto del programma. Le difficoltà sono tante anche perché questi 19 mesi di amministrazione sono stati caratterizzati dalla ingombrante presenza, negli ultimi 12, di una pandemia che ha reso tutto più difficile. Io sono un inguaribile ottimista quindi vedo un futuro meraviglioso per Potenza e per i potentini. D’altra parte si dice che dopo ogni crisi si verificano sempre le condizioni per un rilancio economico e sociale, pertanto sta a noi cogliere le sfide che ci attendono e guidare al meglio i processi».

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