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POTENZA – È uscito ieri “Pastori di greggio” brano cantautorale e di protesta del diciottenne artista lucano Alberto Giovinazzo, caratterizzato da un sound folk contaminato con sonorità di diversi generi musicali. Il testo letterario è stato scritto dall’artista lucano insieme all’autore Giorgio Sprovieri, la musica da quest’ultimo insieme a Roberto Cannizzaro, entrambi appartenenti all’etichetta discografica “Roka Produzioni”.

«Pastori di greggio – si legge in una nota – non vuole essere soltanto una canzone, bensì un progetto civile che parli della triste situazione ambientale che la Basilicata sta attraversando a causa dei numerosi errori fatti nel corso della storia da parte dei giacimenti petroliferi presenti nel territorio. Una tematica sentita ma necessaria da trattare per tutelare la ricchezza naturale lucana, una terra di eccellenze paesaggistiche, gastronomiche e culturali. La satira e l’ironia rendono particolare il brano, avvolto da una teatralità sottile che lo indirizzano verso la sfera del tragicomico».

Il brano vanta la collaborazione del maestro Andrea Micieli, eclettico violinista. Registrato e missato da Salvatore Longobucco presso gli studi Roka Produzioni. La regia del videoclip in uscita il 3 dicembre è affidata a Pierluigi Sposato, riprese a cura di Massimo De Masi.

Giovinazzo, nato a San Chirico Raparo e maggiorenne da poco più di due mesi, inizia a coltivare la passione per la musica all’età di cinque anni: «Ricordo – ha raccontato la mamma – quando portava il tempo con il piedino sul palco durante la partecipazione ad un concorso canoro del paese».

Finalista ad Area Sanremo 2018, nel 2020 ha vinto il Cantagiro con “Pastori di greggio”. Ad aprile 2021 il suo primo disco tra pop/folk ed elettronica.

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