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NOVA SIRI – Tutto top secret. Rocco Barocco aveva strappato una promessa al pittore Gaetano Dimatteo, pronto ad accoglierlo nella sua casa-galleria a Marina di Nova Siri. “Né giornalisti, né interviste. Solo silenzio e riposo”. Così è stato. Tutto discreto nella due giorni che ha visto Rocco Barocco sulle rive dello Jonio, in compagnia del comune amico Biagio Arixi, scrittore di fama e frequentatore dei salotti buoni italiani. Ora che l’illustre ospite non c’è più, l’esperienza può essere raccontata. Gaetano Dimatteo lo fa per il Quotidiano, con il tatto che lo contraddistingue, centellinando i particolari del racconto, ma senza nascondere la gratitudine per due giorni che «mi hanno reso onore, come uomo e come artista».

Di basso profilo era stato anche l’arrivo dello stilista, alla stazione di Metaponto, alle 12.20 di venerdì 6 settembre, con un treno diretto proveniente da Napoli. Non c’era quasi nessuno, tra i binari morti e il caldo afoso. «Spiccava magnificamente tra quei binari morti –racconta Gaetano Dimatteo– quella sua borsa di pitone nero di un’eleganza unica».

Arrivato a Nova Siri non c’era ad attenderlo il classico hotel, ma qualcosa di più: il gusto straordinario con cui Gaetano Dimatteo aveva “ripensato” l’abitazione dei suoi genitori, al primo piano della galleria che ospita da tre anni le sue collezioni. Ripensato è il termine esatto, perché non c’è stata rivoluzione, ma una valorizzazione creativa di ogni particolare. Dalla vecchia tovaglia al cesto di frutta, fino al tavolo in stile Decò.

Nel soggiorno l’esposizione dei suoi quadri (Rocco Barocco ha apprezzato, in particolare, una delle sue Madonne), al centro un tavolo curato in ogni dettaglio, sui cui particolari si è discusso. «Tra artisti spesso ci si sofferma sul dettaglio. E lui continuava a dirmi che avrei dovuto mettere la frutta al centro, e non all’estremità del tavolo, come avevo fatto io».

Poi la bellissima camera dei genitori adibita all’ospitalità dello stilista. Rocco Barocco l’ha definita “divertente”: una camera in radica di noce, due poltroncine degli anni Venti, un fine tappeto.  E poi il tocco, inconsueto, di un cavalletto con un quadro raffigurante la frutta come fosse ancora “in fieri”. Di gusto anche il fresco giardino, dove un bellissimo contorno di tegole dipinte ha dato colori e luce agli eleganti divani di vimini.

Qui, l’indomani,  si è fatta la colazione. Rocco Barocco, tra le altre cose, ha fatto dono di squisiti babà napoletani. Poi lo stilista è tornato a riposarsi sotto la frescura di un albero isolato in giardino.  «Ne aveva bisogno –spiega Dimatteo– visto il tour de force che lo attende per il mondo». Già da ieri, infatti, è stato a Gallipoli per la 44esima edizione del “Premio Barocco”, la kermesse salentina che ogni anno celebra le eccellenze del mondo della cultura e dello spettacolo, della moda e della musica. Poi, per fine settembre, in programma anche una nuova sfilata di moda a Milano.

Oltre al riposo, però, non sono mancate le lunghe passeggiate. «Siamo usciti sempre a piedi, neppure una volta abbiamo preso l’auto. Siamo stati in qualche bar in un ottimo ristorante. E, infine, ha voluto vedere la barca, l’opera da me realizzata sul lungomare di Nova Siri». Dimatteo ha dovuto spiegare che non è come dovrebbe essere: doveva avere un bel giardino di begonie e una serie di accorgimenti luminosi, che avrebbe dovuto rendere quell’opera un capolavoro di ben altro aspetto rispetto a quello che ora si “ammira”.

E poi i dialoghi. Rocco Barocco si è confermato uomo di poche parole, ma sempre raffinate. «Una presenza che mi ha affascinato come poche altre». Poche parole, ma spesso surreali e immaginifiche. Come l’idea, stravagante, che nella mente dello stilista è balzata osservando dall’esterno di via Siris, l’abitazione di Dimatteo che lo aveva ospitato: una sorta di sceneggiatura surrealistica, in cui l’abitazione diventa un castello degli Spiriti, tutto misterioso, governato da un barone tedesco degli anni ’20 (Dimatteo?).

A fargli compagnia, per molte ore, la musica. In giardino, sempre con un lettore multimediale, si è spesso isolato: le canzoni di Mina in napoletano.  Poi, dopo gli apprezzamenti dei due amici Dimatteo e Arixi, ha detto: «E allora ascoltate questa, ma dovete fare silenzio assoluto». E nell’aria, subito dopo, le note di una bellissima melodia napoletana cantata da Lina Sastri. Prove per la colonna sonora della sua prossima sfilata? “Possibile” spiega un criptico Dimatteo.

Rocco Barocco era già stato in Lucania, nell’estate del 1992. «Una delle più belle edizioni di Basilicata Moda, un’iniziativa che non è stata promossa dalle istituzioni come avrebbe meritato». Il pittore di Nova Siri si è detto «affascinato da una presenza così dirompente, raffinata e geniale». Ma ciò che più lo ha colpito è stata la ragione che lo ha condotto da lui a Nova Siri, assieme ad Arixi, come entrambi hanno confermato alla presenza del sindaco, Pino Santarcangelo, giunto a casa dell’artista per un saluto “istituzionale” ma rigorosamente discreto. «Siamo qui per un po’ di riposo, ma soprattutto per salutare un amico che soffre per una malattia gravissima». Rocco Barocco ha poi voluto lasciare un segno del suo passaggio, un bozzetto di alta moda dedicato a “Gaetano Dimatteo, maestro d’arte” (foto in pagina).

Commosso Dimatteo: «Come è bello pensare che due persone dalla vita così ricca di impegni interessanti trovino tempo e spazio per un amico che non sta bene (Dimatteo è affetto dal morbo di Parkinson, ndr.). E’ un fatto ch mi rincuora e mi commuove. La mia arte e la mia vita vanno avanti così, grazie al ricordo grato di amici che mi vogliono bene o mi hanno voluto bene. Alcuni ci sono ancora, altri non ci sono più, come Dario Bellezza, Elsa Morante e Alberto Moravia».

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