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Da sinistra il governatore Bardi, il dg Barresi e l'assessore Leone

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POTENZA – Accelerare sull’approvazione di un nuovo piano sanitario che trasformi l’organizzazione del San Carlo quanto basta per offrire una giustificazione legale alla risoluzione del contratto col dg Massimo Barresi. Mentre Italia Viva e il Movimento 5 stelle rilanciano l’ennesima polemica, dopo il taglio, inspiegabile, dei compensi per il servizio reso da medici e infermieri dei reparti covid oltre il normale orario di servizio.

Pare destinato a tornare dall’aula del Tar Basilicata a quella del parlamentino lucano il caso Barresi, dopo la crisi esplosa nei giorni scorsi all’interno della maggioranza con le critiche rivolte pubblicamente dalla fronda dei ribelli capeggiata dal diversamente leghista Massimo Zullino alla giunta regionale guidata dal governatore Vito Bardi. Uno scontro senza precedenti scatenato dalla decisione di chiedere all’ufficio legale di via Verrastro di “ammorbidire” la difesa di fronte ai magistrati della legittimità dell’incarico affidato al dg dalla vecchia amministrazione. Nonostante la legislatura fosse già scaduta da diversi giorni.

Al vaglio del generale e dei suoi assessori ci sarebbe, in particolare, una riedizione dell’operazione messa a segno con l’Agenzia regionale per la promozione dell’ambiente. Con l’approvazione della riforma dell’Agenzia in non più di un mese dalla presentazione del relativo disegno di legge in giunta. Riforma che ha permesso l’avvicendamento tra l’ex direttore generale Edmondo Iannicelli, pittelliano doc che pareva “blindato” da un contratto fino al 2021, e il capo del dipartimento Ambiente Michele Busciolano, subentratogli come commissario.

In questo senso andrebbe inteso anche l’annuncio del governatore della scorsa settimana, che ha parlato di implementare due ospedali che dal 2017 fanno capo al San Carlo, quelli di Lagonegro e di Villa d’Agri, assieme a quello di Venosa, che invece fa capo all’Asp.

Tra gli obiettivi del nuovo piano, infatti, ci sarebbe quello di trasferire le cure per le cronicità nei poli periferici, concentrando le attività del San Carlo su quelle che richiedono una maggiore specializzazione. Resta da capire, poi, se le articolazioni aziendali del sistema sanitario regionale saranno ancora 4 come oggi (Asp, Asm, San Carlo e Crob) o verrà istituita un’unica azienda territoriale. Cosa che era prevista già nell’originario progetto di riforma della vecchia amministrazione Pittella, arenatosi per le proteste da Matera contro lo “scippo” degli uffici.

Ove andasse in porto anche solo la prima parte della riforma abbozzata, tuttavia, è evidente che si creerebbero i presupposti giuridici per un avvicendamento ai vertici del nuovo San Carlo. E il candidato più forte per la sua guida è senz’altro l’attuale direttore generale del dipartimento Salute Ernesto Esposito, che è anche a capo della task forse regionale per la gestione della crisi sanitaria in corso. Lo stesso Esposito, che a fine gennaio si è già calato in qualche modo del nuovo vestito, sostituendo Barresi nell’illustrazione del rendiconto delle attività portate avanti nel 2019 dall’azienda ospedaliera regionale. In una conferenza stampa voluta dal governatore per rispondere alla insofferenza montante all’interno della sua maggioranza sull’operato del dg.

L’impressione, insomma, è che il governatore si sia ormai stufato delle polemiche continue sulla gestione del San Carlo, sempre più avvertita come il tallone d’Achille della sua amministrazione.

L’ultimo caso esploso ne è la dimostrazione più evidente. Con le proteste di quei medici e di quegli infermieri che per settimane si sono fatti in quattro sulla prima linea della guerra al virus, e si sono visti riconosciuti in busta paga la metà di quanto pattuito per il lavoro reso oltre al normale orario di servizio.

Ieri in un incontro con i sindacati Barresi avrebbe rassicurato che a maggio verrà pagata la differenza assieme ai 100 euro una tantum previsti dal decreto “cura Italia”. Di qui l’appello alla Regione lanciato dai responsabili della Uil Fpl Giuseppe Verrastro, Gerardo Sarli e Francesco Gamma, perché metta a disposizione le risorse necessarie.

Ma dall’opposizione in Consiglio regionale non si sono fatti pregare. Così da Mario Polese (Iv) è partita una lettera aperta indirizzata al dg, perché «recuperi serenità e dialogo con la maggioranza regionale per provare a risolvere il problema». «Non é auspicabile – ha aggiunto Polese – che queste persone, già penalizzate per la funzione preziosissima che stanno svolgendo a favore della comunità, non si vedano riconosciuto un diritto che è quello del pagamento degli straordinari».

Critici anche i consiglieri M5s Carmela Carlucci, Gianni Leggieri e Gianni Perrino, che hanno ricordato l’eroismo mostrato dagli operatori del San Carlo.

«Gli eroi sicuramente vanno ammirati, elogiati e premiati: certamente non presi in giro». Hanno aggiunto. Quindi l’affondo sulle critiche dei dissidenti alla giunta e la maggioranza che «in piena epidemia, spreca energie e tempo preziosi per accapigliarsi pubblicamente, creando nell’opinione pubblica lucana un senso di ulteriore disorientamento e precarietà».

Per i consiglieri M5s, in conclusione: «vittime di questa nuova battaglia di potere, poltrone e posizioni, tutta interna alla maggioranza in Consiglio regionale, rischiano di essere ancora una volta i cittadini e gli operatori sociosanitari lucani».

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