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POTENZA – Sono passati dieci anni dalla marcia dei centomila di Scanzano e dalla “Primavera di Melfi”.  Nel decennale dall’imponente manifestazione di Scanzano Jonico contro la decisione del Governo di designare il suolo comunale di Terzo Cavone, come posto unico nazionale per la raccolta di scorie nucleari, la Biblioteca Nazionale di Potenza, in collaborazione con la Fondazione Città della Pace per i Bambini Basilicata e il Centro studi “Nino Calice”, coglie l’occasione per esporre le immagini di Tony Vece, fotogiornalista freelance, in una mostra intitolata “Scanzano-Melfi. Una storia in 40 scatti” che sarà aperta da oggi fino al 27 dicembre 2013, dal lunedì al venerdì dalle 9,30 alle 18,30 e il sabato dalle 9,30 alle 13.
L’obiettivo è quello di rappresentare, attraverso gli scatti, alcuni aspetti dell’identità della Basilicata, colta in due momenti significativi della sua recente storia: la protesta di Scanzano e quella di Melfi.
A Scanzano, il 2003, il popolo lucano e in generale quello meridionale, ha ribadito con grande fermezza la volontà di lottare contro tutte le decisioni che avrebbero potuto minacciare il futuro della propria terra e dei propri figli.
 La protesta civile, condotta nei quindici giorni di occupazione, non ha prodotto scontri né feriti, ma grande coesione e compattezza.
A Melfi, l’anno successivo, per la prima volta gli operai dello stabilimento Sata, insieme alla popolazione e ad altri lavoratori, per ventuno giorni bloccano la produzione provocando anche l’arresto di quella degli altri stabilimenti Fiat, dimostrando, in tal modo, l’importanza strategica e produttiva dell’industria di Melfi, raggiungendo l’obiettivo di migliorare le condizioni lavorative.
Gli scatti di Vece, esposti nella sala mostre della Biblioteca,  colgono attraverso i colori e le immagini la natura di queste proteste facendo emergere l’orgoglio di una terra che, fiera delle sue origini, non intende sottomettersi alle decisioni di altri.

POTENZA – Sono passati dieci anni dalla marcia dei centomila di Scanzano e dalla “Primavera di Melfi”.  Nel decennale dall’imponente manifestazione di Scanzano Jonico contro la decisione del Governo di designare il suolo comunale di Terzo Cavone, come posto unico nazionale per la raccolta di scorie nucleari, la Biblioteca Nazionale di Potenza, in collaborazione con la Fondazione Città della Pace per i Bambini Basilicata e il Centro studi “Nino Calice”, coglie l’occasione per esporre le immagini di Tony Vece, fotogiornalista freelance, in una mostra intitolata “Scanzano-Melfi. Una storia in 40 scatti” che sarà aperta da oggi fino al 27 dicembre 2013, dal lunedì al venerdì dalle 9,30 alle 18,30 e il sabato dalle 9,30 alle 13.

L’obiettivo è quello di rappresentare, attraverso gli scatti, alcuni aspetti dell’identità della Basilicata, colta in due momenti significativi della sua recente storia: la protesta di Scanzano e quella di Melfi.A Scanzano, il 2003, il popolo lucano e in generale quello meridionale, ha ribadito con grande fermezza la volontà di lottare contro tutte le decisioni che avrebbero potuto minacciare il futuro della propria terra e dei propri figli. La protesta civile, condotta nei quindici giorni di occupazione, non ha prodotto scontri né feriti, ma grande coesione e compattezza.

A Melfi, l’anno successivo, per la prima volta gli operai dello stabilimento Sata, insieme alla popolazione e ad altri lavoratori, per ventuno giorni bloccano la produzione provocando anche l’arresto di quella degli altri stabilimenti Fiat, dimostrando, in tal modo, l’importanza strategica e produttiva dell’industria di Melfi, raggiungendo l’obiettivo di migliorare le condizioni lavorative. Gli scatti di Vece, esposti nella sala mostre della Biblioteca,  colgono attraverso i colori e le immagini la natura di queste proteste facendo emergere l’orgoglio di una terra che, fiera delle sue origini, non intende sottomettersi alle decisioni di altri.

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