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POMARICO – Il castello di Pomarico rivive. Da qualche anno a questa parte, è tornata l’abitudine di dedicare almeno una serata agostana del cartellone d’eventi “Agosto Pomaricano”, (e quest’anno sarà lunedì 19 agosto), ai luoghi normalmente poco frequentati del Rione Castello con la manifestazione denominata “Il Castello Rivive” per una serata di valorizzazione dello spazio, dell’antichità, della comunità, delle tradizioni condite da musica.

Quindi è giusto indugiare su un aspetto: la nuova attenzione riservata alla riqualificazione del Rione,  facendo qualche esempio, senza riprendere i lavori della Chiesa dell’Addolorata e del piazzale antistante la stessa. Ma rimanendo a qualche passo dal luogo sacro già dedicato a santa Margherita, in cima al Rione, non è possibile non apprezzare la grazia orientale offerta dal Giardino del Fico Secco. Posto incantato che ha sostituito alcune brutture che da anni dominavano quei metri di terra sottostanti l’Addolorata e la smaltata quanto giovane statua dell’ultimo Papa “buono” – facendo ammenda del vivente – Giovanni Paolo II. Spulciando per un attimo fra le procedure amministrative dell’Ente di corso Garibaldi, ritorniamo a una lavoretto titolato proprio “Intervento di rinnovamento e miglioramento di un area del centro storico del Comune di Pomarico”, per il quale tramite il Gal Bradanica il Municipio riceveva l’approvazione di un finanziamento per complessivi  25.300 euro.

E però per rendere omaggio a un altro scorcio del Castello e dunque quasi a salutare quegli ancor pochi abitanti che hanno davanti un panorama ben diverso e altrettanto interessante rispetto alla vista di frangentini del metapontino, invitiamo per un attimo a guardare all’antichissima Chiesa dei Morti di via Purgatorio. Le uniche notizie scritte relative al luogo risalgono al 1637, eppure l’edificazione di questa dovrebbe risalire al ’300. L’impresa di restauro che sta completando il lavoro finalmente giunto per la Chiesa dei Morti spiega in premessa della relazione tecnica accompagnatoria agli atti necessari anche che “L’Edificio sorge in prossimità della ‘chiesa vecchia’ di San Michele Arcangelo (oggi non più esistente) e a ridosso del rudere del castello”. E la D’Alessandro Restauri aggiunge poi che: «La chiesa è costituita da una navata unica terminante con un presbiterio (altare maggiore) di altezza maggiore rispetto al resto della fabbrica; nella navata trovano posto due altari” (…). Per la quale è stato necessario prevedere interventi di rifacimento della copertuna e delle volte, consolidamenti vari, cucitura delle tante lesioni insistenti, realizzazione di massetti per le pendenze necessarie e molto altro. Dato lo stato di “forte degrado e abbandono” che la Chiesa, attualmente chiusa al culto, mostrava ai turisti e alla comunità pomaricana. Mentre domani potrà ripresentarsi in tutto il suo valore. Sia al turismo che, appunto, alla comunità.

provinciamt@luedi.it

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