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FRANCAVILLA – La grande musica di Basilicata e non solo, alberga a Francavilla sul Sinni; qui la musica entra nel sangue di ogni nuovo nato. Questo è il comune che ancora riesce ad emozionare ed a formare da oltre un secolo, suonatori e compositori, che puntualmente danno vita a bande, orchestrine ma anche a vere e proprie orchestre. Come l’ultima in ordine di tempo: la TrasFormAnsemble, che da tre anni, rappresenta un fiore all’occhiello. Riuscendo a mettere in scena con laboratori sperimentali per orchestra e teatro, opere ispirate dalla tradizionale popolare lucana con un occhio particolare al coinvolgimento dei giovani talenti locali: Transumanze, L’albero della libertà e la suite per orchestra Histoires, solo per citare le più importanti. 

L’orchestra è dunque andata in scena con una tre serate organizzate nei comuni (Chiaromonte, Francavilla e Teana) che hanno sostenuto il progetto della Nuova Accademia di arte e cultura presieduta da Maria Sergio. Si è trattato dunque di un “viaggio”, tanto suggestivo quanto affascinante; capace di recuperare il filo conduttore della vita e del rapporto tra popoli, attraverso la musica, la poesia e l’arte culinaria (con degustazione finale di prelibatezze preparate da Antonella Di Giacomo). Momenti di intense emozioni che hanno toccato il cuore, lo spirito ed il palato , in Lucania così come in Medioriente ed ogni parte dell’universo intero. Generati dalla fantasia del maestro Dino Viceconte di Francavilla che ha composto i brani, molto bene interpretati dai trentacinquemaestri concertisti (tra docenti ed allievi di vari conservatori di musica italiani) magistralmente diretti dal maestro Vincenzo Accattato, anch’esso di Francavilla.  Suggestiva ed in linea la scaletta che parte con una Histoire -suite per orchestra n.2 e poi con il preambolo ed il suono del treno ad accompagnare proprio il viaggio; subito dopo l’Aforisma di Sinisgalli, recitato da Aldo Fortunato che recita alcuni versi anche di tutte le altre poesie. Dopo I miei monti, di Borneo, il commento musicale con Terra di Lucania e subito dopo, I Santi di creta di Carlo Calza, seguito dal commento Terra di Lucania II parte. Dopo il commento musicale: La porta d’Oriente, Primo Amore, Caravanserraglio e La luna all’orizzonte, le poesie Amore di Rabia Balkhir e Kashan di Khayyaam. Seguono le poesie di Gina Labriola: Dal lume di luna e Una sera. Il viaggio continua in Spagna con Cordova di Federico Garcia Lorca e con il commento musicale Terra di Spagna. 

Si passa in Francia con Gran ballo a palazzo reale e Il nascondiglio del diavolo. Si ritorna in Lucania con Paese dell’anima di Antonio Borneo ed il finale con Vento di Passioni che chiude il concerto, ricco anche di piacevoli novità, come la presentazione in orchestra di uno strumento inusuale come il “serpentone”, sorta di sax-tuba, nato in Francia nel 1500. Questi i concertisti:  ai violini: Rosa Lorusso, Giuseppe Gammino, Pierpaolo Casamassima, Maria Galetta, Antonella Silletti, Giovanni Dambrosio, Daniele Baione, Anna Montemurro, Carmela Quero, Leonardo Di Biase, Cristina Priore e Ciriaca Ambrosecchia. Alle viole: Nicolina Metaralhj, Danilo Bonaccorsi e Viviana Cotugno. Ai violoncelli: Carmine Fortunato, Giovanna Altieri e Michele Lorusso; al contrabbasso, Rocco Di Matteo. Al flauto, Sonia Luglio, all’Oboe, Emanuel Vitolano; al clarinetto Nicola Labanca, al Corno Inglese, Giovanni Pozzuoli; al clarinetto basso, Vincenzo Telesca; al Fagotto, Franco Albano; alle trombe: Nicola Ferri e Ruben Covelli; al trombone, Vincenzo De Luca; alla Tuba, Giuseppe Scarati. Alle percussioni: Francesco Ciarfaglia, Giorgio Pigni, Eulalia Varricchio e Giampiero Grimaldi; alle tastiere: Francesco Paolillo e Maurizio Padula. Ingegneri del suono: Piero Cantisani e Francesco Carlucci; voce recitante Aldo Fortunato, compositore Dino Viceconte, direttore Vincenzo Accattato.

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