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di FRANCESCO ALTAVISTA
MATERA –   Dopo un weekend di pausa, torna  “Naturarte Basilicata” per  il dodicesimo fine settimana di arte e riflessione che partirà oggi alle 18;30 a Matera.  Domani  allo “Jazzo Gattini” in contrada Murgia Timone a Matera a partire dalle 21 ci sarà uno spettacolo con la partecipazione di Massimo Cacciari e il musicista Roberto Fabbriciani. Ospite invece di questa sera, uno dei più grandi chitarristi del panorama italiano Alessandro Finazzo conosciuto a molti con lo pseudonimo di Finaz.  Sempre allo “Jazzo Gattini” a partire dalle 22 il chitarrista co-fondatore della Banda Bardò costruirà uno spettacolo unico con la sua chitarra e la partecipazione dell’astronomo Giuseppe Bianco, sarà una sonorizzazione di un viaggio tra le stelle. Il Maestro Finaz si concede a “il Quotidiano della Basilicata” per un’intervista in anteprima. 
Maestro, siamo abituati a vederla con la Banda Bardò, lo spettacolo in Basilicata sarà figlio del suo lavoro da solista “Guitar Solo”. In cosa consisterà?
«Contemporaneamente al lavoro con la Banda e la collaborazione con altri artisti, il mio sogno era quello di poter salire sul palco con la mia chitarra. Un omaggio  a questo grandissimo strumento che io amo. Il concerto è una sorta di taccuino di viaggi, ricordi  ed emozioni  trasmessi in musica, il tutto con una ricerca sulla chitarra portata molto in avanti. Lo spirito è sempre quello che mi contraddistingue anche quando sono sul palco con la Banda Bardò».
Amore e passione ma come si diventa professionisti?
«Non ci sono ricette, come in ogni tipo di attività  non solo musica ci vuole molta applicazione e dedizione, attenzione al particolare e crescere sempre, poi ci vuole una grande dose di fortuna. La cosa che differenzia il musicista da uno magari bravissimo ma che non riesce ad arrivare ad alti livelli , è il fatto di comunicare qualcosa. La musica non si divide in musica bella e musica brutta, ma tra musicista  che trasmette qualcosa e musicista che non arriva».
Lei è laureato con il massimo in filosofia, tesi su Heidegger.  Si può dire che lei è  un chitarrista filosofo?
«Da giovane mi sono appassionato a tutte le filosofie occidentali ed orientali. Questo ha prodotto una voglia di ricerca che poi ha influito nel mio modo di suonare. Ho studiato  Heidegger  nella sua ricerca sul linguaggio, in questo senso sono “heideggeriano”  vado alla  ricerca di una purezza del linguaggio. Ogni nota, ogni accordo, pausa che fai deve per forza avere un preciso significato e peso, le cose non vanno a caso ma vanno secondo una logica». 
Siente stati più di un anno fermi. Tornerà a suonare con la Banda Bardò?
«Stiamo cominciando adesso a lavorare seriamente sul prossimo disco. Quest’anno erano i venti anni di carriera. Abbiamo suonato per 19 anni di fila ed adesso a venti ci fermiamo per una pausa. Produrre arte  significa avere qualcosa da dire. Noi quando ad ottobre abbiamo finito il tour ci siamo chiesti cosa avevamo da dire. Avevamo bisogno di raccogliere nuovi materiali, era diventato difficile eseguire brani come “W Fernandez”   che fanno parte del nostro repertorio da venti anni». 
Concludiamo. Cosa è per te la Bellezza?
«La Bellezza è uno degli stimoli del nostro vivere, riguarda tutti i sistemi dell’esistenza. Noi siamo destinati alla Bellezza». 

MATERA –   Dopo un weekend di pausa, torna  “Naturarte Basilicata” per  il dodicesimo fine settimana di arte e riflessione che partirà oggi alle 18;30 a Matera.  

 

Domani  allo “Jazzo Gattini” in contrada Murgia Timone a Matera a partire dalle 21 ci sarà uno spettacolo con la partecipazione di Massimo Cacciari e il musicista Roberto Fabbriciani. Ospite invece di questa sera, uno dei più grandi chitarristi del panorama italiano Alessandro Finazzo conosciuto a molti con lo pseudonimo di Finaz.

  Sempre allo “Jazzo Gattini” a partire dalle 22 il chitarrista co-fondatore della Banda Bardò costruirà uno spettacolo unico con la sua chitarra e la partecipazione dell’astronomo Giuseppe Bianco, sarà una sonorizzazione di un viaggio tra le stelle. 

Il Maestro Finaz si concede a “il Quotidiano della Basilicata” per un’intervista in anteprima. Maestro, siamo abituati a vederla con la Banda Bardò, lo spettacolo in Basilicata sarà figlio del suo lavoro da solista “Guitar Solo”.

 In cosa consisterà?

«Contemporaneamente al lavoro con la Banda e la collaborazione con altri artisti, il mio sogno era quello di poter salire sul palco con la mia chitarra. Un omaggio  a questo grandissimo strumento che io amo. Il concerto è una sorta di taccuino di viaggi, ricordi  ed emozioni  trasmessi in musica, il tutto con una ricerca sulla chitarra portata molto in avanti. Lo spirito è sempre quello che mi contraddistingue anche quando sono sul palco con la Banda Bardò».

Amore e passione ma come si diventa professionisti?

«Non ci sono ricette, come in ogni tipo di attività  non solo musica ci vuole molta applicazione e dedizione, attenzione al particolare e crescere sempre, poi ci vuole una grande dose di fortuna. La cosa che differenzia il musicista da uno magari bravissimo ma che non riesce ad arrivare ad alti livelli , è il fatto di comunicare qualcosa. La musica non si divide in musica bella e musica brutta, ma tra musicista  che trasmette qualcosa e musicista che non arriva».

Lei è laureato con il massimo in filosofia, tesi su Heidegger.  Si può dire che lei è  un chitarrista filosofo?

«Da giovane mi sono appassionato a tutte le filosofie occidentali ed orientali. Questo ha prodotto una voglia di ricerca che poi ha influito nel mio modo di suonare. Ho studiato  Heidegger  nella sua ricerca sul linguaggio, in questo senso sono “heideggeriano”  vado alla  ricerca di una purezza del linguaggio. Ogni nota, ogni accordo, pausa che fai deve per forza avere un preciso significato e peso, le cose non vanno a caso ma vanno secondo una logica». 

Siente stati più di un anno fermi. Tornerà a suonare con la Banda Bardò?

«Stiamo cominciando adesso a lavorare seriamente sul prossimo disco. Quest’anno erano i venti anni di carriera. Abbiamo suonato per 19 anni di fila ed adesso a venti ci fermiamo per una pausa. Produrre arte  significa avere qualcosa da dire. Noi quando ad ottobre abbiamo finito il tour ci siamo chiesti cosa avevamo da dire. Avevamo bisogno di raccogliere nuovi materiali, era diventato difficile eseguire brani come “W Fernandez”   che fanno parte del nostro repertorio da venti anni». 

Concludiamo. Cosa è per te la Bellezza?

«La Bellezza è uno degli stimoli del nostro vivere, riguarda tutti i sistemi dell’esistenza. Noi siamo destinati alla Bellezza». 

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