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Massimo Barresi

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POTENZA – Il governatore Vito Bardi e la sua giunta ordinano di «rimettersi alla decisione del collegio giudicante» sulla legittimità dell’incarico al discusso direttore generale del San Carlo, Massimo Barresi? Poco importa agli avvocati di via Verrastro, che vanno avanti per la loro strada facendosi beffe di quel deliberato, e insistono per la conferma dei vertici dell’Azienda ospedaliera regionale. In linea coi dissidenti all’interno della maggioranza e dello “stato maggiore” del generale.

C’è l’ammutinamento dell’ufficio legale di via Verrastro al centro dell’ultimo capitolo della saga del discusso dg, arrivato alla guida del San Carlo a gennaio dell’anno scorso dal Cardarelli di Napoli (dove era in servizio come dirigente “senza ufficio”). Una nomina a sorpresa, la sua, ma soprattutto a legislatura già scaduta, da parte dell’allora governatrice facente funzioni Flavia Franconi in sostituzione dell’assente Marcello Pittella (sospeso dall’incarico per le note vicende giudiziarie).

Venerdì la nuova memoria di costituzione degli avvocati della Regione, Maddalena Bruno e Valerio Di Giacomo, è stata depositata nella cancelleria dei giudici del Tar. Gli stessi giudici che tra un mese esatto dovranno decidere del ricorso proposto dall’attuale direttore amministrativo dell’Asp Giuseppe Spera. Ovvero dell’altro candidato rimasto per la guida dell’azienda ospedaliera dopo la rinuncia della “prima scelta” della governatrice ff.

chiedere la sostituzione del testo presentato in occasione dell’udienza del 22 aprile, poi rinviata a seguito dell’emergenza sanitaria, era stato in prima battuta l’assessore regionale Rocco Leone (FI), censurandone le parti in cui si sosteneva che «non avendo i neo-eletti organi regionali – Bardi e i suoi assessori, ndr – provveduto a ritirare la contestata nomina in auto-tutela», vi sarebbe «indizio più che ragionevole di un implicito intento di confermare nell’incarico il dottor Barresi», posto che gestirebbe l’azienda ospedaliera regionale «da oltre un anno e con apprezzabili risultati».
L’assessore aveva giudicato quella considerazione «inopportuna e grave» dal momento che è pendente in Consiglio regionale una mozione a prima firma della leghista Dina Sileo sulla legittimità dell’incarico a Barresi e l’opportunità di una sua revoca in autotutela. Con l’aggiunta di un rimbrotto per aver espresso, travalicando le competenze dell’ufficio legale, una «valutazione di merito circa l’operato e i risultati raggiunti dal dottor Barresi», che lui stesso negli ultimi mesi ha più volte contestato assieme a un fedelissimo di Bardi, come il direttore generale del Dipartimento Salute Ernesto Esposito.

Basti pensare, per esempio, alla tensione delle ultime settimane sulla “falsa ripartenza” delle attività normali del San Carlo dopo la fine della fase calda dell’emergenza covid. Una ripartenza che è stata procastinata dai vertici dell’azienda ospedaliera fino alla data odierna, con un evidente ritardo rispetto ai termini dell’11 maggio e del 3 giugno che erano stati impartiti dalla Regione alle aziende sanitarie lucane per avviare e completare il ritorno alla normalità. Fermi restando i dubbi diffusi su cosa effettivamente funzionerà da oggi in poi, considerato l’arretrato da smaltire di oltre 60mila cittadini in attesa di cure di vario tipo – già prenotate – dagli inizi di marzo, quando è scattato lo stop a tutte le attività “non salvavita”.

Dopo Leone, di fronte alle prime resistenze dell’ufficio legale che rivendicava la propria autonomia deontologica, si era espressa nello stesso senso la giunta regionale, rinnovando il mandato agli avvocati Bruno e Di Giacomo, ma con «modifica delle conclusioni precedentemente rassegnate». L’indicazione, infatti, era di «rimettersi alla decisione del collegio giudicante».

Su quella delibera, però, era subito esploso il caso dell’astensione camuffata da assenza dell’assessore ai Trasporti, la leghista Donatella Merra. Con l’aggiunta della pubblica presa di posizione contro Bardi e i suoi della fronda composta da un altro leghista, Massimo Zullino, e i tre consiglieri dei mono-gruppi di centrodestra del parlamentino lucano. Una spaccatura senza precedenti all’interno di una maggioranza, già abbastanza litigiosa di suo, che è stata sanata solo di recente con un incontro dei vertici della coalizione di centrodestra.

Nella nuova memoria depositata al Tar, in luogo della precedente formulazione, si legge che è comunque «assodato che ad oggi la giunta regionale in carica ed il suo presidente, per quanto possano non condividere la scelta fatta dagli organi politici precedenti, non hanno adottato atti che contravvengono all’originaria nomina, ossia provvedimenti in autotutela». Da questo si fa derivare che le aspettative per la nomina vantate da Spera, che aveva ottenuto un giudizio migliore di Barresi da parte della commissione regionale incaricata di vagliare le domande degli aspiranti dg del San Carlo, sarebbero «alquanto fumose e meramente supposte».

«E tanto – aggiungono Bruno e Di Giacomo -, anche a prescindere da valutazioni in merito sull’operato del dottor Barresi in questo anno e mezzo, che non competono sicuramente alla scrivente difesa, ma agli organi regionali secondo precise procedure e garanzie».

L’apice, ad ogni modo, viene raggiunto nel periodo finale quando viene parafrasata l’espressione della giunta regionale sul «rimettersi alla decisione del collegio», con un’interpretazione guidata dall’«interesse dell’ente» e la «sua tutela» che pare alludere ai danni economici che potrebbe provocare il riconoscimento dell’illegittimità della nomina di Barresi.

«La Regione Basilicata, rimettendosi al senso di legalità e legittimità del Tar Basilicata e, comunque, nell’interesse dell’ente ed a sua tutela, chiede che il Tar per la Basilicata, contrariis reiectis, ritenga inammissibile il ricorso per carenza d’interesse del ricorrente e, comunque, nel merito infondato, con sua reiezione e conseguente condanna del ricorrente alle spese di giudizio».

Rimettersi al senso di illegalità dei giudici, d’altronde, sarebbe stato difficile. Ma tant’è.

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