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MATERA – Nella Saletta della Grafica del Musma, mercoledì, alle ore 18, si inaugura la mostra di disegni, bozzetti e acquetinte di Nino Ricci realizzate per l’Acqua Domestica, una raccolta di poesie di Eugenio de Signoribus. Degno contorno delle opere grafiche, la scultura donata da Ricci al Musma dal titolo “Dal ciclo di Tlön”, realizzata nel 1996 in cartapesta. 

La mostra parte in contemporanea con l’inaugurazione a Macerata, nei Musei Civici di Palazzo Buonaccorsi, alle ore 18, della mostra “Nino Ricci. Le metamorfosi della geometria. Opere dal 1957 al 2013”, promossa dal Comune di Macerata in occasione del Macerata Opera Festival. 

L’antologica, curata da Giuseppe Appella, comprende cento dipinti, due sculture, trenta tra acquarelli, disegni e collages, quattordici libri d’artista che raccontano più di mezzo secolo di lavoro, compiuto sempre a Macerata, senza mai subirne le conseguenze e le fratture, proprie della provincia, eliminate mediante ripetuti contatti con le maggiori capitali europee e con personaggi quali Ivo Pannaggi, Osvaldo Licini, Carlo Belli, Fausto Melotti, Vanni Scheiwiller e un selezionato gruppo di poeti, storici e critici d’arte non solo italiani. Le pause e le accelerazioni, proprio delle varianti, diventeranno, di decennio in decennio, una delle costanti di Ricci che, sottraendosi a ogni possibile riferimento, collocherà la forma non al centro ma nell’intero spazio della tela. Un modo, originale, di purificarsi attraverso la geometria, ampliandone il campo d’azione ma senza assoggettarsi ad essa. Non è, quindi, un esprit de géometrie e neppure la sua degradazione. 

È lo spirito della tecnica, che non dispiace a Ricci, in quanto gli concede l’opportunità di concretizzare, inseguendo le metamorfosi della geometria, i lunghi intervalli dedicati al disegno e all’incisione, di estenderne, in ogni senso, le capacità espressive. La dimensione dell’opera è legata a questo movimento che determina il gioco di incidenze e di corrispondenze, la crescita in senso trasversale o longitudinale, i cambiamenti di direzione e la stessa plasticità, tanto da sollecitare il passaggio dalla superficie della tela allo spazio reale, con immediato vaglio di materiali consoni quali la plastica, l’alluminio, l’acciaio, la cartapesta. 

La scultura che ne deriva, concretizzazione delle immagini mentali della pittura, conserva, tuttavia, l’ossatura interna, lo schema strutturale originato dalla linea nella progressione dal disegno all’incisione e da questa al dipinto, con susseguenti dilatazioni e ispessimenti ora del mezzo chiaroscurale ora della linea di confine delle zone interne e di quelle esterne, come ben evidenzia la scultura in cartapesta “Dal ciclo di Tlön” donata dall’artista al Musma. Nelle illustrazioni per L’Acqua domestica il segno diventa architettura delle parole, si staglia sulla pagina con colori pieni di luce, e le immagini si fanno sottili come la carta adattandosi perfettamente alla levità della poesia. Le opere rimarranno esposte nella Saletta della Grafica del Musma fino al 22 settembre.

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