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Maura Locantore

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POTENZA – Il commissario uscente del Pd lucano, ha scelto di «privilegiare il partito degli eletti a quello degli iscritti». Così si è condannato all’«inevitabile fallimento». Il prossimo congresso regionale, quindi: «può e deve essere un’occasione da non sciupare sia per riformare i nostri gruppi dirigenti, archiviando definitivamente l’esercizio dei posizionamenti ideologici e correntizi che (…) negli ultimi anni hanno impoverito il pluralismo interno e si sono trasformati nei fortini utili a garantire il destino personale, sia per definire la nuova identità del Partito democratico lucano».

E’ quanto dichiarato ieri dalla segretaria provinciale dem, Maura Locantore, in una lettera a segretari e commissari di circolo della provincia di Potenza.

Locantore è uscita allo scoperto tre giorni dopo il saluto all’ormai ex commissario regionale, il senatore pugliese Dario Stefano, da parte dei due esponenti Pd del parlamentino lucano, Roberto Cifarelli e Marcello Pittella. Un saluto e un ringraziamento per la «capacità di ascolto e di analisi» mostrata dal senatore, che a detta dei due consiglieri avrebbe «contribuito a rasserenare il clima all’interno del partito e a creare le condizioni organizzative e politiche adeguate per programmare il prossimo congresso regionale, in grado di definire una guida politica democraticamente scelta dagli iscritti».

Le segretaria provinciale, evidentemente di tutt’altra opinione sui 14 mesi appena trascorsi, ha liquidato come un’occasione persa la gestione del partito da parte dell’ex commissario, ricordando «la sua costante assenza», giustificabile solo in minima parte con la crisi sanitaria.

Annunciando l’imminente nomina di un successore di Stefano da parte della segreteria nazionale, inoltre, Locantore ha ringraziato proprio i vertici del Nazareno per l’«ascolto» offerto alle denunce sul «peggioramento del Pd lucano che tutti noi abbiamo avvertito». Quindi, rispetto alla prospettiva di una nuova guida del partito «democraticamente scelta dagli iscritti» evocata da Pittella e Cifarelli, si è mostrata pronta a rilanciare.

Nessuna paura del confronto muscolare in prima persona con i due eletti o il loro candidato, insomma, se nei prossimi mesi dovessero fallire i tentativi di dar vita un congresso “unitario” di mera ratifica di una designazione già compiuta. Ipotesi, quest’ultima, su cui Locantore si è già posizionata da mesi, e vede al centro il ritorno alla segreteria regionale di Piero Lacorazza, attuale vice responsabile organizzazione del Pd nazionale per il Sud e le isole.

«Siamo chiamati – ha aggiunto Locantore – a un lavoro nuovo e insieme dobbiamo impegnarci, ancora e di più, non solo per rinnovare e riformare il nostro amato partito, ma dobbiamo riscrivere il nostro progetto politico per garantire ai lucani un’alternativa, forte politicamente nonché radicata sui territori, all’attuale governo regionale e alle forze di centrodestra che lo sostengono e le cui scelte ingiuste, inique e pericolose non ci consentono di superare l’emergenza sanitaria, men che meno la crisi economica e sociale».

Quindi l’appello a «un cambio di passo reale che avendo come direttrici fondamentali la cura delle persone e dei territori, possa ridare al Pd la sua storica capacità di essere al centro di una nuova partecipazione effettiva, che partendo dal basso e archiviando ogni forma di velleitario protagonismo dei singoli, sia il terminale delle aspettative dei nostri iscritti e l’interlocutore degli elettori di centrosinistra nonché delle diverse forze sociali ed economiche della regione».

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