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POTENZA – Potrebbe non essere quella di Maura Locantore la candidatura «unitaria» per la segreteria del Pd della Basilicata a cui è pronto a dare il suo sostegno il senatore Salvatore Margiotta. Ma se i nomi alternativi scarseggiano, o vengono tenuti nascosti per evitare di “bruciarli” è già caccia alle tessere, in vista della scadenza del 20 ottobre per il rinnovo di quelle di chi è stato già iscritto.
Va avanti così, in un crescendo di tensione, il congresso del Partito democratico lucano avviato ufficialmente domenica sera dal commissario regionale Gianni Dal Moro.


L’oggetto principale del contendere restano le candidature alla segreteria regionale, per cui le indiscrezioni che circolano con insistenza da diversi giorni danno in corsa la segretaria provinciale di Potenza, Maura Locantore. Una candidatura, quella di Locantore, che avrebbe soppiantato il progetto in costruzione fino a qualche mese fa attorno all’ex presidente del Consiglio regionale, Piero Lacorazza, anche per effetto delle indicazioni del segretario nazionale Enrico Letta sulla necessaria presenza femminile nella dirigenza del “suo” partito.


A sostegno della segretaria provinciale uscente, però, parrebbero pronti a schierarsi anche l’ex governatore Marcello Pittella, il deputato Vito De Filippo, e il capogruppo in Consiglio regionale, Roberto Cifarelli. Lo stesso Cifarelli che nei giorni scorsi ha fatto fronte comune proprio con Locantore, e il commissario regionale Dal Moro, per difendere i segnali positivi (non molti in realtà) emersi dall’ultima tornata di elezioni amministrative.
Ieri sulla possibilità prospettata dal Quotidiano del Sud di un ulteriore allargamento del fronte pro-Locantore è intervenuto il senatore Salvatore Margiotta, negando una sua «apertura» all’ex delfina. Il senatore ha voluto precisare così il senso di una nota del giorno prima, con cui si era smarcato dall’altro ipotetico fronte in via di formazione in vista del congresso, con Lacorazza e l’ex presidente del Consiglio regionale Vito Santarsiero.
«Auspicare un congresso unitario per il Pd Basilicata, impegnarsi in tale direzione, smentire l’esistenza di cordate correntizie contrapposte e cristallizzate non significa affatto aprire a questo o a quel candidato». Ha evidenziato su Twitter l’ex sottosegretario ai Trasporti del governo Conte II. «Proprio per niente».


Un messaggio che ha raccolto subito l’approvazione di Santarsiero, ma non di Lacorazza, che qualche ora prima – quasi ad anticipare gli eventi – aveva deciso di pubblicare su Facebook alcuni messaggi inviati da Margiotta in una chat riservata. Messaggi in cui di recente il senatore ha ribadito le sue critiche a Locantore.
Sempre su Facebook, ieri, Lacorazza ha preso di mira, piuttosto, l’esperimento lucano delle “Agorà” lanciate a livello nazionale da Letta per aprire il partito alla società civile.


«Che io sappia ne sono state fatte due -ha spiegato l’ex presidente del Consiglio regionale -: una promossa dal capogruppo del Pd in Regione Roberto Cifarelli a Melfi (non deve aver portato bene) e l’altra dalla segretaria provinciale di Potenza del Pd Maura Locantore a Brienza (non deve aver portato bene neanche questa visto l’esito complessivo delle elezioni). Due Agorà non promosse da cittadini, non da semplici iscritti ma da dirigenti di partito».
Quindi ha acceso i riflettori sul tema delle tessere, che sarà decisivo per l’esito del prossimo congresso dal momento che a votare per il nuovo segretario regionale saranno soltanto gli iscritti.
«Entro il 30 ottobre si presentano le candidature a segretario regionale con possibilità di candidarsi per chi si iscrive entro il 20 ottobre, tra una settimana». Ha ricordato Lacorazza. «I congressi di circolo si devono chiudere entro il 19 dicembre. Aggiungo che per partecipare da nuovo iscritto al congresso del Pd devi iscriverti entro il 9 novembre».


«Il clima è pessimo». Ha concluso Lacorazza. «Chi vuol promuovere un’Agorà lo fa per un esercizio delle spirito visto che parallelamente, o addirittura entro una settimana, dovrebbe iscriversi per candidarsi a qualcosa? Quindi c’è chi discute, chi decide e chi rappresenta. Ma anche se promuovo da cittadino un’Agorà a novembre come si relaziona alla definizione dei gruppi dirigenti che dureranno per i prossimi quattro anni? (…)Il rischio è che una bella idea lanciata dal segretario Enrico Letta rischia di infrangersi sulla bramosia di potere e di ambizione dei gruppi dirigenti locali, oltre che su qualche contraddizione che ancora il Pd si porta dietro da qualche tempo».

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