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Il Comune di Lagonegro

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POTENZA – Detto, fatto. Come suggerito dall’ex governatore Marcello Pittella nell’audio messaggio raccontato sull’edizione di ieri del Quotidiano del Sud. Finirà anche al vaglio dei pm il caos di sabato mattina negli uffici Comune di Lagonegro, in occasione della presentazione delle candidature per il voto del 14-15 maggio. In attesa che il Tar si esprima su un’eventuale riammissione delle due liste ricusate per ritardi nel deposito degli atti richiesti: “Lagonegro libertà e progresso”, che sostiene la candidatura a sindaco di Concetta Iannibelli; e di “Cantiere Lagonegro” capeggiata da un altro consigliere comunale uscente come Antonio Brigante.

A confermare l’intenzione di rivolgersi ai pm «di Lagonegro e Potenza», oltre che al prefetto di Potenza e al Tar, è stata la stessa Iannibelli, raccogliendo l’invito in tal senso del suo principale referente politico in Consiglio regionale, Pittella. In una nota diffusa attrraverso alcuni siti web, Iannibelli parla di una «gravissima situazione», di violazione dei «più elementari principi della democrazia e della par condicio», e di un vero e proprio «fallimento dello Stato a Lagonegro, paese ancora troppo lontano per dirsi normale».

Obiettivo dell’esposto ai pm, quindi, sarebbe quello di far luce sull’accaduto e sui sospetti di un vero e proprio sabotaggio dietro le lungaggini degli uffici del Comune di Lagonegro, che hanno portato alla ricusazione delle liste. Con «la palese violazione dell’ordine pubblico e dei principi ispiratori del buon andamento della pubblica amministrazione».

«Lagonegro, paese commissariato non a caso, ha dimostrato di essere lontano dalla normalità a causa di pochi ma a danno della collettività». Così ancora Iannibelli ricordando la decadenza dell’ex sindaca Maria Di Lascio, pur non nominandola, per le dimissioni di 7 consiglieri comunali seguite al suo arresto ad ottobre dell’anno scorso. Per le accuse – poi ridimensionate – nell’ambito dell’inchiesta dei pm di Potenza su “mala politica” e sanità. Di qui l’annuncio della candidata sindaca dell’intenzione di battersi «fino alla fine».

Quasi immediata la reazione di Di Lascio, in corsa per un secondo mandato da prima cittadina, che dalla sua bacheca Facebook ha voluto sgombrare il campo da qualunque sospetto, spiegando che il ritardo alla base della ricusazione dei suoi «potrebbe essere stato causato dal fatto che i sostenitori delle liste avversarie alla nostra non si siano organizzati molto bene e si siano ostacolati l’un l’altro». «Noi – ha proseguito l’ex sindaca – siamo arrivati al Comune soltanto per consegnare i plichi pronti. Questa dinamica, perciò, non ci riguarda per niente».

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