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Dina Sileo, consigliera regionale della Lega

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La consigliera regionale torna all’attacco del dg sui dati trimestrali


POTENZA – Un “rosso” di «13 milioni di euro» che tra qualche giorno rischia di trasformarsi in disavanzo, creando i presupposti per un commissariamento dell’azienda ospedaliera regionale. Ma anche i fatti «gravissimi» degli ultimi giorni, tanto più perché a farne le spese è stata una donna come il capo dell’ufficio del personale.
Sono questi gli elementi più “caldi” alla base della richiesta di dimissioni del dg del San Carlo, Massimo Barresi, che la consigliera regionale della Lega Dina Sileo si accinge a portare in Consiglio regionale, oggi stesso, durante la discussione sull’ultima crisi esplosa per il licenziamento anticipato (poi revocato) di un centinaio di precari col contratto in scadenza a fine mese. Una richiesta di dimissioni per evitare «una mozione di sfiducia» che costringerebbe l’amministrazione regionale a un intervento d’autorità, precisa l’agguerrita consigliera leghista.
Consigliera, che sta succedendo?
«Succede che dai dati contabili del San Carlo dei primi tre trimestri del 2019, consultabili negli uffici del Dipartimento salute, emerge uno scostamento tra entrate e uscite di 13milioni di euro. Non sappiamo come si chiuderà il trimestre che in corso, ma se i numeri restassero quelli parliamo di due volte la soglia prevista per l’adozione di misure per la riconduzione in equilibrio della gestione e per l’ipotesi di decadenza del direttore generale. Per questo l’auspicio è che sia Barresi a compiere un atto di coscienza, o proporremo una mozione di sfiducia. Anche perché nel frattempo continuano ad accadere fatti gravissimi, come quello che ha coinvolto la dottoressa Vinci».
Si riferisce al fatto che sia finita al pronto soccorso dopo uno scontro verbale col dg, dopo che quest’ultimo è finito nel mirino per i 5mila euro di bonus formazione ricevuti a fronte di un corso di tre giorni a Firenze?
«Certo. Mi pare che ci sia stato un atteggiamento poco consono nei confronti di una donna, aggredita più volte verbalmente al punto da causarle un malore. E non parlo delle illegittimità nella procedura di nomina di Barresi da parte della vecchia giunta a legislatura già scaduta…»
Che è una discussione accesasi prima ancora che quella nomina venisse fatta, poco meno di un anno fa, a cui evidentemente l’attuale amministrazione regionale non si è mai appassionata. Nonostante anche il capo di gabinetto di Bardi abbia parlato di un provvedimento illegittimo…
«Come Lega abbiamo portato il tema più volte sul tavolo della maggioranza. Oggi vorrei capire che ne pensa l’opposizione dal momento che ogni giorno fanno interrogazioni sulla sanità e sul San Carlo. Qualche settimana fa Pittella in Consiglio disse che se avessimo votato per la risoluzione del contratto di Barresi lui ci sarebbe stato. Se sono realmente così responsabili come dicono, quindi, dovrebbero avallare un’iniziativa in questo senso».
Pare di capire che all’interno della Lega, però, c’è anche chi come il suo collega consigliere Massimo Zullino, che è il presidente della commissione Politica sociale, difende l’operato di Barresi.
«C’è una posizione all’interno della maggioranza, non solo di Zullino, di persone che non difendono l’operato Barresi, ma attendono dei fatti, comprovati, di fronte ai quali sono disponibili a essere conseguenti».
Questa sua iniziativa ricorda da vicino quella dei vertici della coalizione di centrodestra che la scorsa settimana hanno avviato un’offensiva contro il “Partito della Regione” e le sue «tecnocrazie», accusate di boicottare il cambiamento. Vi siete coordinati?
«Quello che facciamo nella Lega non è mai un gesto individuale ma condiviso. E’ nostra ferma intenzione rispettare le promesse fatte in campagna elettorale. Abbiamo parlato di rinnovamento e lì dove ci sono palesi malfunzionamenti non ci sottrarremo a tutte le azioni necessari. Al San Carlo come in Regione, dove c’è un atteggiamento da parte di certi uffici a sottrarre competenze tipiche del capo di gabinetto. Forse non sono abituati a modelli diversi.
Finirete per mettere pressioni voi stessi sulla giunta regionale e il governatore Vito Bardi?
«Noi girando sul territorio abbiamo l’esatta percezione che la gente che ci ha votato non vede un cambiamento in atto, che poteva essere repentino. Proviamo a essere di pungolo per accelerare la rivoluzione, e quella del San Carlo deve arrivare per prima perché è la più importante azienda sanitaria lucana, registra dei dati contabili negativi, e ci sono delle ripercussioni inaccettabili sui cittadini. Questo, ovviamente, non esclude azioni immediate indirizzate anche ad altri enti e sub-enti regionali».
