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ROMA – Il terzo numero di “Appennino”, il semestrale di letteratura e arte, supplemento della rivista “Mondo Basilicata”, edita dal Consiglio regionale della Basilicata, è stato presentato ieri sera a Roma, presso la sede di rappresentanza della Regione, in Via Nizza. In apertura dei lavori i saluti del presidente dell’Associazione dei lucani a Roma, Filippo Martino, e dei direttori editoriali della rivista, gli scrittori Giuseppe Lupo e Mimmo Sammartino (non era presente l’altro direttore, Raffaele Nigro per impegni precedentemente assunti).

“Una rivista – ha sottolineato Giuseppe Lupo – che fa tesoro di quanto aveva affermato il grande Sinisgalli, più di settant’anni fa: ‘Abolire la storia e onorare la geografia’. Lo strumento editoriale intende fornire una chiave di lettura dell’Italia trasversale, sottolineando il ruolo della geografia, considerata oggi una chiave di lettura assai più affidabile della storia nel leggere i fenomeni antropologici e culturali di una comunità, di una regione o di una nazione. Appennino – ha aggiunto Lupo – vuole caratterizzarsi come punto di osservazione tra diverse identità, privilegiando lo sguardo sull’Italia verticale, lungo la dorsale appenninica che è la vera colonna vertebrale della nazione”.

Mimmo Sammartino si è soffermato sulle opportunità che offre la nuova rivista, “quella di omaggiare i cantori del passato, Levi, Campanile, De Martino, Scotellaro, Sinisgalli (solo per citarne alcuni) ma, soprattutto, di proporsi come palcoscenico dove intrattenere dialoghi con altri interpreti della cultura italiana. Un luogo dove la conoscenza non viene solo trasmessa ma anche costruita con il contributo di quanti amano la cultura in ogni sua sfumatura. Un laboratorio dove guardare le cose, gli accadimenti, i sentimenti scrutandoli da vicino e attraversandoli con una moderna scrittura narrativa. Il tutto senza mai confinarsi in Basilicata ma aprendosi alle diverse esperienze, tutte capaci di regalare emozioni forti”.

La rivista è strutturata in sezioni di approfondimento fisse e una parte tematica dedicata di volta in volta ad uno scrittore lucano o che ha interpretato la regione. In questo numero spazio a Pasquale Festa Campanile, uomo colto che riuscì a dedicare la stessa curiosità e impegno sia al cinema che alla scrittura. Nei ritratti che fanno di lui Nigro e Lupo emerge l’attenzione al Mezzogiorno, la goliardia, l’inquietudine religiosa e la capacità di sorprendere. A tratteggiare ancor meglio la figura dello scrittore lucano il figlio, Raffaele Festa Campanile, presente all’incontro, al quale il presidente del Consiglio regionale della Basilicata, Franco Mollica ha trasmesso sentimenti di stima.

“Abbiamo omaggiato un narratore di grande qualità – ha affermato Mollica – capace di giocare con temi seri, mantenendo al tempo stesso lucidità e umorismo. Un abile regista cinematografico che ha saputo costruire personaggi proverbiali, chi non ricorda il suo Rugantino teatrale”. Il presidente si è, poi, soffermato sul valore della cultura definendola “forza vitale dell’economia, un elemento trainante con un effetto moltiplicatore. La vitalità di questo settore – ha precisato – indica lo stato di salute di una società, per cui difendere la cultura significa difendere l’idea di una società democratica a tutti i livelli”. “E perché la cultura sia viva – ha sottolineato Mollica – vi è bisogno di sguardi culturali il più possibile plu¬rali. Ed è per questo che occorre accogliere con favore e poi sostenere progetti come questo di ‘Appennino’, una rivista che si è posta, sin dal primo numero, come luogo di incontro, dove si è dato spazio ad una viva e lucida analisi del passato, senza tralasciare l’indagine sul presente, per coglierne i mutamenti e le contraddizioni”.

Concludendo l’intervento, il presidente del Consiglio regionale ha ricordato le parole pronunciate in occasione della presentazione del primo numero della rivista da Raffaele Nigro: “Appennino si sta affermando come connubio tra le istituzioni e un gruppo di ‘scapigliati’, ognuno dei quali prova a leggere il mondo attraverso le proprie coordinate”. “E allora l’invito che rivolgo a voi ‘scapigliati’ – ha detto – è di continuare ad interpretare il mondo con le vostre coordinate, a difendere l’autonomia della cultura, a richiamarla a un più intimo contatto con la vita, a noi rappresentanti delle istituzioni il compito di sostenervi in questa stimolante avventura”.

La serata è stata arricchita da un un reading di racconti a cura della poetessa e attrice Mara Sabia. 

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