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POTENZA – Mario Mongelli è il vincitore della 16^ edizione del premio nazionale di narrativa “Valerio Gentile”. Potentino vive a Bari, ha 30 anni e due lauree il vincitore è stato premiato per l’opera “Il guardiano” nel corso della cerimonia tenutasi a Selva di Fasano e moderata da Margherita Latorre del Centro Studi “Valerio Gentile”, sodalizio organizzatore dell’iniziativa. Presente il presidente del centro studi Nicola Gentile e Angela Schena la cui casa editrice pubblica gli elaborati vincitori, per l’Amministrazione comunale presente l’assessore al turismo Laura De Mola. A premiare Mongelli, che è al suo primo scritto, è stato lo scrittore Paolo Di Paolo, ospite d’onore della serata, nonché componente della commissione giudicatrice del concorso letterario. La motivazione per il vincitore è stata la seguente: “I temi trattati, al di sopra dell’irrealtà di fondo, sono da sempre quelli che interessano l’uomo, ovvero l’inutilità della vita e l’autodistruzione di sé e del mondo. Merito dell’autore riuscire a nascondere, sino alla fine, come si risolverà l’intreccio del racconto, sconvolgente e fuori dai più usuali schemi che il Premio Valerio Gentile abbia prodotto in questi anni. 
em. ma.

POTENZA – Mario Mongelli è il vincitore della 16^ edizione del premio nazionale di narrativa “Valerio Gentile”. Potentino vive a Bari, ha 30 anni e due lauree il vincitore è stato premiato per l’opera “Il guardiano” nel corso della cerimonia tenutasi a Selva di Fasano e moderata da Margherita Latorre del Centro Studi “Valerio Gentile”, sodalizio organizzatore dell’iniziativa. 

 

Presente il presidente del centro studi Nicola Gentile e Angela Schena la cui casa editrice pubblica gli elaborati vincitori, per l’Amministrazione comunale presente l’assessore al turismo Laura De Mola. A premiare Mongelli, che è al suo primo scritto, è stato lo scrittore Paolo Di Paolo, ospite d’onore della serata, nonché componente della commissione giudicatrice del concorso letterario. La motivazione per il vincitore è stata la seguente: “I temi trattati, al di sopra dell’irrealtà di fondo, sono da sempre quelli che interessano l’uomo, ovvero l’inutilità della vita e l’autodistruzione di sé e del mondo. Merito dell’autore riuscire a nascondere, sino alla fine, come si risolverà l’intreccio del racconto, sconvolgente e fuori dai più usuali schemi che il Premio Valerio Gentile abbia prodotto in questi anni. 

em. ma.

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