Insiste sui dati contabili?
«Credo che i problemi di bilancio del San Carlo siano stati alla base anche della scelta di procedere al licenziamento anticipato di infermieri e operatori ssanitari in servizio a tempo determinato che ha messo a rischio l’offerta di servizi e prestazioni sanitarie, tanto più in prossimità del periodo natalizio. Il direttore generale, comunque, ha assunto degli impegni contrattuali su quelli e sull’abbattimento delle liste d’attesa, e credo che la scorsa settimana abbia disertato l’audizione in commissione perché conscio di questo scostamento nel terzo trimestre e del disavanzo che si materializzerà alla fine del quarto. Abbiamo indici di produttività in discesa in vari reparti. Anche la scelta di bloccare le visite private, l’intra moenia, nei reparti dove erano più lunghe le liste d’attesa ha fatto diminuire gli incassi perché parte dei ricavi per quelle visite andavano comunque all’azienda ospedaliera. Al di là del fatto che mi è stato riferito per cui dal Centro di prenotazione ormai direbbero di richiamare un’altra volta quando le liste d’attesa superano i limiti, per evitare di registrare il superamento in questione. Poi, è chiaro, c’è tanto altro, ma non ha rilevanza in un discorso sul rispetto del contratto».
Ad esempio?
«Mi riferisco a certi comportamenti nei confronti delle persone, dei dirigenti medici, a questo suo ricercato isolamento per cui adesso ha messo una guardia all’ingresso dell’ufficio e non riceve nessuno. Ultimamente c’è stata un’ispezione dell’Asp nelle cucine del San Carlo e la ditta a cui sono stati affidati i pasti è stata sanzionata per la qualità di alcuni degli alimenti. L’azienda ospedaliera, invece, è stata multata per le condizioni in cui si trovano le cucine. Non mi risulta che abbia preso provvedimenti di sorta. Né ci siamo dimenticati la nota presa di posizione di tutti i direttori di Dipartimento, precedente unico a livello nazionale. Quella protesta non può essere liquidata come frutto di posizioni di interesse, ma ha una estensione e una trasversalità tali da dimostrare l’insufficiente capacità del dottor Barresi di gestire le risorse più importanti delle aziende sanitarie e ospedaliere, quelle umane. Nel San Carlo c’è un fermento ormai incontrollato, con un fronte amplissimo di personale insoddisfatto e sfiduciato, minacciato e vessato da procedimenti disciplinari».
Lei non pensa che qualcuno di loro esageri?
«Prendiamo il caso della chiusura della terapia intensiva neonatale, che è un gravissimo precedente perché non è tollerabile che le donne di questa Regione per partorire in sicurezza debbano andare a Castellammare di Stabia o ad Acquaviva delle Fonti. La domanda da porsi non è perché il personale sia insufficiente o perché si sia assentato, ma perché un evento del genere non si è mai verificato in passato. La risposta non può che essere la seguente: incapacità di gestire le risorse umane, clima organizzativo non adeguato a garantire quello spirito di sacrificio dei sanitari sempre presente in passato. L’affermazione di un direttore generale relativa all’aver già in precedenza comunicato la criticità alla presidenza e all’assessorato dimostra l’insufficienza del dottor Barresi come manager, chiamato a trovare soluzioni per l’azienda diretta e non a scaricare responsabilità sulla Regione, che non ha alcun ruolo gestionale. Mentre l’assessore Leone era presente in azienda per parlare con i parenti dei piccoli pazienti spostati in ospedali di altre regioni, il dottor Barresi era tranquillamente sulla spiaggia».
La sua maggioranza, però, e in primis l’assessore alla Salute Rocco Leone, ha puntato il dito sui medici accusandoli di essersi messi tutti in ferie apposta, per scioperare contro la nomina del nuovo primario.
«A mio avviso c’è stato un evidente ritardo di programmazione e da consigliere regionale pongo il tema mentre l’assessore si trova a dover affrontare emergenze create da una cattiva gestione. Credo, comunque, che anche l’assessore abbia preso atto, eccome, della situazione. Ci sono anche altre valutazioni in corso rispetto a possibili contenziosi».
Consigliera, non è che la sua è una questione personale con Barresi dopo il trasferimento di sua sorella, che lavora lì al San Carlo?
«Non è assolutamente un caso personale, ci mancherebbe. Esercito le mie prerogative di consigliere e faccio affermazioni riscontrate da rilievi documentali. Mia sorella se riterrà di essere stata danneggiata dal trasferimento farà ciò che ritiene più utile. Io ho fatto rilievi anche ad altre aziende sanitarie perché con la Lega stiamo facendo un giro in tutte le strutture sanitarie della regione e vogliamo essere di stimolo per tutte le cose che non funzionano e osserviamo in questo percorso».

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