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UN incarico «di ricerca» per il neo «consigliere scientifico» del presidente. Così il suo lavoro potrà essere retribuito nonostante il divieto di conferire di incarichi ai pensionati che non siano a titolo gratuito.

Pare proprio un nuovo caso di creatività amministrativa quello nascosto tra le righe dell’ultimo allargamento dello staff del governatore Vito Bardi. Dopo l’annunciata (e al momento sventata) quintuplicazione del personale del suo ufficio di gabinetto, e i discussi aumenti di stipendio per capo di gabinetto, capo ufficio stampa, e consigliere giuridico del presidente.

È di questo martedì, infatti, il decreto con cui il generale ha conferito al noto economista di Ruvo del Monte Leonardo Cuoco, l’incarico di «consigliere scientifico del presidente della giunta regionale».

L’ex direttore dell’Istituto di ricerche economiche e sociale per la Basilicata (Ibres), e poi coordinatore scientifico della società di studio e analisi delle politiche economiche e sociali Territorio spa, avrà il compito: «di coadiuvarlo e assisterlo, per quanto di competenza dell’organo di direzione politica, nelle azioni e nelle attività della programmazione economica-finanziaria regionale, in coerenza con il contesto socio economico del territorio regionale, gli indirizzi contenuti nella relazione programmatica e in conformità alle politiche economiche ed europee».

Subito dopo, però, l’articolo 1 del decreto definisce l’elenco di mansioni appena passato in rassegna: «tale incarico di ricerca». Quindi spiega che «ha per oggetto e presuppone, in particolare, la definizione di una metodologia di rilevazione dei dati e degli effetti relativi alla emergenza epidemiologica da covid 19 sul territorio regionale sotto il profilo socio-economico e produttivo, al fine di assicurare dati adeguati e coerenti al nuovo scenario di medio-lungo periodo, che tenga conto della nuova congiuntura in atto, al fine di individuare e definire un insieme di misure per la ripresa e il rilancio dell’intero sistema economico, produttivo e occupazionale della Regione Basilicata». Infine si passa al compenso economico previsto, e si evidenzia la possibilità di revoca anticipata dell’incarico per cessazione di un «rapporto fiduciario», che già appare alquanto stonato rispetto all’idea di un incarico di ricerca e basta.

Cuoco, dovrebbe percepire dalla Regione Basilicata un compenso omnicomprensivo di 20mila euro.

Niente a che vedere, insomma, con quanto accaduto col Comune di Potenza, dove è stato per due anni assessore alla programmazione della giunta guidata dall’ex sindaco Dario De Luca (2014-2016). Un servizio a titolo del tutto gratuito in ossequio alla norma introdotta nel 2012 dal governo Monti (e ampliata dai governi successivi) che vieta «incarichi di studio e di consulenza» come pure «incarichi dirigenziali o direttivi o cariche in organi di governo», a «soggetti già lavoratori privati o pubblici collocati in quiescenza», come lui. Consentendo soltanto, appunto, «gli incarichi e le cariche conferiti a titolo gratuito».

Come fare, allora, a riconoscere al neo-consigliere scientifico quel compenso di 20mila euro? Qui diventa decisiva la distinzione tra semplici incarichi di «studio e consulenza», e un incarico di «ricerca» quale quello su cui si dilunga, anche in maniera un po’ ripetitiva, il decreto appena firmato da Bardi
«Gli incarichi di ricerca sono compatibili e previsti nelle circolari esplicative del dipartimento Funzione pubblica», spiegano al Quotidiano del Sud dai vertici della Regione.

Intanto il neo-consigliere scientifico ha già fatto il suo debutto al fianco del governatore, mercoledì, in occasione di un incontro per definire il nuovo piano strategico regionale (su cui spesso Bardi è stato criticato per i ritardi accumulati).

Stando al comunicato riepilogativo diffuso dall’ufficio stampa di via Verrastro, tuttavia, di «metodologia di rilevazione dei dati e degli effetti relativi alla emergenza epidemiologica da covid 19 sul territorio regionale» non si sarebbe parlato.

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