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A Grumento nova “Teatri di pietra” ospita
La commedia “Il Re sono io” è  una corrosiva critica al potere   
Da Plauto a Pirandello alla berlina vizi e miserie degli esseri umani. Tra gli scavi archeologici l’ultima recita di una compagnia sotto sfratto  
di GERARDO TEMPONE
GRUMENTO NOVA – E’ Gianfranco D’Angelo il protagonista del terzo appuntamento teatrale nell’ambito della rassegna “Teatri di Pietra”. Per la regia di Giacomo Zito, questa sera, va in scena “Il Re sono io”. Un esuberante e multiforme Gianfranco D’Angelo è mattatore assoluto in questa  commedia, che dalle cronache attuali di questo frangente di crisi prende spunto per raccontare con intelligenza ed ironia le molte sfaccettature di una corrosiva critica al potere, evocando sotto l’aspetto drammaturgico e attraverso riconoscibili citazioni, i più grandi autori teatrali che hanno affrontato il tema del potere monarchico e della regalità, da Plauto a Shakespeare, da Calderón a Molière, da Pirandello alle avanguardie letterarie. Sull’onda delle numerose occupazioni alle luci della nostra cronaca nazionale, una spiantata compagnia teatrale, per evitare l’esecuzione di uno sfratto, si barrica in teatro dopo l’ultima recita prevista dal calendario stagionale. Emergono, in questa situazione, i conflitti familiari tra padre, moglie e figlie senza alcun filtro tra vita privata e esposizione al pubblico: l’osmosi tra scena e vita è totale, come in un reality. Flora, la figlia maggiore di Aristide Tarallo, il primattore comandante di un equipaggio allo sbando, veste l’occasione di aspirazioni ideologiche attraverso le quali fa emergere il conflitto con un padre che nella vita si è dimostrato poco coraggioso e incline al compromesso, una natura che emerge, in maniera evidente e comica, nel rapporto con la moglie Lilla, di cui è totalmente succube. Flora cerca l’alleanza di Biagio, patetica effige del sottobosco teatrale degli scritturati, della madre e della sorella Dafne, per sovvertire le scelte artistiche del padre e proporre al pubblico, durante l’occupazione, spettacoli impegnati e temi dalla cifra intellettuale. Ed è così che i conflitti familiari diventano la metafora di conflitti più estesi. Ma Aristide, la cui inclinazione comica sente stretti i limiti dei codici tragici e delle ideologie farcite di pregiudizi, argomenta la riflessione sui mali del potere attraverso una irresistibile carrellata di personaggi che hanno lasciato un segno nella storia: da Giulio Cesare a Filippo il Bello, dai papi rinascimentali al Re Sole, da Giangastone de’ Medici a Napoleone, dalla regina Vittoria a Vittorio Emanuele, mettendo alla berlina, attraverso una comicità arguta e un ironico disincanto, la lunga teoria di vizi e di miserie degli esseri umani. Teatro nel teatro dunque, per ridere di storie che, in fondo, sono il riflesso dei giorni nostri. Sipario alle ore 21,30 presso il Teatro Romano degli scavi archeologici.
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GRUMENTO NOVA – E’ Gianfranco D’Angelo il protagonista del terzo appuntamento teatrale nell’ambito della rassegna “Teatri di Pietra”. 

 

Per la regia di Giacomo Zito, questa sera, va in scena “Il Re sono io”. Un esuberante e multiforme Gianfranco D’Angelo è mattatore assoluto in questa  commedia, che dalle cronache attuali di questo frangente di crisi prende spunto per raccontare con intelligenza ed ironia le molte sfaccettature di una corrosiva critica al potere, evocando sotto l’aspetto drammaturgico e attraverso riconoscibili citazioni, i più grandi autori teatrali che hanno affrontato il tema del potere monarchico e della regalità, da Plauto a Shakespeare, da Calderón a Molière, da Pirandello alle avanguardie letterarie. Sull’onda delle numerose occupazioni alle luci della nostra cronaca nazionale, una spiantata compagnia teatrale, per evitare l’esecuzione di uno sfratto, si barrica in teatro dopo l’ultima recita prevista dal calendario stagionale.

 Emergono, in questa situazione, i conflitti familiari tra padre, moglie e figlie senza alcun filtro tra vita privata e esposizione al pubblico: l’osmosi tra scena e vita è totale, come in un reality. Flora, la figlia maggiore di Aristide Tarallo, il primattore comandante di un equipaggio allo sbando, veste l’occasione di aspirazioni ideologiche attraverso le quali fa emergere il conflitto con un padre che nella vita si è dimostrato poco coraggioso e incline al compromesso, una natura che emerge, in maniera evidente e comica, nel rapporto con la moglie Lilla, di cui è totalmente succube. Flora cerca l’alleanza di Biagio, patetica effige del sottobosco teatrale degli scritturati, della madre e della sorella Dafne, per sovvertire le scelte artistiche del padre e proporre al pubblico, durante l’occupazione, spettacoli impegnati e temi dalla cifra intellettuale.

Ed è così che i conflitti familiari diventano la metafora di conflitti più estesi. Ma Aristide, la cui inclinazione comica sente stretti i limiti dei codici tragici e delle ideologie farcite di pregiudizi, argomenta la riflessione sui mali del potere attraverso una irresistibile carrellata di personaggi che hanno lasciato un segno nella storia: da Giulio Cesare a Filippo il Bello, dai papi rinascimentali al Re Sole, da Giangastone de’ Medici a Napoleone, dalla regina Vittoria a Vittorio Emanuele, mettendo alla berlina, attraverso una comicità arguta e un ironico disincanto, la lunga teoria di vizi e di miserie degli esseri umani. 

Teatro nel teatro dunque, per ridere di storie che, in fondo, sono il riflesso dei giorni nostri. Sipario alle ore 21,30 presso il Teatro Romano degli scavi archeologici.

 

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