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MOLTI se lo ricordano accompagnare al pianoforte un’impacciatissima Arisa al suo fortunato debutto a Sanremo nel 2009, con “Sincerità”. Ma Lelio Luttazzi è molto di più.  Luttazzi il musicista, Luttazzi il compositore. E poi Luttazzi lo showman, lo scrittore, l’attore, il regista. Luttazzi e il suo smoking. Ci sono tutte le anime del maestro di hit come la “Zebra a pois” o “Sentimentale” in “LelioSwing. 50 anni di storia italiana”, mostra in programma da domani fino al 2 febbraio ai Mercati di Traiano – Museo dei Fori Imperiali, dedicata alla carriera dell’uomo che portò il jazz nelle case degli italiani.
«Un modo – spiega Rossana Luttazzi, vedova del maestro e anima della Fondazione a lui intitolata – per far vedere tutto quello che mio marito ha fatto. Spesso si pensa al musicista e si dimentica il resto. Qui invece c’è tutto Lelio e i 50 anni di storia d’Italia che ha attraversato». 
Curata da Cesare Bastelli e Silvia Colombini, con la collaborazione di amici e colleghi del maestro, come Enrico Vaime per la supervisione ai testi, Pupi Avati per quella artistica, Piera Detessis per la parte cinematografica e Leonardo Scarpa per le scenografie, la mostra, aggiunge l’assessore alla Cultura del Comune di Roma Flavia Barca, ‘«riprende il tema fondamentale della memoria, su cui lavoreremo molto nel 2014, e insieme lancia una forte contaminazione», tra l’antichità dei millenari Mercati di Traiano e la modernità di un uomo che amava ripetere: “il jazz, lo swing, il ritmo mi scorre nelle vene”. 
Diviso in sette sezioni, il racconto accosta successi personali e avvenimenti storici del paese, partendo dall’infanzia di Luttazzi a Trieste con il pianoforte su cui si esercitava e i ricordi del primo complesso con I gatti selvatici. Poi c’è Milano con la direzione artistica della CGD insieme a Teddy Reno e Torino per la prima orchestra d’archi ritmica della Rai. Anni di scritte al neon e juke box a cui chiedere oggi di riascoltare i successi del maestro, prima di arrivare dritti a Roma, alla radio di Hit parade e ai grandi varietà della tv in bianco e nero con Mina. Tra un salotto anni Sessanta con televisore Geloso, una sala multimediale nella quale duettare al piano con lo stesso Luttazzi, foto, manoscritti, dischi e cimeli d’epoca, ecco gli anni del cinema, da quello svagato dei film di Totò e di Dino Risi a quello impegnato di Antonioni.
«Quello che più mi commuove – ricorda la moglie Rossana – è L’illazione, film che ritrovai in cantina durante un trasloco nel ’78». Rimasta inedita fino al Festival del Film di Roma di due anni fa, la pellicola è oggi visibile per intero in mostra. 

MOLTI se lo ricordano accompagnare al pianoforte un’impacciatissima Arisa al suo fortunato debutto a Sanremo nel 2009, con “Sincerità”. Ma Lelio Luttazzi è molto di più.  Luttazzi il musicista, Luttazzi il compositore. E poi Luttazzi lo showman, lo scrittore, l’attore, il regista. Luttazzi e il suo smoking. Ci sono tutte le anime del maestro di hit come la “Zebra a pois” o “Sentimentale” in “LelioSwing. 50 anni di storia italiana”, mostra in programma da domani fino al 2 febbraio ai Mercati di Traiano – Museo dei Fori Imperiali, dedicata alla carriera dell’uomo che portò il jazz nelle case degli italiani.«Un modo – spiega Rossana Luttazzi, vedova del maestro e anima della Fondazione a lui intitolata – per far vedere tutto quello che mio marito ha fatto. 

Spesso si pensa al musicista e si dimentica il resto. Qui invece c’è tutto Lelio e i 50 anni di storia d’Italia che ha attraversato». Curata da Cesare Bastelli e Silvia Colombini, con la collaborazione di amici e colleghi del maestro, come Enrico Vaime per la supervisione ai testi, Pupi Avati per quella artistica, Piera Detessis per la parte cinematografica e Leonardo Scarpa per le scenografie, la mostra, aggiunge l’assessore alla Cultura del Comune di Roma Flavia Barca, ‘«riprende il tema fondamentale della memoria, su cui lavoreremo molto nel 2014, e insieme lancia una forte contaminazione», tra l’antichità dei millenari Mercati di Traiano e la modernità di un uomo che amava ripetere: “il jazz, lo swing, il ritmo mi scorre nelle vene”. 

Diviso in sette sezioni, il racconto accosta successi personali e avvenimenti storici del paese, partendo dall’infanzia di Luttazzi a Trieste con il pianoforte su cui si esercitava e i ricordi del primo complesso con I gatti selvatici. Poi c’è Milano con la direzione artistica della CGD insieme a Teddy Reno e Torino per la prima orchestra d’archi ritmica della Rai. Anni di scritte al neon e juke box a cui chiedere oggi di riascoltare i successi del maestro, prima di arrivare dritti a Roma, alla radio di Hit parade e ai grandi varietà della tv in bianco e nero con Mina. 

Tra un salotto anni Sessanta con televisore Geloso, una sala multimediale nella quale duettare al piano con lo stesso Luttazzi, foto, manoscritti, dischi e cimeli d’epoca, ecco gli anni del cinema, da quello svagato dei film di Totò e di Dino Risi a quello impegnato di Antonioni.«Quello che più mi commuove – ricorda la moglie Rossana – è L’illazione, film che ritrovai in cantina durante un trasloco nel ’78». Rimasta inedita fino al Festival del Film di Roma di due anni fa, la pellicola è oggi visibile per intero in mostra. 

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