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La sede potentina dell'Unibas

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POTENZA – «Dopo innumerevoli tentativi, protratti per più di un anno, di interloquire con la Regione in maniera costruttiva perché l’importante esperienza del Centro Internazionale di Dialettologia (Cid) non finisse, ci vediamo costretti a chiudere ogni attività del Centro, in quanto i contratti di tutti i ricercatori sono ormai giunti a termine».

E’ arrivato così, ieri in serata, l’epilogo annunciato dello scontro tra il centro di studi avviato all’interno dell’Università della Basilicata 14 anni orsono e la Regione.
A comunicare l’intenzione di interrompere le attività, dimettendosi dall’incarico di direttrice, è stata la professoressa Patrizia Del Puente, animatrice del centro, che negli anni ha accumulato una serie di riconoscimenti nazionali e internazionali.

In una nota diffusa nella giornata di ieri, convocando una conferenza stampa per approfondire la questione lunedì mattina, si parla di un gesto di «solidarietà» nei confronti dei ricercatori del Cid, «che, dopo anni di prezioso lavoro, si ritrovano privi di una prospettiva».
Nelle scorse settimane, infatti, sono scaduti i contratti degli ultimi di loro. Ma i 180mila euro necessari per il prosieguo delle attività sono rimasti in Regione, dove l’assessore regionale con delega alla Formazione, Franco Cupparo, ha posto come condizione per la loro erogazione «una nuova convenzione che fissi (…) aspetti amministrativi, contabili, rendicontativi e procedurali». Sulla scorta di una serie di rilievi sulla gestione delle risorse.

Nella nota diffusa ieri si spiega che «l’unica possibile e sensata via d’uscita, laddove realmente (e non solo a parole) la Regione riconoscesse il valore del lavoro svolto negli ultimi 14 anni, sarebbe, come già più volte richiesto, l’istituzionalizzazione del Cid».

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