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POTENZA – Nei giorni scorsi andava ripetendo di dover mollare per i problemi delle sue aziende (la morte di un operaio e un sequestro giudiziario per un’altra indagine), ma magari un peso potrebbe averlo avuto anche la vicenda giudiziaria che esattamente un mese fa l’edizione lucana del Quotidiano del Sud aveva rivelato in esclusiva e che lo vedeva coinvolto per ipotesi di turbativa e concussione: una nuova storia di mala politica lucana, con i pm potentini scatenati e una pioggia di indagati “vip”.


Fatto sta che ieri mattina l’assessore regionale alle Attività produttive, Francesco Cupparo (esponente di Forza Italia, tra gli indagati in questo ultimo filone con il suo ex collega alla Sanità Rocco Leone e i dg Esposito e Spera) ha rassegnato le dimissioni per «motivi personali e familiari».
Cupparo pare le abbia comunicate a Bardi con un messaggino mentre gli altri assessori ne sarebbero stati messi al corrente con il comunicato dell’ufficio stampa condiviso nella chat della giunta.


«Ho consegnato le mie irrevocabili dimissioni al Presidente Bardi – ha spiegato Cupparo – ringraziandolo per l’incarico ricevuto che ho tentato di svolgere in tutti questi anni con il massimo impegno e la piena disponibilità di servizio alle nostre comunità e ai nostri territori, senza risparmio di tempo e di energie. Le importanti deleghe ricevute, l’ascolto delle esigenze di ceti sociali, sindacali ed imprenditoriali, il confronto con i sindaci hanno rappresentato per me forti motivazioni per dare un contributo ai complessi problemi della nostra regione acuiti dalla pandemia. Ritengo che adesso non ci siano più le condizioni per continuare a farlo come avrò modo, in altra occasione, di spiegare prima di tutto ai cittadini ai quali – ha concluso l’assessore dimissionario – va il mio rinnovato impegno civico e sociale per favorire migliori condizioni di vita».


Già lo scorso gennaio, Cupparo aveva minacciato le dimissioni – poi rientrate – e nelle settimane seguenti era andato allo scontro all’interno del suo stesso partito. Poi il fuoco era tornato a covare sotto la cenere, e anzi fino all’altro ieri l’assessore si è sempre esposto in prima linea a difesa dell’operato del suo presidente, rispondendo alle critiche di minoranze e sindacati con il ricorso al rodatissimo schema delle “colpe di chi ci ha preceduti”.


La decisione di ieri, che a differenza di sei mesi e mezzo fa appare irrevocabile, apre naturalmente nuovi scenari all’interno della giunta, con equilibri che vanno a diventare alquanto instabili ma sui quali le diplomazie dei partiti stanno già lavorando: in pole position Gerardo Bellettieri, che da potentino e insieme forzista permetterebbe di portare a termine una operazione indolore dal punto di vista territoriale e di bandiera politica.

Meno probabile un interim di Bardi e ancora più residuale, allo stato, un incasellamento di un esponente di Fratelli d’Italia come Latronico e Vizziello (questa sì che sarebbe una nemesi se si pensa allo strappo seguito alla sua assenza in Consiglio sulla riforma Api-Bas, bandiera cuppariana). Ieri il solitamente informatissimo sito Angeloma.it ipotizzava un passaggio di Cupparo in Coraggio Italia (il movimento di Toti che in Basilicata schiera l’ex M5S Gianluca Rospi) e ventilava Piergiorgio Quarto, anch’egli meloniano, tra i papabili in ottica rimpasto.


Ipotesi. Fantapolitica. Di sicuro per ora c’è che Bellettieri, col rientro di Cupparo in Consiglio, tornerebbe a fare l’avvocato.
Entrando invece nel limaccioso campo delle alchimie politiche, c’è già più di un analista, addentro ai meandri di via Verrastro, che vede nella recente nomina di Francesco Paolo Di Ginosa come nuovo direttore dell’Arlab (in quota Fratelli d’Italia) un passaggio prodromico a un nuovo protagonismo proprio di Bellettieri: l’Agenzia regionale per il lavoro è allo stato l’ente che farà più assunzioni e nei fatti gestirà l’Fse, il Fondo sociale europeo.


La partita successiva che andrebbe ad aprirsi come in una sorta di effetto domino riguarda infine la poltrona attualmente occupata dal leghista Carmine Cicala: in caso di staffetta Cupparo-Bellettieri – messo dunque in salvo il tassello forzista in giunta – non sarebbe improbabile che FdI chieda la presidenza del Consiglio regionale, in scadenza a novembre.

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