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SULLA base delle informazioni contenute nella rilevazione degli iscritti in anagrafe per nascita, nel rapporto “Natalità e fecondità della popolazione residente – Anno 2019” l’Istat elabora la distribuzione dei nomi maschili e femminili più frequenti nel 2019. A livello nazionale, il nome Leonardo mantiene il primato conquistato nel 2018, mentre Francesco, anche quest’anno si conferma al secondo posto. In terza posizione, Lorenzo scalza Alessandro che scende al quarto posto.

Per quanto riguarda i nomi femminili rimane in prima posizione Sofia, ma si rileva uno scambio sul podio tra Aurora che sale al secondo posto dal terzo, quest’anno occupato da Giulia. Nonostante ci siano oltre 27 mila nomi diversi per i bambini e quasi 26 mila per le bambine (includendo sia i nomi semplici sia quelli composti), la distribuzione del numero di nati secondo il nome rivela un’elevata concentrazione intorno ai primi 30 in ordine di frequenza, che complessivamente coprono oltre il 44% di tutti i nomi attribuiti ai maschi e oltre il 38% di quelli delle femmine.

Sebbene la scelta del nome sia in parte legata alla cultura, alla religione (nomi di Santi, di Patroni) e alle tradizioni dei singoli ambiti territoriali, la concentrazione dei nomi è comunque molto forte.

Leonardo raggiunge il primato in tutte le 14 regioni del Centro-nord (a eccezione della provincia autonoma di Bolzano dove primeggia il nome Jonas) e, tra le regioni del Mezzogiorno, prevale in Abruzzo e in Sardegna. A livello regionale, il nome Francesco si posiziona al primo posto soltanto in 4 regioni italiane, tutte del Mezzogiorno (Molise, Puglia, Basilicata e Calabria). Giuseppe e Antonio continuano a primeggiare stabili rispettivamente in Sicilia e in Campania.

Per le bambine, a eccezione della Provincia Autonoma di Bolzano (dove primeggia il nome Emma), della Valle d’Aosta (in cui prevale Alice) e della Basilicata (dove primeggia Francesca), in tutte le realtà locali si ritrovano gli stessi tre nomi del podio nazionale. Sofia si conferma al primo posto in nove regioni del Centro-nord, ma anche in Abruzzo e in Sardegna.

Aurora, salita al secondo posto in classifica rispetto allo scorso anno, primeggia in Friuli-Venezia Giulia al Nord e, nel Mezzogiorno, in Campania e Calabria. Il nome Giulia, sceso al terzo posto a livello nazionale, resta come lo scorso anno in cima alla classifica nel Lazio, in Puglia e in Sicilia, primeggiando quest’anno anche in Molise.

L’ETA’ MEDIA DELLE MAMME – Le donne residenti in Italia hanno accentuato il rinvio dell’esperienza riproduttiva verso età sempre più avanzate; rispetto al 1995, l’età media al parto aumenta di oltre due anni, arrivando a 32,1 anni; in misura ancora più marcata cresce anche l’età media alla nascita del primo figlio, che si attesta a 31,3 anni nel 2019 (3,3 anni in più rispetto al 1995).Lo rileva l’Istat nel rapporto ‘Natalità e fecondità della popolazione residente – Anno 2019’.

Le regioni del Centro sono quelle che presentano il calendario più posticipato (32,5 anni). Le madri residenti nel Lazio hanno un’età media al parto pari a 32,6 anni, superate solo da quelle della Basilicata e della Sardegna (con un valore di 32,8 anni entrambe).

Confrontando i tassi di fecondità per età del 1995, del 2010 (italiane e totale residenti) e del 2019 (italiane e totale residenti) si osserva uno spostamento della fecondità verso età sempre più mature. Rispetto al 1995, i tassi di fecondità sono cresciuti nelle età superiori a 30 anni mentre continuano a diminuire tra le donne più giovani. Questo fenomeno è ancora più accentuato considerando le sole cittadine italiane per le quali, confrontando la fecondità del 2019 con quella del 2010, il recupero della posticipazione si osserva solo a partire dai 40 anni.

I NATI DA GENITORI NON CONIUGATI – Un nato su tre ha genitori non coniugati, rileva infine l’Istat sottolineando che in un contesto di nascite decrescenti, quelle che avvengono fuori del matrimonio aumentano di oltre 27mila unità rispetto al 2008, raggiungendo i 140.340 nati da genitori non coniugati nel 2019. Il loro peso relativo continua a crescere (33,4% nel 2019).

La quota più elevata di nati da genitori non coniugati si osserva nel Centro (39,5%), seguito dal Nord-est (36,2%) e dal Nord-ovest (35,2%). Tra le regioni del Centro spicca la Toscana (41,7%) mentre al Nord-est la proporzione più alta si registra a Bolzano (46%, il valore più alto a livello nazionale). Il Sud presenta generalmente incidenze molto più contenute (26,1%), con le percentuali più basse in Calabria (21,8%) e in Basilicata (22,2%). Il valore della Sardegna (44,4%) supera invece anche la media del Centro-nord.

Considerando solo i nati da genitori entrambi italiani, il 36% ha genitori non coniugati. L’incidenza di nati fuori dal matrimonio è più elevata nel caso di coppie miste se è il padre a essere straniero (35,3%); quando è invece straniera la madre, la proporzione è più bassa (26,4%). Per i nati da genitori entrambi stranieri la quota è la metà (16,7%) del totale nazionale.

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